Itinerario con sviluppo nord-sud,
che porta dal valico di Cima Forca a Cesi, senza mai toccare asfalto,
imperdibile per gli amanti della specialità All Mountain e in generale
dei single track altamente tecnici, come si può sicuramente
classificare, per oltre un chilometro, il sentiero che appena passato
l'eremo che sorge sulle pendici di Poggio Chicchirichì, scende verso
Poggio Azzuano, caratterizzato da porzioni con fondo costituito da
rocce e grossi sassi, che richiede mezzi adeguati, così come anche bikers
che le guidano. Un percorso che almeno una volta va provato da
chiunque o quasi (salvo chi tecnicamente sta ad un livello totalmente
inadeguato),
anche se ciò significherà brevi tratti a piedi nei metri più ostici.
Il punto di partenza per l'itinerario è dato in località Cima
Forca, nel punto di valico della via che da Portaria va verso
Macerino; qui giunti, guardando verso nord (provenendo da Portaria)
abbiamo dritta di fronte la via che divenendo da subito sterrata porta
appunto verso Macerino, a sinistra la via asfaltata ancora per alcune
decine di metri che va verso Casteldelmonte e poi la SR418, mentre a
destra sale una sterrata minore, che rappresenta l'origine del
percorso [rif. Percorso A1 - Km. 19].
Si inizia, superata subito una recinzione aperta, con una prima parte
di ascesa di media intensità, su fondo regolare, giungendo dopo 350
metri ad una pozza d'acqua, dove seguita la via principale si compie
un accentuato gomito a sinistra, a cui segue un tratto ascendente più
dolce, per poi, ripiegando a destra, dare inizio alla porzione più
impegnativa del percorso, dato che seguiranno 500 metri estremamente
severi, che abbinano alla pendenza consistente, un difficile fondo
irregolare in sassi; decisamente una bella sfida!. Superato questo, da
sinistra si allaccia un'altra via (percorso
Aa), proseguiamo ancora per pochi metri nella medesima direzione
che punta perso la cima del monte Palombaiolo, su fondo ora discreto,
ripiegando poi a destra, senza giungere quindi sul cocuzzolo, come fa
invece una traccia minore, andando ora a seguire il crinale, in leggera
discesa. Mantenendo sempre la via principale, si ripiegherà a sinistra
(dist. ~1.5 Km - alt. ~780 m.), penetrando un tratto boschivo. lungo
il quale lasciamo una pozza d'acqua sulla sinistra, mentre dopo mezzo
chilometro da questa ignoriamo una secondaria che si stacca sulla
destra, seguendo la principale che piega a sinistra, continuando a
presentarci porzioni scorrevoli a cui si alternano brevi tratti
accidentati, almeno fino alla sua conclusione (dist. ~2.7 Km - alt.
~730 m.), dove il percorso cambia sostanzialmente aspetto,
proponendoci ora una stretta carrareccia che si inerpica sulla costa
di fronte, con fondo prevalentemente roccioso per un primo tratto, ma
non troppo ostico, a cui poi segue una porzione più abbordabile, che
punta sempre verso sud, fino a spianare e vedere allacciarsi dopo un
po' da destra un'altra carrareccia; qui manteniamo la direzione
salendo ancora un po' per alcune decine di metri, lasciando poi la via
principale che piega a sinistra, per seguire la traccia secondaria che
si stacca a destra, passando a poche decine di metri da una casetta
immersa nel bosco (davanti alla casetta scorre parallela un'altra via
alternativa che sale abbreviando l'attuale percorso), scendendo
qualche metro fino a passare alcuni abbeveratoi, oltre i quali la via
riprenderà a salire ripida e sconnessa, almeno nelle prime decine di
metri. Dopo essersi addolcita e anche fattasi pianeggiante per alcuni
metri, risale un po' fino a collegarsi ad un'altra carrareccia;
il
ramo di destra scende, come da percorso
Ai, facendosi più sotto fortemente sconnessa e
sassosa, fino alla zona di Portaria,
ma può essere utilizzato anche per una variante
(più complicata) al percorso attuale, per Costa le Monache, seguendola
per 500 metri e lasciandola poi a favore di una carrareccia minore che
si stacca sulla sinistra penetrando nel bosco e che scende ripida e
con fondo molto sassoso e complicato per una prima parte, per poi,
mantenendone al bivio il ramo di sinistra, trasformarsi in una stretta
mulattiera che prosegue facile fino a riallacciarsi al percorso
attuale al km 5.3. Seguiamo quindi la nuova via a salire
che in 300 metri scollina (dist. ~4.4 Km - alt. ~840 m.), offrendoci
una bella vista su Monte Torre Maggiore e le cime circostanti,
prendendo a scendere fino a vedere allacciarsi da sinistra la via che
passava di fronte alla casetta, prima segnalata (scorciatoia) e appena
di seguito compiere un ampio gomito a 180° a destra, divenendo
abbastanza sconnessa per fondo roccioso e scalinato, con direzione
costante, fino a fare una brusca piega sinistrorsa, dove di fronte
vedremo collegarsi la mulattiera sopra descritta (la variante più
complicata) e scendere più ripida, ma con fondo più favorevole, fino a
traversare il letto (quasi perennemente in secca) del Fosso
dell'Eremita, risalendo poi qualche metro per inserirsi sull'ampia
sterrata che sale dal parcheggio di Carsule (a destra) verso l'Eremita
a sinistra, direzione, quest'ultima, che dovremo seguire. Ci aspetta
