PERCORSO Bh
M.te Acquasalce - Colle Cipollaro - Fosso S.Benedetto - Polenaco - Giuncano scalo
DI LA' DEL FOSSO


Lunghezza: ~10.8 Km
Altitudine max: ~1000 m s.l.m.
(disl. tot. discese ~780m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~50'
Difficoltà: Medio (indice 5)

GUARDA VIDEO


gps

DATA: Febbraio 2011 

 

Nuovo giro sui monti Martani, questa volta su un'ampia porzione dell'orografica sinistra della Valserra, da una delle cime più elevate dell'area, monte Acquasalce, fino al fondo della valle, a Giuncano Scalo, passando per Polenaco. Percorso caratterizzato da due tre strappi uno più impegnativo dell'altro, seppur tutti brevissimi e tutti concentrati nei primissimi chilometri, che ci permettono di guadagnare quota, sfiorando i mille metri a lambire la cima del monte Acetella, salendo invece sulla sommità dell'Acquasalce, per poi iniziare una lunga e veloce discesa lungo il crinale del Colle Cipollaro, che si concluderà andando ad intercettare la sterrata che dall'Acetella scende a Poggio Lavarino. Riguadagneremo un po' di quota tornando in direzione dell'Acetella per poi iniziare un'ancora più lunga discesa lungo la valle del fosso di San Benedetto, dapprima sull'orografica destra su sterrata e poi su quella sinistra su sentiero con finale con il passaggio a lambire Polenaco e conclusione a Giuncano scalo.

