PERCORSO P-N3

PIOSSASCO-SAN VITO-CAMPETTO-PRESE PIOSSASCO-(SANGANO)-MONTE SAN GIORGIO-PIOSSASCO

MONTE SAN GIORGIO


Lunghezza: ~26.6 Km
Altitudine max: ~840 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1200m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 30'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Giugno 2015 

Il monte San Giorgio è un ottimo balcone naturale che si erge sopra Piossasco e offre una splendida vista a 360° sulla parte occidentale della Pianura Padana, ma soprattutto su una buona porzione delle Alpi; cercando bene si potrà scorgere in lontananza il Cervino e il massiccio del monte Rosa, mentre più vicino svetta l'imponente vetta del Roccia Melone.
L'itinerario attuale prende come fulcro il monte San Giorgio, andando a percorrerne i 3/4 delle proprie pendici e i tre sentieri più rappresentativi, tra cui il mitico sentiero dei cinghiali (ottimo compromesso tra percorribilità e difficoltà tecnica), il sentiero delle lame (adatto solo ai veri "manici" e un po' sopra le righe in quanto a difficoltà) e il sentiero finale sul versante sud, che riporta a Piossasco (un compromesso tra i due).

Si parte dall'estrema parte periferica est di Piossasco, in zona villa Castagneri, prendendo a riferimento il civico 22 (cancello verde) della parte più alta della cittadina, dove ci sono le ultime case prima dell'inizio della sterrata che sale appunto verso il monte San Giorgio, meta di tanti appassionati di passeggiate.
Qui si può optare di salire direttamente verso il monte, facendo interamente la sterrata che sale fino alla cima di questo, oppure scendere seguendo l'asfaltata che porta verso la frazione di San Vito, per sfruttare la salita per il versante ovest, da Campetto. Dopo essere scesi per circa 600 metri sulla via principale ed essere passati sotto una passerella in legno, la via ha uno stop per l'immissione su un'altra; qui saliamo a destra verso San Vito. Fatti 60 metri lasciamo la via principale per la secondaria di destra (via al piano dei castelli), ancora in salita, che dopo poche decine di metri diviene sterrata. Poche centinaia di metri e la via si immette su asfaltata da seguire nel senso d'imbocco, via che ci porta a passare sotto un arco, appena dopo il quale scartiamo a sinistra per infilare la sterrata che si dirama dall'asfaltata scendendo; dopo 200 metri superiamo un altro breve lembo asfaltato, continuando sulla sterrata che, dopo aver visto un sentiero staccarsi sulla destra a salire, da ignorare, si inserisce su un'asfaltata, Questa a sua volta confluisce dopo alcune decine di metri su altra asfaltata che seguiamo verso destra, che seguita nel suo sviluppo principale, costantemente a salire, ci porta ad attraversare la borgata di Campetto. Seguendo sempre il ramo principale di questa, tra le case, giungiamo davanti alla chiesa, punto in cui si sdoppia; continuiamo a destra per Colle del Prè, lasciandoci alle spalle il nucleo principale del borgo e andando a superare una dopo l'altra le ultime case periferiche, con la via che s'impenna sensibilmente per un breve tratto, dopodiché, divenuta sterrata, prende a salire con regolarità e pendenze abbordabili. In poco più di 3 chilometri di facile sterrata ben battuta completiamo l'ascesa, scollinando nel punto in cui da destra si collega il viottolo proveniente dal Colle della Serva (dist. ~6.4 Km - alt. ~710 m.), appena sotto Colle del Prè. Per alcune centinaia di metri si scende, per poi risalire verso loc. Prese di Piossasco, sostanzialmente su sterrata con buon fondo, salvo sporadici tratti un po' dissestati e pendenze non eccessive, che si lasciano superare senza soffrire più di tanto, fino a giungere dopo un chilometro e mezzo alle poche case della località, appena superate le quali lasciamo la sterrata a favore del sentiero che si disunisce a destra (dist. ~7.9 Km - alt. ~770 m.), inizialmente pianeggiante e scorrevole. Ci aspettano quasi due chilometri di puro divertimento su uno dei sentieri più piacevoli dell'area, mai eccessivo nei passaggi tecnici più complicati (rarissimi e brevissimi), sempre ottimamente percorribile; qualche complicazione in più può essere data solo nel periodo autunnale dallo spesso strato di fogliame caduto, nella parte alta e porzioni viscide nel caso di piogge recenti, prevalentemente nella porzione finale, un po' più scoscesa del resto. Poche anche