PERCORSO P-O1

SAN GERMANO CHISONE - POMARETTO - CHIOTTI - COMBAGARINO - COLLE LAZZARA' - BOCCHIARDI - RUATA - BOSI - MICIALETTI - DORMIGLIOSI

LAZZARA' ANTIORARIO


Lunghezza: ~34.1 Km
Altitudine max: ~1590 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1180m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 15'
Difficoltà: Medio (indice 6)


gps

DATA: Settembre 2016 

Varianti possibili: Percorso P-O1-V1 - Percorso P-O1-V2 - Percorso P-O1-V3

Il valico al Colle del Lazzarà rappresenta un passaggio classico per chi frequenta la zona del pinerolese e il comprensorio delle valli Chisone e Germanasca. A parte l’elevazione (a 1595 metri) che può essere un impegno consistente per chi non è allenato, può costituire un facile anello privo di qualsiasi difficoltà tecnica, in qualsiasi verso lo si affronti, orario o antiorario, restando sulle strade principali che lo vanno a costituire, in maggioranza asfaltate (ma per la maggior parte tranquille, più di tante sterrate...) e in parte con fondo naturale. L’itinerario proposto in questo caso vede una versione antioraria, scelta essenzialmente per sfruttare le diverse vie discensive su sentiero che offre il versante sud, dando un’alternativa più divertente e impegnativa dal punto di vista tecnico, salendo per la Val Germanasca (si può così approfittare della lentezza delle salita per meglio contemplare i bellissimi scorci che offre il torrente omonimo, soprattutto se un po’ gonfio di acqua) e scendendo poi per le frazioni di Pramollo e per una bella mulattiera verso San Germano Chisone, paese adottato come base per l’itinerario.
 

