PERCORSO A5

TERNI - CESI - S.ERASMO - P.CHICCHIRICHI' - L'EREMITA - COSTA LE MONACHE - P.MEZZANELLI - CANCELLI - LE PRATA - FOSSO LICINO - I LIONI

LE MONACHE


Lunghezza: ~33.5 Km
Altitudine max: ~960 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1450m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 30'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Luglio 2011 

Giro con chilometraggio abbastanza contenuto, ma molto faticoso e non facile, visto che vede concentrati nei suoi 33km quasi 1500 metri di dislivello totale, con 3 salite (senza contare la prima, la più lunga, ma anche la più facile), decisamente aspre, in primis quella che sale dal Fosso dell'Eremita, estremamente dura, soprattutto nei periodi in cui il maltempo ne dissesta il fondo. In compenso due belle discese, in gran parte su sentiero, una abbastanza abbordabile, che porta fino al Fosso dell'Eremita e una finale, decisamente più tecnica, che appunto contribuisce a tenere alto il livello di difficoltà del giro, che ridiscende l'intera Valle di Licino, fino a tornare alla periferia di Terni, zona Gabelletta, nostra base di partenza.

Dato che il percorso giace sui monti martani, che bordano a nord la conca ternana, adottiamo come base di partenza la zona periferica nord-ovest della città di Terni, precisamente lungo via delle Terre Arnolfe (parte iniziale della provinciale 22 che sale a Cesi), dove da sinistra confluisce via della Stadera, mentre sulla destra c'è un'ampia zona di parcheggio, di fronte al complesso scolastico di Campomaggiore.
Prendiamo in direzione Cesi (nord-ovest) per 650 metri; dove la provinciale prende a salire piegando a sinistra, la lasciamo a favore della stradina asfaltata che si origina sulla destra, via delle Madonnine e prende a salire. Questa passa sotto alla linea ferroviaria della Centrale Umbra, per poi subito dopo compiere una piega netta a destra; qui la lasciamo, proseguendo invece dritti, sulla sterrata che ancora sale. Scartata un'altra sterrata verso sinistra, passiamo di fronte alla piccola chiesetta di S.Zenone, oltre la quale solitamente c'è da superare una sbarra, che ci separa da un uliveto che attraverseremo mantenendo la direzione, ancora a salire, ora un po' più intensamente. Seguendo il tratturo, compiremo un gomito a 90° verso sinistra, per poi, superata un'altra sbarra, riconfluire sulla provinciale per Cesi, da prendere a salire.  La via punta inizialmente verso est, per poi compiere un ampio tornante, invertendo la direzione verso Cesi; nel mezzo del tornante, di fronte a noi in alto, avremo la valle del Fosso di Licino, da dove ridiscenderemo nel finale di giro. Seguiamo la provinciale per alcuni chilometri, via che ci condurrà, dopo aver visto collegarsi da destra la via che scende da Colle Zannuto (percorso Aj) al km. 4.4, all'abitato di Cesi, dove proseguiremo fino a scollinare, proseguendo nella stessa direzione, ora quindi in discesa, restando sulla provinciale per altri 400 metri, dove la lasciamo (dist. ~5.4 Km - alt. ~405 m.) a favore della stretta asfaltata che si origina sulla destra, prendendo a salire per S.Erasmo e l'osservatorio. La via sale incassata tra le case, impennandosi per un breve tratto, al termine del quale si divide; dritti si va verso l'interno del paese, in una piazzetta poco oltre dove c'è anche una fontanella per rifornirsi di acqua, mentre noi compiremo uno stretto gomito sinistrorso per seguire il ramo di asfaltata che prosegue a salire, ancora ripido per alcuni metri. Ignorata la via di destra che sale verso S.Onofrio, lasciamo l'abitato alle spalle, con la salita che si addolcisce facendosi più abbordabile; non resta che seguirla nel suo sviluppo univoco in costante ascesa. Lungo la salita supereremo alcuni tornanti ravvicinati per poi giungere nella zona pic-nic, con i primi tavoli in legno appena all'interno del bosco sulla sinistra e poco oltre l'osservatorio sulla destra e ancora più avanti il campo di tiro al volo. Continuiamo a salire lungo l'asfaltata, tenendo presente che all'altezza del campo di tiro al volo (sulla destra), c'è la possibilità di rifornirsi d'acqua alla fontanella che si trova un po' internata nel bosco, sulla sinistra e che non ne incontreremo altre per molti chilometri. La strada compirà un gomito a 180° verso destra e un altro sinistrorso poche centinaia di metri oltre, dove si ha un bel panorama verso il basso, con San Gemini che domina la scena, mentre sull'altura esterna al tornante si erge la chiesa di S.Erasmo. Proseguiamo sempre lungo la via principale, che lascerà sulla sinistra un'altra zona per pic-nic, con tavoli e caminetti, mentre sulla destra si originano un