le porzioni con fondo sconnesso, concentrate nell'ultima parte e ottimo anche in termini di orientamento, essendo pressochè univoco. Il sentiero termina dopo circa 1.8 km (350 di dislivello), su una piccola sterrata che va seguita verso destra, ancora a scendere, con una porzione un po' sassosa; superato un guado e fatte poche altre decine di metri, lasciamo la sterrata che ora sale, a favore di un sentiero che si stacca a destra (dist. ~9.9 Km - alt. ~390 m.), un tortuoso viottolo che è una sorta di gimkana tra gli alberi, con tratti quasi sempre fangosi. Ci facciamo guidare dell'evidente traccia che poco dopo 500 metri ci presenterà un bivio, in cui opteremo per la traccia di sinistra, sconnessa, che andrà ad inserirsi presto in una sterrata da seguire per il ramo di sinistra, che fatto un guado tornerà agevole e poco dopo terminerà su un'asfaltata da seguire verso sinistra, nella parte periferica di Sangano. Questa prosegue collegandosi ad altra asfaltata che seguiremo verso destra, a scendere, per imboccare presto la rotonda in cui seguiremo la via di destra pianeggiante, cosa che faremo anche 150 metri dopo, seguendo la destra, via Merlino. Dopo circa 500 metri avremo un nuovo bivio in cui seguiremo ancora via Merlino, direzione Piossasco (dist. ~11.5 Km - alt. ~340 m.), che dopo un po' diverrà sterrata, proseguendo in direzione sud. Si alternerà un altra porzione asfaltata ad una successiva sterrata, con la via pianeggiante molto ampia che prosegue verso Piossasco, ma che lasceremo a favore della sterrata che si stacca sulla destra con indicazione "Parco monte San Giorgio" (dist. ~13.6 Km - alt. ~310 m.). Dopo nemmeno 500 metri di facile salita, giungiamo ad un cancello, dove proseguiamo sulla destra, oltrepassando una sbarra e proseguendo per un sentiero un po' difficoltoso, dato che sale su fondo con molte radici affioranti. Superiamo un'area con tavoli da pic-nic, seguendo sempre la traccia più evidente, che prosegue a salire mediamente impegnativa su fondo un po' irregolare, finchè si dividerà; qui prendiamo il ramo di sinistra che dopo un centinaio di metri si inserisce su una via più ampia che seguiamo verso sinistra, in leggera ascesa, lungo il percorso botanico, andando a superare appena dopo degli altri tavoli per pic-nic, adiacenti al parco avventura, oltre il quale la via riprende a salire (dist. ~14.6 Km - alt. ~390 m.). Salita non facile, a causa della pendenza abbinata al fondo irregolare per le tante radici e un po' di rocce, ma fattibile in sella se si possiedono buone doti tecniche e abbastanza fiato; incrociato un altro sentiero, che ignoriamo mantenendo il nostro, il viottolo si farà un po' meno impegnativo per pendenza più contenuta e si concluderà ben presto sulla sterrata che sale da Piossasco verso il monte San Giorgio, da seguire naturalmente a salire (dist. ~15.2 Km - alt. ~430 m.). La via è univoca e sale piacevolmente con pendenza pressochè costante, con un lungo traverso sul versante nord-est del monte, lungo il quale vedremo scendere da sinistra il sentiero delle lame, per poi compiere un gomito a 90° salendo ora per quello di nord-ovest, con fondo un po' più irregolare; giungeremo al bivio per il Colle del Prè (che scartiamo) proseguendo ora a salire compiendo una decina di tornanti più o meno ravvicinati, che si porteranno alla radura del Colle della Serva (dist. ~18.5 Km - alt. ~730 m.). Mi pare d'obbligo completare l'ascesa, proseguendo sulla sterrata che piegando a sinistra continua a salire con la medesima pendenza e in poco meno di un chilometro ci porta sulla cima del monte San Giorgio; nei pressi della sommità puntiamo ad abbracciarla in senso antiorario, proseguendo perciò sulla stradina che lascerà il posto negli ultimi metri ad un viottolo poco definito e più pendente, che ci porta a ridosso della croce che si affaccia su Torino e la pianura Padana, per poi quasi spianare, tornando evidente, andando a piegare verso nord-ovest sul breve crinale (dist. ~19.4 Km - alt. ~840 m.) da cui si può godere della splendida vista sia sulla piana, ma soprattutto sull'arco alpino (FOTO1) - (FOTO2) in cui è possibile scorgere anche il massiccio del monte Rosa e il Cervino. Qui ci sarà da decidere se tornare al Colle della Serva, tornando per la facile via di salita (completando il piccolo anello sulla sommità in senso antiorario, tramite l'esile