Punto di riferimento per la partenza è l’uscita del parcheggio in via Vittorio Veneto, che si trova appena lasciata la SS23 alla rotonda, che conduce verso il paese, parcheggio che affianca la strada nel tratto pianeggiante, prima che s’impenni con fondo selciato. Procediamo quindi a inoltrarci nel paese risalendo la selciata, che piega a destra proseguendo a salire per la piazzetta del paese (sulla sinistra fonte a cui rifornirsi di acqua) e oltre questa superando un piccolo tunnel tra le case, per poi divenire semipianeggiante, giungendo al bivio dove a sinistra la strada compie un’ansa sinistrorsa di 180°, che costituisce la salita al Lazzarà in senso orario, che noi quindi ignoriamo, mantenendo la direzione sul ramo di destra, che dopo alcune centinaia di metri andrà a scendere raccordandosi con la SS23, che, volendo, possiamo bypassare inizialmente, costeggiandola sulla sinistra, sfruttando la via ciclabile per alcune centinaia di metri, aggirando un distributore di benzina, per poi confluire sull’asfaltata principale all’altezza di una prima rotonda  (dist. ~3.0 Km - alt. ~510 m.). Qui possiamo ancora evitare il traffico della SS23, in quanto seguiremo la parallela che scorre a sinistra dell’arteria principale, che passa per le frazioni di Piano Maurin e Grange), fino alla successiva rotonda, che invece non offre alternativa e che per circa 1 km ci costringe a convivere con il traffico di questa via principale (soprattutto quelle dei fine settimana estivi). Ancora una rotonda e finalmente ci liberiamo definitivamente dell’arteria asfaltata principale, seguendo ancora una volta l’alternativa di sinistra (SP166) per Pomaretto, ancora passando per alcune frazioni (Fleccia, Inverso Pinasca), fino a lasciare sulla sinistra, dopo Inverso Pinasca, un laghetto artificiale con di fronte a noi Perosa Argentina; la tranquilla asfaltata s’impenna lievemente per poi ridiscendere lambendo Perosa Argentina e introducendosi nella parte più antica e suggestiva del borgo di Pomaretto, con belle ricostruzioni della vita in miniera, che andremo a superare restando sempre sulla sinistra del torrente Germanasca (destra orografica) finchè la stradina asfaltata lo permetterà, quando il suo sviluppo naturale supererà il torrente per uno stretto ponte, per poi risalire più intensa, ma breve, allacciandosi alla provinciale SP169 della Val Germanasca (dist. ~10.3 Km - alt. ~630 m). Ora non resta che risalire per alcuni chilometri questa bella valle, sulla via asfaltata tutto sommato tranquilla (i mezzi che capita di vedere più spesso in molti fine settimana estivi sono quelli carichi con le bici da downhill diretti al bike park di Prali!), godendoci lo spettacolo offerto dall’impetuoso scorrere del torrente Germanasca, con i suoi vortici e cascatelle. Lasciamo la via principale al km 14 del percorso, dopo aver superato Chiotti e l’unica breve parentesi in leggera discesa, prendendo sulla sinistra l’asfaltata per (Albarea e Rivoira) e mantenendo il ramo principale di questa, andando perciò ad ignorare tutte le diramazioni alle varie frazioni dei dintorni. Lasciamo invece quella che pare continuare come via principale che prosegue dritta verso Albarea (FOTO1) (dist. ~18.3 Km - alt. ~1070 m) come da percorso O1-V2, compiendo invece una stretta ansa verso destra ancora a salire, con una prima porzione sterrata poco oltre, per poi tornare temporaneamente su asfalto, divenendo poi definitivamente sterrata, per tutto il resto dell’ascesa. Unico altro bivio importante che incontreremo salendo è quello al km 19.7, dove basta seguire il cartello per il Colle Lazzarà che ci invita a seguire il ramo di sinistra, ignorando quello che prosegue dritto. Ignorando tutte le vie secondarie (vie private o piste forestali), salendo con pendenza costante e fondo sterrato tutto sommato facile, si giungerà a scollinare sul valico del Colle Lazzarà a quota 1590, con ottima vista a 360° (FOTO2) e superbo panorama verso l’alta Val Chisone (FOTO3). Al valico possiamo “impreziosire” la discesa verso Ruata con due possibili alternative su sentieri senz’altro più accattivanti e impegnativi tecnicamente (quindi indicati solo per chi è in possesso di capacità e strumenti adatti), uno che si stacca sulla sinistra e percorre nel primo tratto il crinale verso Truc Lausa (percorso O1-V3) e uno che si stacca scendendo al primo gomito che incontreremo lungo la sterrata (percorso O1-V1); se si vuole restare sul (relativo) tranquillo, si scende restando sulla via principale sterrata. Restando sulla naturale prosecuzione dell’ampia sterrata, si compie un primo brusco gomito sinistrorso, da cui si stacca un sentiero da ignorare, origine del suddetto percorso O1-V3, rimanendo sulla via principale per circa 700 metri dall’inizio della discesa, ovvero in corrispondenza di un bivio per una via che sale verso un casale sulla sinistra, dove noi prenderemo a destra (ma se si vuole restare sull’assolutamente tranquillo basta continuare sulla sterrata principale), seguendo una debole traccia sull’erba, per un centinaio di metri, per poi piegare a sinistra scendendo più decisi, su traccia un po’ più evidente, che dopo circa 200 metri si infila ben evidente, ma ora anche accidentata, in un tratto boschivo. La via scende decisa con fondo irregolare scalinato per 400 