paio si alternative trekking (in bici sono estremamente dure, soprattutto quella più a sinistra e portano entrambe verso la zona di Cisterne Nuove); appena oltre cessa l'asfalto, con la via, sempre ampia, che è ora sterrata. Manteniamo la via principale, che sale più o meno costante, facendosi un po' più pendente in un tratto fino al bivio per Cisterne Nuove (dist. ~11.5 Km - alt. ~930 m.),  che vedremo sulla destra, e ignoreremo, in corrispondenza di una piega sinistrorsa della strada, con la salita che ora si addolcisce. Manteniamo la via principale per altri per altri 400 metri, interrompendo qui l'ascesa verso il monte Torre Maggiore, andando a seguire una via minore che si stacca sulla sinistra, in leggera discesa; la via si farà poi un po' accidentata per breve porzioni, riprendendo poi a salire momentaneamente nell'attraversamento di un tratto boschivo, riscendendo poi, con altri tratti un po' sassosi che si alternano ad altri più filanti. La via piega a sinistra, solcando un tratto prativo, a metà del quale la traccia principale piega a destra verso un traliccio elettrico, scendendo verso la principale per l'Eremita, mentre noi proseguiamo dritti puntando verso la successiva altura di Poggio Chicchirichì (dist. ~13.2 Km - alt. ~905 m.). Salita un po' sconnessa per un centinaio di metri, cosa che la rende più dura, poi il fondo migliora e la pendenza diminuisce, con la via che punta verso una costruzione recintata, interrompendosi sul cancello d'ingresso di questa; aggiriamo la recinzione verso sinistra su una debole traccia a ridosso di essa, sulla quale potremo scorgere anche le targhette metalliche segnavia dei martani trekking. Dopo alcune decine di metri, la traccia si discosta leggermente dalla recinzione, che però resta sempre a vista, scendendo ora su sentiero leggermente sconnesso; seguiamo sempre la traccia principale, che torna a ridosso della recinzione, penetrando poco dopo nel bosco e divenendo al contempo sconnessa per rocce e sassi. Percorso un altro centinaio di metri troveremo di fronte un mucchio di pietre, con la via che piega a sinistra, tornando agevole e più ampia, che però subito lasciamo nel suo sviluppo principale discensivo, a favore di un sentiero che si origina sulla destra, risalendo un po' per alcune decine di metri, per poi prendere definitivamente a scendere, con fondo inizialmente ripido e accidentato per qualche asperità roccia (dist. ~14.3 Km - alt. ~860 m.). Non resta ora che seguire la divertente traccia, con continui cambi di direzione, non troppo complicata e adatta un po' a tutti i palati, potendo regolare la velocità in base alle proprie capacità, con traccia abbastanza evidente sul terreno e alternanza di tratti un po' tecnici ad altri filanti. Si giungerà quindi in vista dell'eremo di Cesi, con la traccia che si biforca; entrambe scendono sulla sottostante sterrata che sale dal parcheggio di Carsule, ma noi seguiamo quella di destra, contrassegnata dai segni bianco-rossi trekking, che in breve ci porta di fronte all'antico complesso monastico (FOTO), seguendo ora la via verso destra, in leggera ascesa. Superato subito l'ingresso principale all'eremo, percorriamo in tutto un centinaio di metri della sterrata, quando, pochi metri dopo il termine del muro a secco che borda la strada sulla sinistra, penetriamo nel bosco, scendendo a sinistra per la traccia che lì si origina. Attraversiamo una prima volta il leggero impluvio, scartando pure una traccia minore sulla sinistra, per poi vedere la traccia principale che compie una netta piega sinistrorsa, facendosi al contempo un po' sconnessa, andando a riattraversare lo stesso impluvio, incontrando pochi metri dopo un bivio (dist. ~15.1 Km - alt. ~740 m.); la via si sinistra risale verso l'eremo, mentre noi seguiamo quella di destra, con pochi metri tecnici, per poi lasciare il posto ad una traccia univoca, abbastanza scorrevole e divertente, seppur inframmezzata da una breve porzione un po' sconnessa. Il sentiero terminerà in poche centinaia di metri sull'ampia sterrata che sale dal parcheggio di Carsule alla Romita, che seguiremo a salire, quindi verso destra, per nemmeno 200 metri, che lasceremo a favore della via minore che si stacca sulla sinistra scendendo per andare ad attraversare subito il fosso dell'Eremita e poi impennarsi in una dura salita. Solitamente la via seppur ripida e fattibile in sella, salvo quando il fondo viene "sconvolto" fa fenomeni atmosferici violenti, che possono complicarne non poco la percorribilità. Dopo quasi 300 metri troveremo un bivio, dove ci sarà da scegliere: la via di destra è la "classica", dura nel suo complesso per via del fondo roccioso