PERCORSO Aj
(Variante al percorso A2 per Colle Zannuto)

IN BOCCA AL LUPO


Lunghezza: ~7.3  Km
Altitudine max: ~1015  m s.l.m.
Tempo percorrenza indicativo: 55'
Difficoltà: Difficile (indice 8)


gps

DATA: Ottobre 2004 

Guardando il monte Torre Maggiore da sud, si può scorgere alla destra del paese di Cesi, appena sopra alla brutta cava di breccia in disuso, un promontorio con un pronunciato rilievo roccioso, Colle Zannuto, tappa del nostro attuale percorso, parete di calcare grigio, usata in un recente passato come palestra per l'arrampicata sportiva, dalla sommità della quale, affacciandosi, si ha un panorama notevole sulla conca ternana.
Una buona tecnica è richiesta in un primo tratto per scendere verso Valle Prata e per uno successivo appena superata la sommità di  Colle Zannuto.
Percorso anche bello, se non fosse per i continui saliscendi dalla bici, nella zona centrale che precede Colle Zannuto, per la presenza di grossi sassi che è possibile trovare lungo il tracciato e non sempre è possibile superare rimanendo in sella. Anche la vegetazione, può creare qualche fastidio, che potrà solo aumentare negli anni se continuerà a non ricevere la dovuta manutenzione, cosa per fortuna avuta nel 2007, che ha dato un po' di "respiro" all'intero tracciato.