metri, giungendo ad una sterrata che va presa verso destra (c’è un sentiero che prosegue invece dritto che può essere un’ulteriore alternativa, sebben più ostica) scendendo per un po’ e risalendo poi, da mantenere fino ad intercettare un viottolo sulla sinistra (dist. ~25.9 Km - alt. ~1400 m) con indicazioni per Ruata, Bocchiardi e Gardellino, che dovremo seguire; dritti invece si va verso loc. Leiretta salendo (ma solo a piedi) verso pilone Gardetta, da cui si proviene quindi se si è optato per il percorso O1-V3. Il viottolo scende deciso, con fondo sconnesso per scalinature da rocce, ma non troppo complicato, che seguito nel suo sviluppo univoco ci farà divertire con il suo andamento sinuoso, mediamente tecnico. Dopo aver oltrepassato una breve porzione con lastre di roccia come fondo, si sbuca su una sterrata (in realtà con fondo in erba) da seguire nel verso di destra, che dopo aver compiuto due tornantini tra alcune case, al terzo, destrorso, va lasciata, a favore del nuovo viottolo che prosegue dritto con fondo in erba. Questo, dopo un breve intervallo un po’ sconnesso, proseguirà filante (al limite in alcuni periodi si può trovare una piccola porzione con erba un po’ alta ed invasiva), mantenendo la sinistra ad un accenno di bivio, quando andremo a passare sopra ad un piccolo borgo che lasciamo sulla destra, per poi puntare alla frazione Bocchiardi, dove superiamo una fontana sulla sinistra, alcune case, superiamo attraversandola una piccola asfalta, per riprendere dall’altra parte il viottolo che serpeggiando tra alcune case con fondo lastricato risale sterrato sulla sinistra. Proseguiamo su sentiero protetto a destra da una staccionata, superiamo con un ponte in legno un ripido ruscello e poi risaliamo un breve tratto ripido con fondo un po’ irregolare per rocce (da sinistra giunge il sentiero alternativo sopra descritto) per poi continuare pianeggiante su fondo erboso. Dopo alcune centinaia di metri la via scende decisa e ostica per un centinaio di metri, per poi superare un altro piccolo ponte in legno e proseguire facile, con finale in leggera ascesa, terminando sull’asfaltata nella parte alta di frazione Ruata. Seguiamo l’asfaltata a scendere, ritrovandoci dopo un centinaio di metri nel piazzale, dove seguendo la sinistra si va a risalire, fino a giungere dopo quasi 250 metri al bivio per Bosi, verso destra, dove dovremo dirigerci (a sinistra invece risale ripida verso il colle Lazzarà, per chi vuole fare un altro giro...). Superato il piccolo borgo, in salita, la via scende per poi riprendere a salire; qui dovremo lasciare l’asfaltata principale per seguire quella che si stacca a destra in discesa (dist. ~28.9 Km - alt. ~1170 m) da tenere per quasi 700 metri, ovvero fin dove questa compie un gomito a destra e noi prenderemo invece la sterrata che in falso piano si stacca verso sinistra (verso destra prosegue invece il percorso O1-V3). Fatti poco più di 200 metri, appena riprende a salire, la lasceremo a favore del sentiero che si disunisce a destra, in discesa, per una prima porzione tutto sommato agevole, seppur un po’ sassosa e leggermente scalinata, per poi farsi lastricata e un po’ sconnessa, perché più scalinata. Tutto questo lungo viottolo di quasi 2 km è divertente dal punto di vista tecnico, con i suoi gomiti e fondo più o meno impegnativo (meglio evitare se bagnato perché in gran parte si troverebbero rocce viscide), con pendenze mai eccessive e dove queste sono più accentuate si tratta di tratti brevissimi, oltre i quali si riesce a recuperare; del resto per ottenere il giusto divertimento, basta adeguare la velocità alle proprie capacità. La via univoca termina su asfaltata in prossimità di un piccolo borgo che seguiremo verso sinistra (a destra c’è invece una fontana, appena prima delle poche case), mantenendone lo sviluppo discensivo e scartando quindi le sterrate che si diramano da questa, che compirà un doppio stretto gomito ravvicinato, per giungere tra le case della frazione Bernardi, dove possiamo optare di completare la discesa su asfalto, seguendone il gomito che verso destra prosegue nel suo sviluppo, oppure seguire una via sterrata (e talvolta un po’ selvaggia, quando la vegetazione tende ad invadere il sentiero) che si stacca sulla sinistra, discretamente ripida nei primissimi metri (dist. ~32.1 Km - alt. ~710 m). Dopo 200 metri il sentiero passa poco sotto un piazzale e appena dopo si biforca; manteniamo il ramo di destra molto scosceso, per sbucare poco sotto su asfaltata da seguire a scendere verso sinistra. Ancora 200 metri e incontriamo una asfaltata minore che si stacca verso destra per borgata Roccia, da seguire, fino a giungere alla fine dell’asfalto dove giriamo sulla sinistra seguendo un viottolo erboso da mantenere fino al suo termine, sulla sottostante asfaltata, che seguiamo verso sinistra a scendere. Restiamo su questa poche decine di metri, per infilare via 1° maggio, stretta asfaltata che si disunisce a destra scendendo ripida, poi lastricata, che termina all’interno di San Germano Chisone sulla via principale dell’abitato, fatta ad inizio itinerario, che seguiamo a destra, che dopo aver piegato verso sinistra termina sul parcheggio di partenza.


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

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