e irregolare, che in condizioni fondo ottimali (quando il meteo non la complica) vede la parte più severa concentrata nella parte centrale, molto accidentata e che costituisce quindi una dura sfida! Voglio quindi proporre questa volta una via diversa, quella di sinistra, dura anch'essa, dove ci sarà invece sicuramente da scendere per un paio di centinaia di metri, a prescindere dal meteo, perchè molto sassosi; all'inizio sale in maniera non eccessivamente impegnativa, per poi pure spianare, fino a giungere dopo 500 metri ad un bivio (dist. ~16.5 Km - alt. ~710 m.): a sinistra si scende verso la zona del bivio di Portaria, mentre noi dovremo naturalmente optare per la destra, in salita. Prima porzione in cui i più ardimentosi si potranno pure cimentare, dato che una striscia di via è in discreto strato e seppur molto ripida ha un fondo ancora al limite della percorribilità; poi dubito che si possa continuare in sella, dato che il fondo è per la sua interezza costituito da grossi sassi, che mettono in difficoltà pure a farlo in discesa. Per fortuna che il tutto si conclude dopo circa 200 metri, su una carrareccia, ancora un po' sassosa, ma pedalabile, da seguire verso destra a salire (verso sinistra scende il percorso Ai). Lungo l'ascesa scarteremo una minore di destra, poi il fondo torna a farsi un po' più accidentato, fino a scollinare dove vedremo scendere da destra l'alternativa prima descritta (la via classica); proseguiamo ora in discesa, con la via che ci porta a transitare accanto a degli abbeveratoi, dove la discesa termina. Proseguiamo ignorando le vie di destra che portano verso la vicina costruzione nel bosco, salendo e andandosi ad inserire sulla carrareccia che prendiamo a seguire verso destra, passando vicini alla costruzione che ci lasciamo sulla destra, con la via che da lì si fa molto severa, dato che alla pendenza si aggiunge un fondo compatto, ma molto irregolare. Al termine del tratto più ostico la via piega a sinistra, con la pendenza che si fa più abbordabile, per poi spianare e scendere lievemente, verso località Poggio Mezzanelli, dove vedremo scendere da destra la via per il monte Vagliamenti, monte che aggireremo nei prossimi chilometri di percorso. Da Poggio Mezzanelli va seguita la via principale che scende ora decisa, passando accanto ad una pozza d'acqua, sulla sinistra; sterrata sostanzialmente buona, salvo trovarla un po' più complicata in caso di fenomeni meteorologici violenti, che portano il ciottolame ad ammassarsi irregolarmente. Dopo una brevissima rampa in salita, la via termina con una porzione sconnessa per grosse lastre rocciose, scendendo sulla via che sale dal bivio di Sarchiano verso Cancelli, nostra prossima tappa, verso destra, direzione che dovremo seguire (dist. ~19.7 Km - alt. ~730 m.). Sterrata che sale abbastanza regolare, meno intensa nella parte finale, dove troveremo anche qualche breve tratto discensivo; il fondo è sostanzialmente buono, con rari tratti un po' sconnessi. Giunti a località Cancelli, ignoriamo la via secondaria che sulla destra sale verso il Vagliamenti, lasciandoci l'antica costruzione sulla destra, solcando un tratto prativo, prendendo poi a ascendere, con fondo accidentato nel finale della carrareccia che attraversato un cancello in legno si divide (dist. ~22.1 Km - alt. ~850 m.); scartata la via principale che prosegue piegando a destra per località Vallonga, imbocchiamo la mulattiera che si origina verso sinistra. che dopo un breve tratto si restringerà facendosi un po' tecnica per il fondo sassoso e scalinato. Il sentiero sarà quasi interamente in discesa, salvo una breve e lieve risalita dopo l'attraversamento di un piccolo corso d'acqua perennemente in secca, mediamente tecnico, un po' più ostico per pochi metri tra rocce, fino ad uscire su una radura dove ci teniamo sulla destra, passando tra cespugli di ginestre e terminare infine sull'ampia sterrata che sale da Pracchia, da prendere verso destra (dist. ~23.5 Km - alt. ~710 m.), per un lungo tratto discensivo di oltre un chilometro. La via prenderà a salire in corrispondenza dell'origine di una secondaria che scende sulla sinistra, da ignorare, così come sarà da ignorare un'altra secondaria sempre di sinistra alcune centinaia di metri dopo, punto in cui la salita si farà molto dura con rampe molto ripide; per fortuna il fondo ci è alleato perchè livellato e compatto (forse lo si può trovare un po' sdrucciolevole in periodi secchi). Di tanto in tanto qualche porzione di salita più abbordabile, e ancor di più brevi tratti di pianura e discese, ci permetteranno di riprendere fiato, fino a guadagnare la sella ai quasi 900 metri sul versante