PERCORSO P-O1-Va3

Truc Lausa - Micialetti - Clotti

GUADO PRIVATO


Lunghezza: ~11.3 Km
Altitudine max: ~1630 m s.l.m.
(disl. tot. discesa ~1050m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~1h 10'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Ottobre 2017 

Ancora un percorso per scendere dal crinale del Lazzarà, nadando a sfiorare la cima del Truc Lausa con oltre 1000 metri di dislivello negativo, fino a San Germano Chisone. Nella parte iniziale e per oltre metà predominano i sentieri, essenzialmente abbastanza ostici e non alla portata di tutti, perchè in parte accidentati, talvolta scoscesi e in qualche caso si abbinano entrambe le caratteristiche. In ogni caso vale la pena di farlo almeno una volta per provarlo e godere comunque dei boschi che si vanno ad attraversare. Seconda parte più "turistica", su asfalto per prima e su buona sterrata poi, in compagnia del torrente, fin quasi alle porte di San Germano.


Dal punto di valico del Colle del Lazzarà, con la valle Germanasca alle spalle, abbiamo un esile sentiero che si inerpica sull'aspro crinale di destra e una via appena accennata che marca il dolce crinale prativo di sinistra; seguiamo questa via che procede verso Nord-Est in leggera salita [rif. Percorso P-O1 - Km. 23.9].
Si prosegue sulla carrareccia che seguendo il profilo del crinale scende poi lievemente, verso alcune panche in legno, raggiunte le quali una traccia di sentiero più marcata invita a proseguire in leggera discesa, mentre noi seguiremo la traccia più a sinistra che sale e pare puntare verso la cima del Truc Lausa, via contraddistinta da alcune paline di legno. La via diviene presto difficile da seguire in sella perchè con fondo erboso irregolare, abbinato ad una certa pendenza; salendo la traccia si biforca e noi seguiremo la via di destra e meno pendente, che va a puntare verso un'altra palina in legno. Questa è la porzione più complicata da seguire in termini di orientamento, in quanto la traccia non è molto marcata e più di una porta a scendere, cosa che noi faremo per pochi metri fino ad una successiva palina con la punta rossa, mentre poi, giunti a quella su cui è segnata l'indicazione per San Germano, anzichè continuare a scendere seguendo i resti di un muro a secco che portano verso un casolare montano, seguiamo la traccia di sinistra appena visibile nei primissimi metri, ma poi più marcata e oramai facile da seguire che ci porta a guadagnare quota e di palina in palina, con qualche breve tratto a spinta dove la pendenza e/o il fondo accidentato non permettono diversamente, ci porta a tagliare il versante sud del Truc Lausa appena sotto alla sua cima. Seguendo la traccia di sentiero, ora univoca, rimarremo per un po' oltre quota 1600, seppur con un certo alternarsi di sali-scendi e anche di tratti pedalabili ad altri, più contenuti, un po' complicati, finchè inizierà la discesa vera e propria, con il sentiero che diverrà prevalentemente sconnesso, a tratti scalinato a cui si aggiunge qualche porzione abbastanza incassata nel terreno, per effetto dello scavo delle piogge. Una S marcata (dist. ~2.8 Km - alt. ~1490 m.) segnerà l'inizio di un tratto tortuoso per il susseguirsi di stretti gomiti, che in direzione sud-est ci porta a tagliare Costa Pralumier, dove potremo godere di una buona vista verso Ruata, con la pendenza che si fa decisamente più contenuta giungendo ad una breve porzione rocciosa, da superare a piedi anche perchè spesso è viscida per lo scorrere quasi perenne di acqua. Riprendiamo la traccia, qui meno marcata, appena più sotto sulla destra, proseguendo in direzione est, ancora discretamente tecnica, con alternanza di tratti in cui il sentiero è evidente ad altri in cui lo è meno, abbastanza scalinata su rocce, per tornare poi nel bosco e giungere ad un bivio in loc. Pralumier (dist. ~3.8 Km - alt. ~1330 m.), con il ramo di destra che porterebbe verso loc. Planet (poco pedalabile), mentre noi perseguiamo su quello di sinistra che sale ripido per pochi metri (presumibilmente a spinta), ma che riprende presto a scendere. La discesa torna ad essere accentuata, per di più per un po' su fondo friabile; superiamo una S discretamente complicata, giungendo dopo quasi 200 metri ad un'area pic-nic (qualche tavolo in legno) che oltrepassiamo, trovando poche decine di metri dopo un bivio, in cui scartiamo la traccia principale che prosegue dritta a mezza cosa in leggera discesa, mentre noi seguiremo quella che diverge un po' a destra e scende più ripida (qui un cartello in legno riporta l'indicazione per San Germano). Sentiero ancora non facile, scalinato, sassoso e talvolta