Lungo la bella sterrata che va ad attraversare i magnifici castagneti compresi tra Montebibico e Battiferro, dopo aver aggirato il monte Castiglioni, incontreremo poco prima del bivio per Lo Schiopppo un cancello che sbarra la strada, con un passaggio pedonale sulla sinistra (se si sta procedendo verso sud); in corrispondenza di questo, senza quindi necessità di oltrepassarlo, sulla destra si inerpica una ripida via, solitamente anch'essa sbarrata da un cancello rimovibile in filo spinato, che costituisce l'inizio dell'itinerario odierno [rif. Percorso B1 - Km. 18.5].
Ci fanno compagnia i segni trekking del sentiero n°5 con un impegno subito severo data l'estrema pendenza su fondo non impossibile, ma nemmeno troppo agevole, tratto che comunque termina presto, spianando poco oltre la fonte Acqua Buffanti che ci saremo lasciati poco lontano sulla sinistra. Scartiamo una secondaria che dirama verso destra, mentre poco dopo ad una biforcazione seguiamo proprio il ramo di destra
(dist. ~0.4 Km - alt. ~900 m.), tenuto conto però che quello di sinistra che salendo fiancheggerà poco più avanti una pineta, è una scorciatoia che evita i successivi 2km, con una variante lunga nemmeno la metà, che però costringerà ad una porzione finale a spinta. Segue ora un tratto abbastanza variegato come andamento altimetrico, con una bella vista sul sottostante paese di Montebibico, via che si segue abbastanza facilmente mantenuta sempre nel suo ramo principale, che ha l'unico problema di essere abbastanza acquitrinosa in caso di piogge recenti, in porzioni comunque contenute; la via scenderà per pochi metri sconnessi, per poi 200 metri oltre infilarsi nella boscaglia e, piegando verso sinistra, risalire duramente la ripida costa perdipiù con fondo dissestato, cosa che potrà facilmente appiedarci; per fortuna il tutto è limitato ad un centinaio di metri, quando ripiegando verso destra tornerà livellata e facile. Si continua nella boscaglia, uscendone poi quando costeggeremo una recinzione oltre la quale giungiamo ad un fontanile al cospetto del quale lasciamo la carrareccia che proseguendo scenderebbe poi verso il cimitero di Montebibico (volendo la si può quindi anche prendere in considerazione come altra alternativa per salire fin lì) imboccando il sentiero che sale sulla sinistra del fontanile, abbastanza ripido, per poi dopo alcune decine di metri, piegare a sinistra trasformandosi in mulattiera, un po' accidentata per qualche metro. Salendo oltre la via si restringe e dovremo superare una breve rampa, difficile (se non impossibile) da fare in sella, oltre la quale la via, pur impegnativa, torna a farsi umanamente superabile sui pedali, via che terminerà su una bella sella prativa (dist. ~2.0 Km - alt. ~970 m.), che separa il monte Acetella, sulla destra, dal monte Acquasalce, raggiungibili tramite la carrareccia che si staglia sull'erba; quasi d'obbligo, così a portata di mano la cima dell'Acetella, seppur non in programma per questo percorso, visto che lo possiamo raggiungere a vista, distante appena 500 metri. Dalla sella seguiamo la carrareccia verso sinistra, che subito va ad affrontare la ripida costa dell'Acquasalce, comunque meno ripida dell'impressione che dà trovandosela di fronte, che ci permette di conquistare la cima del monte, a lambire i mille metri; da qui bel panorama, oltre che sul vicino Acetella (FOTO), su buona parte della Valserra, sui Martani (FOTO) , Valnerina, Sabini e nelle giornate terse anche sul massiccio del Gransasso (FOTO) . Continuiamo la via che piega leggermente verso destra declinando lieve verso la pineta, a margine della quale da sinistra vedremo salire la scorciatoia menzionata ad inizio percorso; oltrepassiamo la pineta lasciandocela sulla sinistra, sempre seguendo la via principale che però si fa ora momentaneamente meno evidente, scartiamo una minore che si dirama verso sinistra per abbandonare appena di seguito l'ascesa al crinale che ci troviamo di fronte, seguendo l'andamento della carrareccia che digrada sulla sinistra facendosi largo tra i cespugli. La discesa termina su una selletta (dist. ~2.5 Km - alt. ~950 m.), che ci separa dall'ultima breve asperità che possiamo pure addolcire a seconda della via scelta per le prossime decine di metri; o prendiamo a salire la costa ripida tenendoci sulla sinistra della recinzione in filo spinato che ci indica praticamente la direzione trapassandola al culmine della salita, oppure la oltrepassiamo subito, tenendoci alla destra di questa e a margine della porzione boschiva, tagliando in pratica l'altura e risparmiandoci perciò l'ascesa fino al culmine di questa. Quella che sia la scelta adottata, giunti sopra, ci troveremo alle spalle la recinzione, su una porzione brulla della montagna, da percorrere in discesa verso nord su fondo un po' irregolare, facendo attenzione (prima di coprire l'intera zona priva di vegetazione) ad individuare