nord-est del monte Torre Maggiore, dove da destra vedremo scendere una secondaria, proveniente proprio dalla parte più un quota del monte (percorso Aw). Proseguiamo sulla via principale che ora scende decisa, con una porzione finale anche abbastanza sconnessa, da cui si stacca a sinistra un'altra via minore valida per scendere verso la Valserra, a cui segue un tratto semipianeggiante, che più avanti, con un breve strappo finale, ci porta tra i ruderi dell'antica località di Le Prata. Appena sulla porzione prativa ci teniamo sulla sinistra puntando al traliccio vicino e poi subito al successivo, all'altezza del quale pieghiamo verso destra, scendendo verso la testa di Vale di Licino, confortati dalle tracce bianco-rosse dei segnavia trekking. Il sentiero a momenti è poco evidente sul manto erboso, ma ci è d'aiuto la linea elettrica e i tralicci che la sostengono; basta infatti adottare questi come guida, per ritrovarci all'imbocco del sentiero che scende l'intera valle, penetrando nel bosco e facendosi quasi subito sconnesso, perchè scalinato e roccioso. Il lungo single track, per una lunga prima parte sull'orografica sinistra della valle,  è abbastanza impegnativo tecnicamente, soprattutto in alcuni passaggi tra le rocce e porzioni sassose, mentre sono rari e brevi i tratti scorrevoli; per contro lo si trova prevalentemente sgombro di vegetazione, perchè soggetto con buona frequenza a taglio, forse degli enduristi che ne fruiscono, anche se nel periodo primaverile, con la crescita più rigogliosa, qualche rovo che è d'intralcio sul sentiero è possibile trovarlo. La via è univoca e scorre ravvicinata al letto del fosso, che spesso è incassato tra le alte pareti che fanno da sponda, finchè lo si attraverserà (dist. ~30.1 Km - alt. ~500 m.), portandosi sulla destra di questo, con la traccia che poco dopo diverrà più agevole, sdoppiandosi dopo 300 metri; noi ci terremo sulla traccia più alta di destra, mentre quella di sinistra completa la valle scendendo verso lo sbocco di questa, con un finale decisamente ostico, perchè scosceso e deformato, con possibilità di rifornirsi però poi d'acqua alla fonte alla fine del sentiero. La via prosegue a scendere più lieve, nel complesso agevole, con rari gradini, se non nel finale, che scorre a margine di una porzione di boscaglia, con fondo sassoso, che si conclude più ripida confluendo su una carrareccia che proseguiremo mantenendo la direzione di provenienza. Questa prosegue nella discesa, ma terminerà appena superato un cancello solitamente chiuso, su un'asfaltata che proseguiremo nel ramo discensivo, che fatta una brusca piega sinistrorsa, confluisce su altra asfaltata, da seguire verso sinistra per una breve salita, che poi riattraversato il corso del fosso, in loc. I Lioni, piegherà a destra prendendo a scendere; prima di ciò si può far rifornimento d'acqua al fontanile sul margine destro della strada. Fatte poche decine di metri oltre la fonte, lasceremo l'asfaltata che prosegue nella discesa, infilando la via pianeggiante che  tra due colone passa accanto ad una casa, per poi divenire sterrata e riprendere a scendere piegando a sinistra. La via corre a margine di un uliveto, divenendo poi asfaltata; ne seguiremo 550 metri asfaltati per poi lasciarla a favore di una sterrata che si stacca pianeggiante verso destra puntando verso una casa, ma che lasceremo anch'essa, dopo pochi metri, optando per un'altra sterrata che sulla sinistra ci porta ad attraversare un uliveto. La via piegherà poi a sinistra riprendendo a scendere, via che manterremo per alcune centinaia di metri, finche non diviene asfaltata, punto in cui la lasceremo per imboccare la sterrata che porta verso una villa, ma che fatti pochi metri, lasciamo per scendere sulla sinistra su debole traccia a margine di una striscia di terreno coltivata, oltre la quale c'è la strada di Fossocanale che corre a fianco alla linea ferroviaria centrale umbra. Presa la strada verso destra dopo alcuni metri imboccheremo il viottolo che sul margine sinistro costituisce il sottopasso alla linea ferroviaria, oltre la quale sbuchiamo su un piazzale asfaltato che lambiremo appena, salendo sulla destra per andare a percorrere il sentiero più a destra dei vari che lì si originano, che passa ravvicinato e parallelo alla linea ferroviaria e che superato il campo sportivo, esce sul piazzale asfaltato antistante ad una chiesa. Qui scendiamo sul viale di sinistra, che in poco più di 100 metri ci riporta al punto di partenza.


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).

 



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

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