Ancora un percorso per scendere dal crinale del Lazzarà, nadando
a sfiorare la cima del Truc Lausa con oltre 1000 metri di dislivello
negativo, fino a San Germano Chisone. Nella parte iniziale e per
oltre metà predominano i sentieri, essenzialmente abbastanza ostici
e non alla portata di tutti, perchè in parte accidentati, talvolta
scoscesi e in qualche caso si abbinano entrambe le caratteristiche.
In ogni caso vale la pena di farlo almeno una volta per provarlo e
godere comunque dei boschi che si vanno ad attraversare. Seconda
parte più "turistica", su asfalto per prima e su buona sterrata poi,
in compagnia del torrente, fin quasi alle porte di San Germano.
Dal punto di valico del Colle del Lazzarà, con la valle
Germanasca alle spalle, abbiamo un esile sentiero che si inerpica
sull'aspro crinale di destra e una via appena accennata che marca il
dolce crinale prativo di sinistra; seguiamo questa via che procede
verso Nord-Est in leggera salita [rif.
Percorso P-O1 - Km. 23.9].
Si prosegue sulla carrareccia che seguendo il profilo del crinale
scende poi lievemente, verso alcune panche in legno, raggiunte le
quali una traccia di sentiero più marcata invita a proseguire in
leggera discesa, mentre noi seguiremo la traccia più a sinistra che
sale e pare puntare verso la cima del Truc Lausa, via
contraddistinta da alcune paline di legno. La via diviene presto
difficile da seguire in sella perchè con fondo erboso irregolare,
abbinato ad una certa pendenza; salendo la traccia si biforca e noi
seguiremo la via di destra e meno pendente, che va a puntare verso
un'altra palina in legno. Questa è la porzione più complicata da
seguire in termini di orientamento, in quanto la traccia non è molto
marcata e più di una porta a scendere, cosa che noi faremo per pochi
metri fino ad una successiva palina con la punta rossa, mentre poi,
giunti a quella su cui è segnata l'indicazione per San Germano,
anzichè continuare a scendere seguendo i resti di un muro a secco
che portano verso un casolare montano, seguiamo la traccia di
sinistra appena visibile nei primissimi metri, ma poi più marcata e
oramai facile da seguire che ci porta a guadagnare quota e di palina
in palina, con qualche breve tratto a spinta dove la pendenza e/o il
fondo accidentato non permettono diversamente, ci porta a tagliare il versante sud del Truc Lausa appena
sotto alla sua cima. Seguendo la traccia di sentiero, ora univoca,
rimarremo per un po' oltre quota 1600, seppur con un certo
alternarsi di sali-scendi e anche di tratti pedalabili ad altri, più
contenuti, un po' complicati, finchè inizierà la discesa vera e
propria, con il sentiero che diverrà prevalentemente sconnesso, a
tratti scalinato a cui si aggiunge qualche porzione abbastanza
incassata nel terreno, per effetto dello scavo delle piogge. Una S
marcata (dist. ~2.8 Km - alt. ~1490 m.) segnerà l'inizio di un
tratto tortuoso per il susseguirsi di stretti gomiti, che in
direzione sud-est ci porta a tagliare Costa Pralumier, dove potremo
godere di una buona vista verso Ruata, con la pendenza che si fa
decisamente più contenuta giungendo ad una breve porzione rocciosa,
da superare a piedi anche perchè spesso è viscida per lo scorrere
quasi perenne di acqua. Riprendiamo la traccia, qui meno marcata,
appena più sotto sulla destra, proseguendo in direzione est, ancora
discretamente tecnica, con alternanza di tratti in cui il sentiero è
evidente ad altri in cui lo è meno, abbastanza scalinata su rocce,
per tornare poi nel bosco e giungere ad un bivio in loc. Pralumier (dist.
~3.8 Km - alt. ~1330 m.), con il ramo di destra che porterebbe verso
loc. Planet (poco pedalabile), mentre noi perseguiamo su quello di
sinistra che sale ripido per pochi metri (presumibilmente a spinta),
ma che riprende presto a scendere. La discesa torna ad essere
accentuata, per di più per un po' su fondo friabile; superiamo una S
discretamente complicata, giungendo dopo quasi 200 metri ad un'area
pic-nic (qualche tavolo in legno) che oltrepassiamo, trovando poche
decine di metri dopo un bivio, in cui scartiamo la traccia
principale che prosegue dritta a mezza cosa in leggera discesa,
mentre noi seguiremo quella che diverge un po' a destra e scende più
ripida (qui un cartello in legno riporta l'indicazione per San
Germano). Sentiero ancora non facile, scalinato, sassoso e talvolta
anche non proprio pulito, che dopo una piega a destra si fa ancora
più ripido e difficile, ma per un breve tratto, dato che un
successivo gomito a sinistra segna la fine delle difficoltà, almeno
quelle più sostenute, proseguendo agevole, anche se intervallato da
qualche passaggio più tecnico. Seguiamo per un po' il sentiero che
taglia la costa del monte verso est, lasciandolo quando vedremo
(attenzione perchè non molto evidente) staccarsi sulla destra
un esile traccia che prosegue in direzione contraria (dist. ~5.0 Km
- alt. ~1140 m.) e che in falso piano prima, con un po' di
contropendenza e un po' più in discesa poi ci porta in quasi 300
metri ad uscire su un ampia sterrata, che seguiremo verso destra.