Giunti sulle pendici del monte Torre Maggiore, al termine della sterrata che muore davanti al monumento a Cimarelli, sulla destra, nella pineta, inizia un sentiero che quasi pianeggiante vi si addentra e che rappresenta anche l'inizio del percorso Ae, che scende a località Le Prata [rif. Percorso A2 - Km. 16.1], tratto nel bosco non troppo difficile, ma precauzionalmente indicato come sconnesso a causa di pietre, rami e conformazione del terreno (anche abbastanza viscido nel periodo umido).
Prenderemo questo che nel primo tratto sarà in pratica pianeggiante, con un po' di contropendenza verso sinistra, per poi, dopo aver lasciato sulla destra un piccolo riparo in pietra (o quel che ne resta), scendere un po' e successivamente salire per poche decine di metri appena; è possibile anche trovare qualche traccia bianco-rossa al suolo. Dopo nemmeno un chilometro ci troveremo ad un bivio, con un ramo che prende verso sinistra in pianura, che rappresenta la prosecuzione su percorso Aw, e uno che invece scende sulla destra, che prenderemo. Mantenere a questo punto la traccia principale che in discesa, più o meno ripida e con qualche difficoltà a causa delle molte pietre (in qualche tratto) o della contropendenza più accentuata in qualche altro, ci porterà ad attraversare una piccola radura nella pineta, finchè dopo un po' questa si andrà diradando sempre più permettendoci, in un tratto che punta verso sud, in pianura, di scorgere davanti a noi al di là dell'incrocio dei due versanti dei monti, parte della conca Ternana, alla nostra sinistra al di là della valle sottostante Monte Cerigiolo e ancora più a sinistra la Val di Serra, con in basso il paese di Poggio Lavarino. Proseguiremo a scendere fino al km 1.35, dove si stacca sulla sinistra un sentiero appena meno marcato di quello che stavamo percorrendo, che andremo a prendere compiendo uno stretto gomito, punto tra l'altro segnalato abitualmente da un cumulo di pietre,
mentre dritto prosegue il percorso Ae, che poi scende tramite il versante nord del monte. Il tratto che seguirà è solitamente un po' più "complicato" di quello appena fatto, visto che è più probabile trovarlo più o meno disseminato di pietre, con un passaggio ancora più tecnico dopo quasi 300 metri, per un brusco gomito verso destra perdipiù in contropendenza. Si seguirà quindi il sentiero che si farà poco dopo meno ripido, fino a spianare completamente, appena prima di uscire dal bosco; proseguendolo e tralasciando un paio di tracce meno evidenti che si staccano sulla sinistra e che portano verso i ruderi de Le Prata (il secondo più agevole del primo), salendo anche appena tra cespugli di ginepri, arriveremo ad attraversare l'ampia traccia fortemente sconnessa che scende direttamente dalla cima del Torre Maggiore, dove sarà in pratica d'obbligo scendere di sella per risalirvi subito sull'altro lato, punto in cui la traccia che stavamo percorrendo si farà molto meno evidente, per ritrovarla però un po' più marcata appena pochi metri più avanti, dove si sdoppia, con una più alta da scartare che mantiene l'altitudine, optando per quella di sinistra che ci farà quindi scendere di quota progressivamente. Si mantiene la direzione andando a superare alcuni cespugli di ginepri, superati i quali il sentiero piegherà un po' più direttamente verso il fondovalle facendosi quindi più pendente, anche se per un breve tratto, visto che presto andremo ad intercettare un marcato sentiero pianeggiante (2.3 Km - alt. ~800 m.) dove abbandoneremo la traccia finora seguita che prosegue a scendere verso l'impluvio, per prendere questo verso destra ed entrare dopo poche decine di metri nel bosco.
Non resta a questo punto che seguire la mulattiera che senza problemi, almeno di orientamento, ci porterà a Colle Zannuto. Mentre le prime poche centinaia di metri si possono considerare agevoli, il resto è un susseguirsi senza soluzione di continuità di brevissimi tratti con rocce affioranti dal terreno, altri privi di ostacoli, altri ancora con pietre "occasionali" rotolate sul sentiero, ulteriori ancora dove il problema è rappresentato da qualche ramo di rovi che invade il percorso; tutto ciò spezza abbastanza il ritmo richiedendo discese dalla bici e impedisce una rappresentazione ben precisa e chiara del tipo di percorso, data la rapida successione di questi, nonchè la rapida mutevolezza anche a distanza di breve tempo. Nel 2007, anche questo tracciato è stato investito dall'ottima opera di bonifica da parte del CAI e le cose sono decisamente migliorate; ora resta solo da capire e vedere se è stata una tantum o sarà periodica. Lungo il tracciato, di tanto in tanto, ci faranno compagnia i segni bianco-rossi della locale sentieristica, mentre il lato sinistro privo di vegetazione ci farà avere qualche bel colpo d'occhio sulla sottostante Valle di Licino prima e sulla zona nord-est della città di Terni poi; anche un'antica fonte oramai quasi perennemente in secca (Fonte Regne) farà parte del tracciato odierno e non di rado è possibile incrociare branchi di cinghiali in fuga, spaventati dal nostro passaggio. Un breve tratto difficilmente percorribile a causa della salita abbinata al fondo disseminato da rocce affioranti segnerà il termine dell'ultima asperità e quindi l'arrivo a Colle Zannuto (4.950 Km - alt. ~710 m.) uscendo su una piccola radura. Qui, lasciando la bici e affacciandosi (con una certa attenzione) sul balcone naturale composto dalle rocce a strapiombo sulla periferia nord di Terni, si può avere un panorama inedito su tutta la conca ternana, con un colpo d'occhio assolutamente unico
(FOTO), soprattutto se si ha la fortuna di incappare in (rare) giornate terse.
Rinfrancati nello spirito e risaliti in bici, troveremo un passaggio tra la sottile striscia di vegetazione alle nostre spalle che ci separa da un'altra radura adiacente, dove potremo riprendere il sentiero che da lì riparte e verso sinistra prende subito a scendere, direzione ovest. Questo è probabilmente il tratto più difficoltoso, perchè molto scosceso su graniglia e ciottoli non compattati e incassato tra stretti cespugli, che soprattutto se di rovi possono costituire un doloroso problema; sull'altura di fronte (se si ha il tempo di "divagarsi") potremo scorgere la chiesa di S. Erasmo. In pratica da Colle Zannuto seguono circa 900 metri non poco complicati, costituiti da tratti di sentiero su fondo friabile, serpeggiante tra i cespugli, intervallati però da tratti più "umani" e un finale con qualche decina di metri tormentati da grosse rocce che lo rendono impraticabile in sella e, dopo una brusca gobba a mo' di dosso, gli ultimi metri di sentiero abbastanza segnato da un solco nel terreno e stretto tra cespugli che ci porterà ad uscire su un ampia spianata (situazione nettamente migliorata nel 2007, ma che già l'anno seguente ripresentava i problemi dovuti ai rovi in ricrescita...). Questa va attraversata tenendosi sulla sinistra in modo da imboccare una comoda sterrata che ha origine da qui e piegando va seguita nell'intero suo sviluppo unicamente in discesa, che con vari tornanti, attraversando prima i ruderi di S. Biagio vecchia e poi qualche abitazione recente, su fondo agevole (ma attenzione ai soliti tratti più insidiosi dove si ammassa uno strato più consistente di ciottolame) ci porterà ad uscire, con alcuni metri finali su cementata, sulla sulla strada che sale da Terni verso Cesi, a 700 metri dal paese (verso destra), in corrispondenza di una curva che tramite un ponte va a scavalcare il fosso sottostante
[rif. Percorso A2 - Km. 7.3].


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).

 


  

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