Percorso
che dal piccolo borgo di Moggio (provincia di Rieti) permette di
tornare verso Marmore e quindi Miranda e/o Terni, evitando sia
l'impegnativo tratto che segue su percorso D1,
che il trafficato e poco piacevole tracciato interamente su asfalto
che scende sulla sottostante provinciale Terni-Rieti, che poi andrebbe
presa in direzione Terni.
Tra l'altro la direzione con cui è stato descritto è stata scelta
come la più consona ad integrarsi nel contesto degli altri percorsi
pubblicati per questa zona, anche se personalmente lo preferisco in
senso contrario: i circa 3.5 chilometri nel bosco che portano verso
Marmore, volano troppo di fretta in discesa, mentre costituiscono una
piacevolissima compagnia di quasi mezz'ora in salita, con interessanti
scorci sul lago di Piediluco e i monti che gli fanno da contorno.
L'esatto punto di riferimento che ha come origine questo tracciato, è
fissato lungo il breve tratto, sempre asfaltato, tra il nucleo abitato
di Moggio e la fontana che si incontra appena sopra, nella parte
superiore dove ci sono le ultime case, nel punto dove si stacca, sulla
destra salendo, o sulla sinistra scendendo, un ripido e difficile
sentiero sassoso che punta verso l'antica torre che domina il piccolo
borgo, sentiero che rappresenterebbe la prosecuzione del percorso D1
[rif. Percorso D1 - Km. 22.1].
Primi chilometri su asfalto, scendendo e superando subito la piccola
frazione e proseguendo a scendere per oltre 2 km, fino a giungere in
corrispondenza del primo curvone a 180° (dist.~2.3 Km – alt.~585
m.), in pratica un tornante verso
destra, proprio al centro del quale, quasi a proseguire per la
direzione di provenienza, ha origine un sentiero che entra nel bosco e
che nei primissimi metri sarà abbastanza scosceso. Proseguendo
per la strada asfaltata, invece, si uscirebbe dopo qualche chilometro
sulla Terni-Rieti, che presa verso sinistra porta anch'essa verso
Marmore e quindi Terni (la rincontreremo al km 5.7), ma con percorso
più lungo, nonché trafficato da auto e mezzi pesanti.
Dopo i primissimi metri più scoscesi, seguirà qualche decina di
metri più pianeggianti e leggermente più agevoli, per poi incontrare un bivio,
in corrispondenza del quale, ignorando il sentiero che prosegue
dritto, che molto ripido e
un po' impervio (più trekking che bike) ci riporterebbe in quota a
riallacciarsi al sovrastante percorso D1, piegheremo in discesa su tratto
molto sconnesso e tecnico a disegnare una S,
curvando prima a destra e subito dopo a sinistra ed iniziando una più
comoda e ampia mulattiera. Si proseguirà quindi abbastanza
agevolmente su tratto con bosco abbastanza fitto, con la vegetazione
che ci farà da volta naturale e dove il fondo sarà abbastanza facile.
Ci si immetterà dopo qualche centinaia di metri su una strada più
ampia, sempre sterrata, anche se per qualche metro sarà cementata,
nel ramo che sale a sinistra verso una proprietà privata, mentre
proseguendo a scendere tornerà ad essere subito in terra. In pratica
ora non resta che mantenere questa strada nel suo sviluppo principale,
ignorando un paio di altre stradine che si dirameranno da questa, come
al km 3.450 con una che si stacca verso destra, o al km 4.2 con una
che invece verso sinistra salirebbe anch'essa a riallacciarsi al
percorso D1. Come si evince dalla grafica questa parte sterrata è
prevalentemente in discesa, dove più dove meno, con poche centinaia
di metri da pedalare, con un fondo quasi sempre agevole e scorrevole
facilmente, a parte brevissimi tratti appena dissestati; segnalo al km
4.35 una piccolissima radura sulla destra dove è possibile
affacciarsi per avere un panorama inedito sul lago di Piediluco
(dall'alto, ma non troppo distante) (FOTO).
Da sinistra invece si riallaccia il percorso
Dq, al termine della terribile discesa
che lo caratterizza e che si sovrapporrà ora al presente percorso,
fino all'abitato di Marmore,
dopo il quale si disunisce portando al parco
Campacci e poi a scendere a Collestatte piano.
La vegetazione che si fa più rada e il rumore
possibile delle auto, nonché qualche metro di leggera ascesa, ci
segnaleranno l'approssimarsi della fine di questo primo tratto
sterrato, con conseguente confluenza sulla provinciale Terni-Rieti, da prendere verso sinistra (in pratica mantenendo la
direzione di provenienza) per Terni (dist.~5.7 Km – alt.~380 m.).
Si prosegue quindi su asfalto e in compagnia di un po' di possibile
traffico, con profilo sostanzialmente pianeggiante, fino a raggiungere
il vicino abitato di Marmore, famoso per l'omonima cascata,
all'interno del quale la strada che siamo percorrendo confluirà nella
S.S.79 da prendere verso sinistra in direzione Terni, mentre a destra
porterebbe verso il lago di Piediluco. Questa andrà comunque lasciata
appena dopo 300 metri, per prendere sulla sinistra una stradina,
sempre asfaltata, che sale tra le case.
Proseguendo invece dritti,
per scendere direttamente verso Terni, in poco più di due chilometri
si tornerebbe anche in questo caso sul percorso D1, all'altezza del
chilometro 4.4 di questo, ma nel tratto peggiore della provinciale,
dove questa è un susseguirsi di strette curve, che solitamente non
costituiscono un gran problema, salvo... ci si imbatta nel Niki Lauda
alla guida di un camion che ci affiancasse per superarci (meglio
fermarsi!).
Appena iniziata la salita si dividerà, con il
ramo principale da seguire verso sinistra; lo stesso avverrà poco
dopo e ancora andrà mantenuta la sinistra. Seguirà una lieve discesa
per poi divenire con fondo sterrato, proprio in corrispondenza di una
nuova biforcazione (dist.~8.150 Km – alt.~385 m.), dove dovremo
salire verso destra, con un primo tratto ad attraversare un tratto
boscoso. La strada principale va mantenuta ignorando qualche altra
stradina palesemente secondaria, continuando a salire sempre di più,
soprattutto nei metri finali, dove, dopo essere ritornata asfaltata,
ci si immetterà su un'altra strada da prendere verso sinistra per
terminare dopo poche decine di metri sulla più ampia strada che
salendo da Terni (da destra) porta alla frazione Miranda (verso
sinistra) [rif. Percorso D1 o F1 - Km.
6.6]
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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