Lungo questa troveremo
dopo meno di 500 metri il sentiero che scende verso San Germano
Chisone, via classica più diretta e semplice, da prendere in
considerazione per un finale più semplice (relativamente) di quello
che si propone di seguito. Manteniamo la sterrata fino al suo
termine, con finale in leggera salita, su un gomito di un'asfaltata
che presa a sinistra ci porta nel vicino abitato di Micialetti,
tornando presto sterrata; all'altezza della prima casa, in pietra,
svoltiamo a sinistra, lasciando questa sulla destra, per un ripido
viottolo che subito presenta le prime difficoltà tecniche, che ci
faranno più accentuate nei metri successivi. Non è certo una
passeggiata, ma non mancano gli spunti divertenti, per chi apprezza
il genere, con il tortuoso percorso che scendendo si snoda con un
susseguirsi ravvicinato di gomiti su roccia viva. Seguendo la
traccia maestra giungeremo, al termine della porzione più difficile,
a superare alcuni ruderi di vecchie case (possibile breve tratto
ingombro di foglie) per poi puntare con un lungo traverso verso il
borgo di Case Nuove dove sbucheremo su un'asfaltata da seguire
verso sinistra in discesa. La veloce discesa ci porta a superare le
frazioni di Clotti e Ramate, per poi uscire su un tornante
dell'asfaltata principale che sale verso Ruata a destra o scende
verso San Germano, direzione che seguiremo. Fatti 150 metri, giunti
all'altezza di un piccolo cimitero e appena superato (dist. ~9.0 Km
- alt. ~710 m.), svoltiamo a sinistra per una stradina accidentata
che scende fino a collegarsi ad una via asfaltata da seguire in
discesa verso destra. Appena prima di tornare sulla provinciale,
orami nell'abitato di Pramollo, la stradina si biforca; ne seguiamo la bretellina di destra e attraversiamo la provinciale, imboccando sull’altro lato una sterrata che scende verso il letto del sottostante torrente
(invece seguendo la provinciale verso destra si risale verso il punto di inizio del percorso
P-S2, il bivio per salire al Colle Lazzarà, distante 400 metri), a meno che non abbiate fretta di raggiungere San Germano nel modo più semplice e veloce possibile, in questo caso conviene prendere la provinciale verso sinistra.
Superiamo il cartello che segnala la pista forestale e il divieto di
transito, giungendo ad un trivio appena a margine del torrente: a sinistra si scende su orografica sinistra del torrente con necessità di fare poi un paio di guadi, talvolta disagevoli, la via centrale porta a superare il torrente tramite guado (fattibile quando c’è poca acqua), mentre la via di destra lo scavalca tramite un ponte di legno, ricongiungendosi poi con un breve sentiero alla via con guado. La via risale, ma la lasciamo subito a favore di una stradina secondaria che si stacca sulla sinistra e corre poco sopra al torrente, sull’orografica destra. La via poi si inserisce sulla sterrata principale, più ampia, procedendo ora a pochi metri dal corso d’acqua, talvolta leggermente accidentata in qualche porzione, a seconda degli eventi idrici del torrente, arrivando in meno di un chilometro ad un punto dove è possibile guadare e tornare sull’altro lato (operazione un po’ difficoltosa in caso di grossa portata), mentre un’altra possibilità per fare ciò è un ponticello che non ispira però molta fiducia, poche decine di metro dopo. Passati sulla sponda opposta risaliamo ora la ripida stradina sterrata (dove troviamo un cartello che indica a chi scende in direzione opposta “Guado privato”!) che in breve trona
sulla provinciale. Seguiamo questa verso destra in leggera discesa e
in 500 metri arriviamo a ricongiungerci al percorso principale, che
scende da Borgata Roccia, oramai nella zona periferica di San
germano [rif. Percorso P-O1 - Km.
33.1]
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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