Percorso ad anello, breve, ma non certo facile tecnicamente,
caratterizzato da un lungo e suggestivo sentiero discensivo che
partendo da quota 1500, prima "precipita" verso località Pomeano
(sentiero 309 delle carte Fraternali),
poi, se le forze (psicologiche) ancora ci assistono, completa la discesa con altro
viottolo in gran parte roccioso e tortuoso, soprattutto nel finale,
fino al punto di partenza di Pramollo. Se la parte in salita è più
che abbordabile, con pendenze sostenute ma non impossibili,
soprattutto nella prima parte asfaltata, i quasi 6 km finali non
sono sicuramente adatti a chiunque, se non mettendo in conto tratti
più o meno lunghi a piedi. Chi invece predilige le emozioni forti
qui avrà modo di trovarle: porzioni fortemente scoscese e tortuose,
tratti esposti, fondo scalinato e irregolare, ma tutto pressoché
fattibile in sella (chi può...)!
L'ovvia partenza è nel punto di minima elevazione del percorso, in
loc. Pramollo, facendo base alle borgate di Rue/Cortili; punto di
riferimento per settare distanze è la stretta
asfaltata che si origina con un ponte a scavalcare il torrente
(strada che sale verso le località Feugiorno, Faetto, Colle Vaccera), nel
punto in cui la via asfaltata principale compie un ampio gomito destrorso a
salire al Colle Lazzarà.
Attraversiamo il ponte e seguiamo l'asfaltata che sale da subito
ripida, iniziando a proporci stretti gomiti in
successione, superando una ad una le borgate di Feugiorno, Crosasso
e Faetto; via molto tranquilla, poco trafficata (meglio di tante
sterrate), salvo rare eccezioni, tipo nella stagione dei funghi.
Salendo si amplierà sempre di più la visuale sul versante sud del
Colle Lazzarà e Truc Lauza, con ottimi scorci fin verso la Val
Chisone. La via asfaltata ci accompagna fino a loc. Sangle, dove
fatto un gomito destrorso, avremo un bel fontanile a cui rifornirci
di acqua, dato che poi non troveremo più nulla fino al Colle Vaccera. Si continua ora su
sterrata, con fondo abbastanza regolare; ad una prima ansa destrorsa
si stacca un'altra sterrata che prende a scendere, proseguimento del
percorso P-S1
(dist. ~4.8 Km - alt. ~1170 m.) che noi ignoreremo proseguendo a
salire, così come scarteremo appena dopo l'alternativa di sinistra
per salire al Vaccera, contraddistinta dal cartello "Vaccera a
piedi", a meno che appunto non la si vuole fare in parte a piedi.
Continua il susseguirsi di gomiti destri e sinistri che ci faranno
rapidamente guadagnare quota, con un'unica biforcazione attorno al
km 6.3 dove terremo il ramo di sinistra, proseguendo a salire
costantemente, avvicinandoci sempre di più alla sommità dei monti
sovrastanti. L'ultima porzione è un lungo traverso sulla costa in
prossimità della sommità del monte Castelletto, che ci porta al
naturale scollinamento al Colle Vaccera, appena prima del quale
possiamo aggiungere un'appendice (naturalmente opzionale) per dare
un po' più di ampiezza al giro; appena prima di scollinare giriamo
perciò a sinistra, seguendo la traccia sulla costa erbosa quasi ad
invertire la direzione, via che dopo 200 metri s'impenna
notevolmente, portandoci a girare attorno al cocuzzolo del Monte
Castelletto, giungendo ad una prima piattaforma panoramica in legno,
da dove si gode un bellissimo panorama verso la Val Chisone, mentre
proseguendo la via, si giunge in 150 metri ad una seconda
piattaforma, da cui si ha un panorama altrettanto bello verso Torino
(FOTO1)
e da cui si origina il sentiero per il percorso
P-S1-Va1(dist. ~10.1 Km - alt. ~1500 m.). Si scende ora verso
ovest per tornare al valico del Colle Vaccera, su viottolo
leggermente accidentato, giungendo in circa 700 metri nell'area
attrezzata con tavoli in legno, all'altezza di una meridiana a
dominare la costa prativa, altro ottimo punto panoramico sui monti
circostanti, fino al Monviso
(FOTO2).