quindi una lunga salita, su via ampia e ben battuta, soprattutto dopo
la riassestamento a cui è stata sottoposta a fine 2009, con il
livellamento e la compattazione del fondo, che ne semplificano la
percorribilità; la pendenza non è mai eccessiva, eccetto nella rampa
finale che porta all'imbocco del canalone che fa essenzialmente da
letto per il fosso dell'Eremita, (dist. ~7.3 Km - alt. ~840 m.), dove
ci si ritroverà su una piazzola semipianeggiante dove la via
principale piega a destra, in falso piano, mentre un'altra strada, da
ignorare, si stacca sulla sinistra, riprendendo a salire. Fatti 150
metri scartiamo un'altra carrareccia che si stacca sulla sinistra a
salire verso Poggio Chicchirichì e monte Torre Maggiore, mentre noi
ora manteniamo la via univoca che prenderà a scendere e che proseguirà
sostanzialmente in discesa, anche se si alterneranno brevi e facili
tratti in salita, che ci porteranno fino all'ingresso dell'eremo,
sulla destra,
(FOTO)
dove
volendo potremo fare una visita. Proseguendo oltre,
fiancheggiando quindi l'ultima porzione del muro perimetrale del
complesso ristrutturato, la via va ben presto restringendosi,
immergendosi nel bosco, fino a divenire repentinamente una
difficilissima via tecnica fortemente sconnessa e accidentata,
per il fondo costituito da grossi sassi, con pendenza rilevante,
almeno per alcune decine di metri, che può essere pensata in sella
solo con bici e bikers adatti. Lungo questo primo tratto
più complicato scartiamo subito una traccia minore che si dirama a
sinistra pianeggiante, proseguendo sempre a scendere su double track,
continuando poi su traccia univoca, con fondo che migliora
sensibilmente per un po' e che dopo 300 metri vede staccarsi sulla
destra un altro sentiero, da ignorare, mantenendo la direzione. Altri
400 metri e superiamo una piccola radura (dist. ~10.3 Km - alt. ~560
m.) con il margine destro della traccia bordato da una recinzione
metallica, oltre la quale segue un altra porzione di sentiero
difficilmente praticabile, essendo questa incassata fra due muri a
secco, parzialmente franati, le cui pietre che li costituivano sono
finite sulla sede del percorso. Superati i pochi metri ostici, il
sentiero termina su un'ampia mulattiera da seguire in discesa, verso
destra, con fondo ciottoloso e friabile, che manterremo per solo un
centinaio di metri, optando per un nuovo sentiero che si stacca sulla
sinistra e subito ci presenta alcuni passaggi complicati tra le rocce,
salendo leggermente. Dopo aver preso a scendere, superata una piccola
radura, il sentiero penetra nel fitto del bosco, ancora tecnico per
passaggi scalinati su rocce, mentre sulla destra una rete metallica ci
farà compagnia fino al termine del sentiero, che si concluderà su una
ripida carrareccia, che a destra scende verso Poggio Azzuano, mentre
noi lo dovremo seguire nel ramo ascendente di sinistra, con una rampa
breve, ma intensa, che una volta superata, vedrà ancora salita, ma
decisamente più accessibile, seppur sempre un po' sassosa. Nel punto
in cui la carrareccia compie un gomito sinistrorso, proseguendo a
salire, la lasciamo, a favore di un nuovo sentiero sulla destra, che
scende tagliando trasversalmente la costa del monte, segnato in
grafica cautelativamente come sconnesso, perchè un po' sassoso, almeno
fino a dove questo compie uno stretto gomito a destra prendendo a
salire, ma ora con fondo più pulito, seppur, soprattutto dopo aver
intersecato ben presto una carrareccia e proseguito oltre questa, con
pendenza rilevante. Per fortuna la porzione più severa ha durata
relativamente breve, dal momento che, dopo aver visto allacciarsi da
sinistra una traccia secondaria, spiana, facendo seguire un tratto
leggermente ondulato, dove c'è da seguire la traccia principale,
sostanzialmente scorrevole, seppur con qualche sasso sulla via. Dopo
tanto salire ci sarà quindi da scendere, su porzione estremamente
complicata, sia per la pendenza rilevante, sia per il fondo irregolare
e friabile, soprattutto nell'ultima parte, segnata anche da un
profondo solco, dove anche la discesa a piedi, tenendosi la bici al
fianco, non sarà delle più agevoli; al termine di questa vedremo
allacciarsi da destra un'altra traccia e proseguendo ancora per pochi
metri, termineremo la discesa al cospetto di un vecchio fontanile,
inserendoci su una traccia migliore che dovremo seguire verso destra,
proveniente dalla sovrastante via asfaltata per S. Eramo (dist. ~12.0
Km - alt. ~530 m.). Non resta ora che seguire la via univoca su
sentiero, ora abbastanza agevole, seppur inframmezzata da qualche
passaggio tecnico, per lo più un po' scosceso e su fondo roccioso,
nella prima porzione, sostanzialmente discensiva, a cui fa seguito,
dopo un gomito destrorso, un tratto in leggera ascesa che ci porta nel
finale del percorso leggermente ondulato, che va a concludersi
inserendosi sulla via asfaltata che da Cesi (a destra) sale verso S.
Erasmo / Torre Maggiore (a sinistra) [rif. Percorso A2 - Km.
9.4].
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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