L'itinerario si sviluppa quasi
interamente nel comune di Stroncone (breve appendice in quello di
Rieti) e porta a collegare la zona appena ad est di località Cimitelle,
alla frazione di Finocchieto con quasi 17 km montani, senza quasi mai
vedere asfalto, se non nell'attraversamento di loc. Prati di
Stroncone. Il giro è caratterizzato da un inizio "complicato" (ma
aggirabile) su single track in parte un po' tecnico, per poi
proseguire più comodamente su sterrate che ci faranno raggiungere e
superare loc. I Prati, prendendo prima a salire dolcemente verso i
Piano di Ruschio, per poi deviare verso Macchia Lupara, con un'intensa
ascesa che metterà alla prova la nostra resistenza fisica (e...
morale). Seguirà una discesa interamente su sentiero, in parte ostico,
reso un po' complicato nel periodo autunnale, fino ai Prati di Sopra
di Cottanello. Tratto rilassante fino a superare monte Rotondo, poi si
scende su via leggermente tecnica fino ad incrociare l'ampia sterrata
che sale verso le sorgenti dell'Acquasanta. Ci teniamo sotto alle
pendici sud del monte Macchialunga per continuare su un fantastico
single track nel bosco e finale su ripida carrareccia che ci condurrà
alle porte di Finocchieto.
L'origine del presente percorso è lungo la carrareccia che collega
loc. Cimitelle a I Prati di Stroncone, via Vallenuo, dove, lambito il
confine fra Umbra e Lazio e superato il cippo in pietra che delimita
questo, la via sale per un breve tratto di alcune decine di metri
ripida; la sommità di di questa altura è presa a riferimento come
inizio dell'itinerario [rif. Percorso
D1 - Km. 16.8].
Restiamo sulla carrareccia nel tratto discensivo per appena 50
metri, lasciandola appena prima che questa costeggi un piccolo bacino
d'acqua artificiale, tagliando per il prato di sinistra, su debole
traccia, che ci porterà sul margine opposto, dove la via tornerà a
farsi ben evidente, in ripida ascesa, con fondo da subito un po'
sassoso, ma che si farà più complicato, man mano che si sale, fino a
culminare con una breve porzione rocciosa della rampa, che obbligherà
a scendere per alcuni metri.
Segnalo però, per chi vuole restare più sul
genere passeggiata, che seguendo la carrareccia, potrà raggiungere
località I Prati senza alcuna complicazione tecnica, come da percorso
D1; eventualmente...
ci si rivede con questi al km 1.55 del percorso attuale.
Proseguiamo su esile sentiero, ma percorribile senza eccessive
difficoltà, se si eccettua un paio di altri passaggi complicati per
rocce al suolo; va mantenuto lo sviluppo univoco di questo sentiero,
che poi prosegue con andamento più semplice, dato che l'unico altro
appunto degno di nota è la discesa da colle Gastro, su fondo deformato
prima e un po' sassoso poi, quando la via si trasformerà in una più
ampia mulattiera e poi in carrareccia che andrà ad attraversare
l'ampia valle che ci troveremo di fronte. Nell'attraversamento ci
inseriremo su un gomito di un'altra carrareccia, dove, ignorando il
ramo di questa che va verso sinistra, portando verso Moggio,
proseguiamo dritti, risalendo poi l'altura di fronte, che superato un
tratto di boscaglia e l'apice roccioso, scollina, confluendo su
un'asfaltata oramai giunti all'abitato de I Prati (dist. ~1.6 Km -
alt. ~920 m.); da destra giunge la via alternativa più facile
segnalata all'inizio, mentre noi, scartato anche il ramo che sale a
sinistra, proseguiamo dritti, scendendo, verso la provinciale
proveniente da Stroncone, che raggiungiamo con poche centinaia di
metri.
Presa la provinciale verso sinistra, puntiamo verso il nucleo
principale della località montana, giungendo al bivio che include in
mezzo un albergo stagionale, dove seguiamo il ramo asfaltato di
sinistra; superato il camping, l'asfalto lascia il posto ad un'ampia
sterrata che piega a destra, lambendo un'area destinata a parcheggio.