Scartando la via asfaltata che scende verso Angrogna sulla sinistra,
prendiamo a salire per la sterrata subito a destra di questa, alla
cui origine c'è una fontanella; le vie in realtà sono due
affiancate, quella di sinistra più comoda e marcata e quella di
destra che sarà quella da seguire (o subito, oppure poco più
avanti). Se siamo restati sulla via comoda, dopo circa 300 metri,
c'è una piazzola che mette in comunicazione le due vie e qui ci si
porta su quella di destra, proseguendo ora univocamente a salire,
superando il piccolo edificio dell'acquedotto, prosegue il taglio
della costa del monte Servin, mentre da sinistra si congiunge
un'altra sterrata e 100 metri oltre avremo una biforcazione, dove
opteremo per il ramo di destra che scende verso una fontana, per poi
risalire e spianare, andando a toccare qui la massima elevazione del
giro; 200 metri dopo il bivio, sulla destra avremo l'origine del non
evidentissimo sentiero, contrassegnato dal cartello "Pomeano Ruata",
che subito scende ripido, da seguire. Tratto estremamente pendente,
con parti che andranno a superare anche il 30%, snodandosi tra gli
alberi in un veloce slalom, divertente, ma anche difficoltoso, se
fatto in periodi non congeniali (viscido se umido e friabile se
arido), con una delle porzioni più complicate, seppur brevissima,
perchè il fondo è molto rovinato, appena dopo una brusca piega a
sinistra. Seguono altri tratti sinuosi e divertenti, ma sempre
complicati per la forte pendenza, che ci portano ad un paio di
ruderi in pietra, dove, all'altezza del secondo, si piega a
sinistra, andando a tagliare la costa per un breve tratto
semipianeggiante che si conclude con una breve porzione molto
esposta, appena prima di puntare all'attraversamento di un primo
ruscelletto
(dist. ~12.9 Km - alt. ~1350 m.). Dopo il guado si spinge per
qualche metro per risalire la ripida costa opposta, per poi
riprendere a scendere su complicato, ma brevissimo, tratto su rocce,
a cui si alternano rapidamente porzioni difficili ad altre facili,
fino ad un nuovo complicato passaggio che porta ad un successivo
nuovo guado (naturalmente se c'è acqua) oltre il quale si risale per
un breve tratto, in parte anche agevole. Presto si torna a scendere,
su porzione sassosa, che prevede il superamento di una S un po'
complicata per la pendenza, per poi proseguire facile fino ad un
grosso sperone roccioso, spettacolare balcone naturale verso
Pramollo
(FOTO3).
Si riprende a scendere con sentiero che continua ad essere molto
variegato; essenzialmente si scende, ma non manca qualche breve
ascesa, con alternanza di tratti agevoli che si intervallano ad altri
ostici e/o esposti, rocciosi, scalinati, ma anche divertenti, con le
porzioni scorrevoli che prendono sempre più il sopravvento su quelle
complicate. Lungo un tratto lastricato naturale in rocce cominceremo
a scorgere Pomeano
(FOTO4),
nostra prossima tappa, con il finale scalinato che ci porta
all'attraversamento del torrente tramite un ponte di legno, oltre
cui si risale tramite un sentiero/mulattiera, verso Pomeano. Dopo un
centinaio di metri, lungo un tratto più ripido, ignoriamo un
sentiero che si stacca sulla sinistra, proseguendo verso est, con il
viottolo che poi spianerà un po', per poi riprendere a salire
impennandosi negli ultimi metri prima di confluire su una sterrata
dove manterremo la direzione, giungendo dopo 150 metri alle prime
case di Pomeano, su asfaltata da proseguire a scendere. Scendiamo
tra le case del paese, superando un paio di fontane in cui sarà
possibile rifornirsi di acqua, lasciando l'asfaltata che prosegue a
scendere comodamente verso la provinciale 168 (da tenere quindi in
considerazione se si desidera una scappatoia facile e veloce) dopo
300 metri dal suo inizio, a favore di un'altra asfaltata minore che
scende sulla destra e compie subito un gomito sinistrorso, passando
accanto ad un piccolo impianto sportivo. Manteniamo questa via che
presto, alle ultime case del borgo, prosegue sterrata, compie
un'ansa verso destra e poche decine di metri dopo va lasciata per
proseguire sul sentiero che si origina verso sinistra (se si passa
in velocità si rischia di non scorgerlo, quindi prestare
attenzione...); poco più di 2 km divertenti, per quanto tecnicamente
difficoltosi, in gran parte su lastricato naturale in roccia, scalinati e
abbastanza ripidi (dist. ~16.3 Km - alt. ~970 m.). Dopo un brevissimo tratto agevole
infatti, inizia il fondo
roccioso, molto scalinato a tratti sassoso, che contraddistingue
questo viottolo quasi per la sua interezza, fino al suo epilogo; chi
ama il genere troverà gran divertimento, gli altri mettano in conto
tratti a piedi oppure... evitino. La porzione più adrenalinica è quella finale,
quando sotto si comincia ad intravvedere il borgo di Rue (Pramollo), decisamente tortuosa e ripida, per un susseguirsi di
gomiti e controgomiti ravvicinati, dove in circa 300 metri si
perderanno oltre 70 metri di quota! Il passaggio su un piccolo ponte
in legno con attraversamento del torrente segnerà la fine delle difficoltà; le ultime decine di metri
in direzione nord-est su sentiero facile ci riportano al punto di
partenza, al ponte al limitare di Rue/Cortili.
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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