traccia di sentiero), oppure cimentarci nel non facile sentiero delle Lame. Se si opterà per quest'ultima si completa il breve crinale, proseguendo per la traccia di sentiero in direzione nord-ovest, che subito scende decisa e subito sconnessa, per fondo irregolare, essenzialmente scosceso e scalinato, che poche decine oltre si farà ancora più complicato per la pendenza e le tante rocce affioranti come lame (merita tutto il suo nome!), tanto che in certi punti non si sa nemmeno dove mettere le ruote, quindi per certi versi anche un po' pericoloso, secondo me, che preferisco farne parte a piedi. Seguendo la traccia principale si giunge con poche centinaia di metri ad un traliccio, un centinaio di metri oltre il quale la situazione migliora un po', quantomeno perchè diminuiscono le lame di roccia; poco più in basso si collega da sinistra un altro sentiero, dopodichè la traccia compie un brusco gomito destrorso, con tratti scorrevoli che si alternano ad altri più difficili. Ci sarà una porzione finale ancora molto accidentata per sassi, che poi si farà un po' più umana, finchè poco dopo aver piegato a a sinistra, si torna sulla sterrata già fatta per salire in cima, da seguire ancora verso sinistra (dist. ~20.7 Km - alt. ~530 m.). Per la seconda volta risaliamo quindi la sterrata che con un chilometro scarso ci riporta al bivio per Colle del Prè e, dopo la serie di gomiti, alla radura del Colle della Serva (dist. ~23 Km - alt. ~730 m.), che questa volta attraversiamo per seguire il sentiero che punta verso sud-ovest, che dopo un breve tratto pianeggiante, prende a salire. Tratto di salita breve (nemmeno 150 metri), ma tormentato da brevi tratti rocciosi che ci appiederanno, a cui si alternano altrettanto brevi porzioni pedalabili; restando sulla traccia principale, scolliniamo piegando ora verso nord-ovest e iniziamo a scendere con fondo qui meno complicato, ma ancora non agevole per punti scalinati su rocce. La parte restante che ci porta al bivio è sicuramente più filante, con rari passaggi rocciosi, anche se gli ultimissimi metri saranno tra i più complicati, con pendenza più rilevante su fondo interamente roccioso  (dist. ~23.8 Km - alt. ~720 m.). Giunti al bivio si può volendo andare a curiosare per la parte restante del sentiero che in 350 metri ci porterebbe al bivio tra Campetto e Prese di Piossasco (dove siamo già passati, al km 6.4), mentre invertendo la direzione, seguendo perciò il ramo di sinistra, si scende verso Piossasco, su sentiero abbastanza complicato, in parte, ma più abbordabile di certo del sentiero delle Lame. Prima porzione pianeggiante e agevole, con poche rocce affioranti ed un solo breve tratto un po' ostico, mentre dopo 500 metri andranno messe in conto delle difficoltà a scendere in sella, per i continui tornanti su fondo dissestato a cui poco dopo si aggiunge anche una pendenza più accentuata. Dopo aver superata una porzione più accessibile nella pineta, superiamo un cippo in pietra e cemento, continuando a scendere con alternanza di tratti complicati ad altri scorrevoli, costringendo quindi ad un po' di sali-scendi dalla sella (anche se i tratti a piedi saranno limitati); superiamo un guado (dipende dalla stagione) con passaggio più ostico e poi un traliccio elettrico a cui segue una porzione più tormentata per rocce, dopodichè si può dire che il peggio è passato. Troveremo un bivio, dove proseguiamo dritti, in direzione nord-est, con il sentiero che ora è quasi completamente pedalabile (inteso come fattibile in sella, visto che siamo in discesa), ove va messo in conto solo qualche raro e brevissimo passaggio a piedi su qualche metro roccioso. Si prosegue con sentiero sempre più relativamente facile, ora anche un po' ondulato per brevi risalite, una delle quali ci porta a superare un edicola votiva, tornando poi a scendere agevole, passando accanto ad una costruzione cilindrica in cemento, poco oltre la quale ci sarà l'ultima porzione di viottolo, che sarà abbastanza sassoso e un po' più pendente, che andrà a terminare sul primo gomito della sterrata che sale da Piossasco verso Monte San Giorgio; completiamo la discesa facendo il gomito, superiamo la sbarra e seguiamo l'asfaltata verso destra che in pochi metri ci riporta al punto di partenza.


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

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