Seguiremo quindi lo sviluppo principale della facile sterrata che in
leggera ascesa ci farà risalire l'ampia vallata dei Piani di Ruschio,
bellissimi sia in estate
(FOTO),
che in inverno
(FOTO), fino al raggiungimento di una prominenza, dove, anzichè scendere
mantenendo la principale, prendiamo la carrareccia di destra che si
inoltra nel bosco (dist. ~3.6 Km - alt. ~950 m.). Superiamo una prima
radura dopo 200 metri e giunti ad una seconda, dopo altri 500 metri,
al termine di questa, prestiamo un po' di attenzione a non perdere la
traccia della carrareccia, momentaneamente meno visibile, che piegando
a sinistra, prosegue a salire in direzione E.N.E. Questa confluirà
dopo ulteriori 500 metri su un'altra carrareccia da seguire verso
destra, che solitamente, dopo una trentina di metri, troviamo sbarrata
da un cancello in filo spinato, da superare ed eventualmente
richiudersi alle spalle.
Ha inizio ora la parte più impegnativa dell'attuale itinerario, con
una faticosa ascesa, che ci farà salire di 200 metri di altitudine,
dagli attuali 980 metri, in circa un chilometro e mezzo. Lasciatoci il
cancello alle spalle infatti, scartata la mulattiera che scende sulla
sinistra, seguiremo la traccia più importante che piegando a destra
sale dapprima mediamente ripida, con andamento molto sinuoso, ampia ma
incassata nel terreno, che poi si farà più ripida e con un fondo
sassoso, che complicherà ulteriormente l'avanzata, almeno per una
breve porzione che esce allo scoperto della macchia, in corrispondenza
di un accentuato gomito sinistrorso. Tornati all'ombra della
vegetazione il fondo si farà più agevole, ma persisterà l'estrema
pendenza, andando a risalire il valloncello, seguendo il sentiero che
coincide con l'impluvio, con strappi anche severi oltre il 20%. Giunti
al culmine del valloncello (dist. ~6.1 Km - alt. ~1150 m.), la traccia
piega verso destra
(ma se abbiamo tempo, possiamo affacciarci sull'altura appena
sopra, per avere una discreta finestra su una porzione della piana reatina) e trasformandosi poco dopo in sentiero, in
qualche tratto appena un po' ostico, per presenza di alcune rocce
sporgenti da terra, che potrebbero appiedarci per pochi metri.
Superiamo, attraversandola, una radura e manteniamo la traccia
univoca, facile quindi da individuare, tranne in autunno, quando resta
un po' celata sotto il manto di fogliame, giungendo ad una selletta
(loc. Sterparino), dove il sentiero principale continua a salire
piegando a sinistra per la Cappelletta di Greccio, mentre noi,
manteniamo in pratica la direzione, andando quindi a scollinare nella
quota massima del presente percorso e infilando il valloncello di
fronte, sempre guidati da una discreta traccia che segue l'impluvio,
anche questa meno evidente in autunno, quando la coltre di foglie la
nasconde e rami più o meno grandi al
suolo, possono rappresentare qualche lieve complicazione di
percorribilità in più. Superiamo un cancello abbattuto, mentre appena
dopo pare originarsi un fosso; ci teniamo alla sinistra di questo
seguendolo inizialmente da vicino per un breve tratto, tramite il
sentiero che lo fiancheggia, per poi divergerne, temporaneamente,
andando, ad allargare il percorso con un giro più ampio, per poi
ripiegare a destra, sempre confortati dalla traccia del sentiero, a riaffiancarsi al fosso (dist. ~7.2 Km - alt. ~1060 m.). Il percorso
andrà ora a coincidere per un tratto, con il letto del fosso, su fondo
quindi sconnesso, cosa che peggiorerà alcune decine di metri più
sotto, tanto da costringere i più a scendere, in una breve porzione di
alcune decine di metri (anche se i più audaci potranno cimentarsi in
una complicata gimkana fra sassi e rami), ma che poi tornerà a farsi
più facile, anche perchè il sentiero si disunisce dal letto del fosso,
correndo sul margine orografico destro di questo, pur sempre ripido e
un po' sassoso, mentre appena dopo, piega deciso a sinistra,
tagliandone il corso e lasciando definitivamente questo alle spalle.
Manteniamo sempre la traccia maestra del sentiero, senz'altro più
facile e scorrevole, anche se si alternano tratti rocciosi,
soprattutto un primo, che creerà qualche problema anche perchè
abbinato a qualche metro di risalita su una costa un po' sconnessa, ma
che poi si farà più filante, soprattutto nella parte finale, che ci
porterà a confluire sulla sterrata che solca i Prati di Sopra di
Cottanello (dist. ~8.2 Km - alt. ~930 m.)
(FOTO).
