Guardando il
monte Torre Maggiore da sud, si può scorgere alla destra del paese
di Cesi,
appena sopra alla brutta cava di breccia in disuso, un promontorio con
un pronunciato rilievo roccioso, Colle Zannuto, tappa del nostro
attuale percorso, parete di calcare grigio, usata in un recente
passato come palestra per l'arrampicata sportiva, dalla sommità della
quale, affacciandosi, si ha un panorama notevole sulla conca ternana.
Una buona tecnica è richiesta in un primo tratto per scendere
verso Valle Prata e per uno successivo appena superata la sommità
di Colle Zannuto.
Percorso anche bello, se non fosse per i continui saliscendi dalla
bici, nella zona centrale che precede Colle Zannuto, per la presenza
di grossi sassi che è possibile trovare lungo il tracciato e non
sempre è possibile superare rimanendo in sella. Anche la vegetazione,
può creare qualche fastidio, che potrà solo aumentare negli anni se
continuerà a non ricevere la dovuta manutenzione, cosa per fortuna
avuta nel 2007, che ha dato un po' di "respiro" all'intero tracciato.
Giunti sulle pendici del monte
Torre Maggiore, al termine della sterrata che muore davanti al
monumento a Cimarelli, sulla destra, nella pineta, inizia un sentiero
che quasi pianeggiante vi si addentra e che rappresenta anche l'inizio
del percorso Ae, che scende a località
Le Prata [rif. Percorso A2
- Km. 16.1],
tratto nel bosco non troppo difficile, ma precauzionalmente
indicato come sconnesso a causa di pietre, rami e conformazione del
terreno (anche abbastanza viscido nel periodo umido).
Prenderemo questo che nel primo tratto sarà in pratica
pianeggiante, con un po' di contropendenza verso sinistra, per poi,
dopo aver lasciato sulla destra un piccolo riparo in pietra (o quel
che ne resta), scendere un po' e successivamente salire per poche
decine di metri appena; è possibile anche trovare qualche traccia bianco-rossa al suolo. Dopo nemmeno un chilometro ci troveremo ad un
bivio, con un ramo che prende verso sinistra in pianura, che
rappresenta la prosecuzione su percorso Aw, e uno che
invece scende sulla destra, che prenderemo. Mantenere
a questo punto la traccia principale che in discesa, più o meno
ripida e con qualche difficoltà a causa delle molte pietre (in
qualche tratto) o della contropendenza più accentuata in qualche
altro, ci porterà ad attraversare una piccola radura nella pineta, finchè dopo un
po' questa si andrà diradando sempre più permettendoci, in un tratto
che punta verso sud, in pianura, di scorgere davanti a noi al di là
dell'incrocio dei due versanti dei monti, parte della conca Ternana,
alla nostra sinistra al di là della valle sottostante Monte Cerigiolo
e ancora più a sinistra la Val di Serra, con in basso il paese di
Poggio Lavarino. Proseguiremo a scendere fino al km 1.35, dove si
stacca sulla sinistra un sentiero appena meno marcato di quello che
stavamo percorrendo, che andremo a prendere compiendo uno stretto
gomito, punto tra l'altro segnalato abitualmente da un cumulo di
pietre, mentre
dritto prosegue il percorso Ae, che poi scende tramite il versante
nord del monte. Il tratto che
seguirà è solitamente un po' più "complicato" di quello
appena fatto, visto che è più probabile trovarlo più o meno
disseminato di pietre, con un passaggio ancora più tecnico dopo quasi
300 metri, per un brusco gomito verso destra perdipiù in
contropendenza. Si seguirà quindi il sentiero che si farà poco dopo
meno ripido, fino a spianare completamente, appena prima di uscire dal
bosco; proseguendolo e tralasciando un paio di tracce meno evidenti
che si staccano sulla sinistra e che portano verso i ruderi de Le
Prata (il secondo più agevole del primo), salendo anche appena tra
cespugli di ginepri, arriveremo ad attraversare l'ampia traccia
fortemente sconnessa che scende direttamente dalla cima del Torre
Maggiore, dove sarà in pratica d'obbligo scendere di
sella per risalirvi subito sull'altro lato, punto in cui la traccia che
stavamo percorrendo si farà molto meno evidente, per ritrovarla però
un po' più marcata appena pochi metri più avanti, dove si sdoppia,
con una più alta da scartare che mantiene l'altitudine, optando per
quella di sinistra che ci farà quindi scendere di quota
progressivamente. Si mantiene la direzione andando a superare alcuni
cespugli di ginepri, superati i quali il sentiero piegherà un po'
più direttamente verso il fondovalle facendosi quindi più pendente,
anche se per un breve tratto, visto che presto andremo ad intercettare
un marcato sentiero pianeggiante (2.3 Km - alt.