l'imbocco del sentiero (ci può essere d'ausilio qualche traccia trekking visibile sugli alberi) che discende il versante ovest del monte, andando a compiere, per far ciò,  una piega verso sinistra. Trovato il sentiero ci aspetta ora una divertente e veloce discesa, con un primo tratto sinuoso tra cespugli ed alberi (attenzione al km 3.2 ad una pseudobiforcazione a tenersi sul ramo di destra; il sinistro si ricollega poco sotto ma è più chiuso dalla vegetazione), a cui segue una seconda parte più lineare e filante, con solo una breve porzione verso il finale un po' scoscesa e leggermente tecnica, per poi riprendere con gli ultimi 200 metri scorrevoli che portano a concludere questa parte di discesa su un fontanile, su cui è possibile rifornirsi di acqua, tranne nei periodi più siccitosi. Qui intercettiamo la carrareccia che scende dal monte Acetella verso Poggio Lavarino, come da percorso Bc, che seguiremo nel ramo ascendente, quindi verso destra, che in meno di un chilometro ci riporta verso est, alle le pendici del monte Acetella; supereremo una sbarra, oltre la quale la via piega a sinistra, con una secondaria che sale di fronte, passiamo accanto ad un fontanile, spesso in secca, superando di seguito, ignorandola, la via che sulla destra scende ripida dall'Acetella, innestandosi alla carrareccia (dist. ~5.3 Km - alt. ~820 m.) in un tratto pianeggiante, che noi proseguiamo nel suo sviluppo principale, uscendo quindi dalla boscaglia e prendendo a scendere, verso Polenaco. Per un lungo tratto non ci saranno problemi di percorribilità; ne come difficoltà tecnica, ne di orientamento, dato che la via è univoca e si avrò solo l'inserimento di un'altra carrareccia nel pieno di un gomito destrorso, dove proseguiremo a scendere (dist. ~6.3 Km - alt. ~710 m.), restando sulla carrareccia per altri 400 metri, quando la lasceremo a favore di una minore che si stacca sulla sinistra scendendo ancora un po' fino ad intersecare il letto del Fosso di San Benedetto, appena oltre il quale intercettiamo un sentiero che seguiamo nel verso discensivo, ovvero il destro. Segnalo solo che a volte questo sentiero (dipende un po' dai periodi), essendo in qualche porzione stretto tra la vegetazione,  può presentare qualche punto con qualche ramo (quelli di rovi sono quelli che possono crearci fastidio) che lo attraversa; eventualmente se non si ama incorrere in questi rischi restare sulla carrareccia che scende a Polenaco sempre sull'orografica destra. Dopo un primo tratto esclusivamente discensivo, solo un po' sassoso in qualche breve frangente, si avrà una porzione leggermente più ondulata nella parte finale di questo, oltre la quale la via si amplia a mulattiera, prendendo a scendere, un po' sconnessa per sassi per un centinaio di metri, migliorando poi, ancora più ampia e facendosi scorrevole in una discesa che si può ora fare in velocità. Una brusca piega destrorsa ci segnala l'approssimarsi di una sbarra un centinaio di metri dopo, con un tratto a seguire dove dovremo mantenere la direzione scartando un paio di secondarie a sinistra e una a destra che si staccano dalla via principale, che manteniamo costantemente, tenendo il ramo di sinistra ad una successiva diramazione tantopiù che la destra e chiusa da una sbarra. Continuiamo nella veloce discesa, restando sull'ampia via fin dove questa compirebbe un gomito sinistrorso (dist. ~8.8 Km - alt. ~470 m.) proseguendo a scendere (poco più sotto va a ricollegarsi alla via che dall'Acetella scende a Poggio Lavarino, che si può perciò prendere in considerazione se si volesse indirizzarsi verso questa località), mentre noi qui la lasciamo a favore di un'altra sterrata secondaria che risale per qualche metro sulla destra, spianando subito e costeggiando una recinzione. Dopo 250 metri si attraversa una radura, proseguendo oltre sul ramo principale che riprende a scendere, in località Collebarco, con le tracce bianco-rosse a farci da guida, ricollegandosi dopo 500 metri di discesa abbastanza agevole, alla carrareccia prima abbandonata con l'attraversamento del Fosso di San Benedetto, da seguire verso sinistra, ancora a scendere. In poche decine di metri terminiamo la discesa, con una sorta di guado da fare in caso di piogge recenti, dato che la strada quasi coincide in questo punto con il letto del fosso, mentre appena oltre seguiamo la carrareccia di destra della coppia che ci troviamo di fronte, via che sale abbastanza impegnativa, ma comunque breve, per l'ultima asperità del percorso, concludendosi con l'innesto all'asfaltata che sale a Polenaco (sulla destra, poco sopra), che noi seguiremo nel ramo discensivo di sinistra. Non resta che seguire l'asfaltata univoca che con un km di veloce discesa va ad inserirsi sulla provinciale della ValSerra in loc. Giuncano Scalo. [rif. Percorso A1 - Km. 28.0]

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).  



 

www.mbike.it