anche non proprio pulito, che dopo una piega a destra si fa ancora più ripido e difficile, ma per un breve tratto, dato che un successivo gomito a sinistra segna la fine delle difficoltà, almeno quelle più sostenute, proseguendo agevole, anche se intervallato da qualche passaggio più tecnico. Seguiamo per un po' il sentiero che taglia la costa del monte verso est, lasciandolo quando vedremo (attenzione perchè non molto evidente)  staccarsi sulla destra un esile traccia che prosegue in direzione contraria (dist. ~5.0 Km - alt. ~1140 m.) e che in falso piano prima, con un po' di contropendenza e un po' più in discesa poi ci porta in quasi 300 metri ad uscire su un ampia sterrata, che seguiremo verso destra. Lungo questa troveremo dopo meno di 500 metri il sentiero che scende verso San Germano Chisone, via classica più diretta e semplice, da prendere in considerazione per un finale più semplice (relativamente) di quello che si propone di seguito. Manteniamo la sterrata fino al suo termine, con finale in leggera salita, su un gomito di un'asfaltata che presa a sinistra ci porta nel vicino abitato di Micialetti, tornando presto sterrata; all'altezza della prima casa, in pietra, svoltiamo a sinistra, lasciando questa sulla destra, per un ripido viottolo che subito presenta le prime difficoltà tecniche, che ci faranno più accentuate nei metri successivi. Non è certo una passeggiata, ma non mancano gli spunti divertenti, per chi apprezza il genere, con il tortuoso percorso che scendendo si snoda con un susseguirsi ravvicinato di gomiti su roccia viva. Seguendo la traccia maestra giungeremo, al termine della porzione più difficile, a superare alcuni ruderi di vecchie case (possibile breve tratto ingombro di foglie) per poi puntare con un lungo traverso verso il borgo di  Case Nuove dove sbucheremo su un'asfaltata da seguire verso sinistra in discesa. La veloce discesa ci porta a superare le frazioni di Clotti e Ramate, per poi uscire su un tornante dell'asfaltata principale che sale verso Ruata a destra o scende verso San Germano, direzione che seguiremo. Fatti 150 metri, giunti all'altezza di un piccolo cimitero e appena superato (dist. ~9.0 Km - alt. ~710 m.), svoltiamo a sinistra per una stradina accidentata che scende fino a collegarsi ad una via asfaltata da seguire in discesa verso destra. Appena prima di tornare sulla provinciale, orami nell'abitato di Pramollo, la stradina si biforca; ne seguiamo la bretellina di destra e attraversiamo la provinciale, imboccando sull’altro lato una sterrata che scende verso il letto del sottostante torrente (invece seguendo la provinciale verso destra si risale verso il punto di inizio del percorso P-S2, il bivio per salire al Colle Lazzarà, distante 400 metri), a meno che non abbiate fretta di raggiungere San Germano nel modo più semplice e veloce possibile, in questo caso conviene prendere la provinciale verso sinistra. Superiamo il cartello che segnala la pista forestale e il divieto di transito, giungendo ad un trivio appena a margine del torrente: a sinistra si scende su orografica sinistra del torrente con necessità di fare poi un paio di guadi, talvolta disagevoli, la via centrale porta a superare il torrente tramite guado (fattibile quando c’è poca acqua), mentre la via di destra lo scavalca tramite un ponte di legno, ricongiungendosi poi con un breve sentiero alla via con guado. La via risale, ma la lasciamo subito a favore di una stradina secondaria che si stacca sulla sinistra e corre poco sopra al torrente, sull’orografica destra. La via poi si inserisce sulla sterrata principale, più ampia, procedendo ora a pochi metri dal corso d’acqua, talvolta leggermente accidentata in qualche porzione, a seconda degli eventi idrici del torrente, arrivando in meno di un chilometro ad un punto dove è possibile guadare e tornare sull’altro lato (operazione un po’ difficoltosa in caso di grossa portata), mentre un’altra possibilità per fare ciò è un ponticello che non ispira però molta fiducia, poche decine di metro dopo. Passati sulla sponda opposta risaliamo ora la ripida stradina sterrata (dove troviamo un cartello che indica a chi scende in direzione opposta “Guado privato”!) che in breve trona sulla provinciale. Seguiamo questa verso destra in leggera discesa e in 500 metri arriviamo a ricongiungerci al percorso principale, che scende da Borgata Roccia, oramai nella zona periferica di San germano [rif. Percorso P-O1 - Km. 33.1]

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



   
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

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