~800 m.) dove abbandoneremo la traccia finora seguita che prosegue a
scendere verso l'impluvio, per prendere questo verso destra ed entrare
dopo poche decine di metri nel bosco.
Non resta a questo punto che seguire la mulattiera che senza problemi,
almeno di orientamento, ci porterà a Colle Zannuto. Mentre le prime
poche centinaia di metri si possono considerare agevoli, il resto è
un susseguirsi senza soluzione di continuità di brevissimi tratti con
rocce affioranti dal terreno, altri privi di ostacoli, altri ancora
con pietre "occasionali" rotolate sul sentiero, ulteriori ancora dove il problema è rappresentato da
qualche ramo di rovi che invade il percorso; tutto ciò spezza
abbastanza il ritmo richiedendo discese dalla bici e impedisce una
rappresentazione ben precisa e chiara del tipo di percorso, data la
rapida successione di questi, nonchè la rapida mutevolezza anche a
distanza di breve tempo. Nel 2007, anche questo tracciato è stato
investito dall'ottima opera di bonifica da parte del CAI e le cose
sono decisamente migliorate; ora resta solo da capire e vedere se è
stata una tantum o sarà periodica. Lungo il tracciato, di
tanto in tanto, ci faranno compagnia i segni bianco-rossi della locale sentieristica, mentre il lato sinistro privo di vegetazione ci farà
avere qualche bel colpo d'occhio sulla sottostante Valle di Licino prima e
sulla zona nord-est della città di Terni poi; anche un'antica fonte
oramai quasi perennemente in secca (Fonte Regne) farà parte del
tracciato odierno e non di rado è possibile incrociare branchi di
cinghiali in fuga, spaventati dal nostro passaggio. Un breve tratto difficilmente percorribile a causa
della salita abbinata al fondo disseminato da rocce affioranti
segnerà il termine dell'ultima asperità e quindi l'arrivo a Colle
Zannuto (4.950 Km - alt. ~710 m.) uscendo su una piccola
radura. Qui, lasciando la bici e
affacciandosi (con una certa attenzione) sul balcone naturale composto
dalle rocce a strapiombo sulla periferia nord di Terni, si può avere
un panorama inedito su tutta la conca ternana, con un colpo d'occhio
assolutamente unico (FOTO), soprattutto se si ha la
fortuna di incappare in (rare) giornate terse.
Rinfrancati nello spirito e risaliti in bici, troveremo un passaggio
tra la sottile striscia di vegetazione alle nostre spalle che ci
separa da un'altra radura adiacente, dove potremo riprendere il
sentiero che da lì riparte e verso sinistra prende subito a scendere,
direzione ovest. Questo è probabilmente il tratto più difficoltoso,
perchè molto scosceso su graniglia e ciottoli non compattati e
incassato tra stretti cespugli, che soprattutto se di rovi possono costituire
un doloroso problema; sull'altura di fronte (se si ha il tempo di
"divagarsi") potremo scorgere la chiesa di S. Erasmo. In
pratica da Colle Zannuto seguono circa 900 metri non poco complicati,
costituiti da tratti di sentiero su fondo friabile, serpeggiante tra i
cespugli, intervallati però da tratti più "umani" e un
finale con qualche decina di metri tormentati da grosse rocce che lo
rendono impraticabile in sella e, dopo una brusca gobba a mo' di
dosso, gli ultimi metri di sentiero abbastanza segnato da un solco nel
terreno e stretto tra cespugli che ci porterà ad uscire su un ampia
spianata (situazione nettamente migliorata nel 2007, ma che già l'anno
seguente ripresentava i problemi dovuti ai rovi in ricrescita...). Questa va attraversata tenendosi sulla sinistra in modo da
imboccare una comoda sterrata che ha origine da qui e piegando va
seguita nell'intero suo sviluppo unicamente in discesa, che con vari
tornanti, attraversando prima i ruderi di S. Biagio vecchia e poi
qualche abitazione recente, su fondo agevole (ma
attenzione ai soliti tratti più insidiosi dove si ammassa uno strato
più consistente di ciottolame) ci porterà ad uscire, con alcuni
metri finali su cementata, sulla sulla strada che sale da Terni verso
Cesi, a 700 metri dal paese (verso destra), in corrispondenza di una
curva che tramite un ponte va a scavalcare il fosso sottostante [rif. Percorso A2
- Km. 7.3].
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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