Prendiamo la facile carrareccia verso destra, in leggera discesa,
ignorando dopo 300 metri un'altra carrareccia che si dirama sulla
sinistra, mantenendo quindi la direzione Nord-Ovest; volendo, se si
preferisce, si può percorrere direttamente la lingua di prati che
affianca sulla sinistra la carrareccia, tornando però inevitabilmente
su questa dove i prati termineranno, lasciando il posto ad una
porzione di macchia che attraverseremo con la via che scende appena di
più, fino a portarci all'apice nord, dove sulla destra avremo un nuovo
piccolo appezzamento prativo e dove la via principale inverte la
direzione, ripiegando verso sud, mentre da destra, quindi da nord, qui
si allaccia la via più facile che scende dai Prati di Stroncone, via
loc. Fontazzano, come da percorso Do.
La via risale per poche decine di metri, portandoci all'imbocco dei
Prati di Sotto
(FOTO),
dove però, prenderemo la prima carrareccia di destra (dist. ~9.9 Km -
alt. ~870 m.), seguendone la traccia appena accennata sull'erba, per i
primi metri, ma che poi tornerà a farsi ben evidente. Questa i sdoppia
dopo 350 metri, dove optiamo per il ramo di sinistra che scende
facendosi sconnesso. Giunti a livello del fosso, che ci troviamo
davanti, pieghiamo a sinistra, seguendone l'andamento, con il fondo
che torna a farsi facile, con un successivo passaggio più complicato
quando ne attraverseremo il letto, piegando a destra e uscendo sulla
bassa sponda opposta, andando a riprendere la traccia che va ad
attraversare subito una recinzione, scendendo su single
track, agevole, ma sdrucciolevole. Il percorso coincide poi negli
ultimi metri con lo stesso letto del fosso, quasi perennemente in
secca, finchè con un ultima breve porzione di alcune decine di metri
dissestata, giungiamo sull'ampia sterrata che collega Finocchieto alle
sorgenti dell'Acquasanta (percorso Df),
dove questa compie un gomito a 180°, che seguiremo a salire, verso
destra (dist. ~11.0 Km - alt. ~800
m.).
Manteniamo ora la sterrata, in comune per questo tratto con il
percorso Do, ignorando subito una minore a sinistra,
che dopo essere salita un po', spiana e superata la zona prativa
dell'Acquasanta , con due fontanili sulla sinistra, si fa più
ondulata, scendendo infine fino all'attraversamento di un ramo di
alimentazione del fosso Fara (anch'esso praticamente sempre in secca),
per poi risalire un centinaio di metri, fino a dove da destra scende
il percorso Df, da Fontazzano; qui proseguiamo in pratica dritti,
scendendo e inoltrandoci nel bosco, con la via che piegando a sinistra
lungo la costa della montagna, si restringe temporaneamente, a mo' di
mulattiera, risalendo brevemente. Manteniamo la via che poi scende
tagliando la ripida costa del monte, scendendo di quota, finchè
assottigliandosi lascerà il posto ad una divertente traccia nel bosco
sostanzialmente a scendere, assoggettabile per qualche tratto a
sentiero e per qualche altro a mulattiera, finchè terminerà con
l'inserimento su una carrareccia (dist. ~14.9 Km - alt. ~675 m.)
che presa verso
destra sale abbastanza ripida, come da proseguimento del percorso Do,
mentre noi piegheremo a sinistra, per una carrareccia che scende
subito abbastanza pendente e che fatti pochi metri, sarà sconnessa
perchè sassosa e scalinata. La porzione peggiore sarà limitata a
200-300 metri, ma anche il seguito, pur con fondo migliore, non si
potrà considerare certo una passeggiata, vista anche l'accentuata
pendenza. Verso la parte bassa, supereremo anche un cancello in
metallo, solitamente chiuso, mentre un centinaio di metri dopo sulla
destra si vedrà separarsi un'altra via sterrata minore, che scende a
margine di un ramo di un fosso, rappresentante il percorso
E1, per Casale Balduino (nel suo tratto
più ostico, per il difficile attraversamento di un fosso); proseguiamo a
scendere, temporaneamente su fondo in cemento, che tornerà però, nel
facile tratto conclusivo, sterrato, con davanti, in lontananza, la
frazione di Finoccheto, arroccata sul suo colle. Il termine si ha una
volta giunti all'attraversamento del torrente Fara: dritti si va verso Finoccheto, mentre sulla destra, si scende a fianco della destra
orografica del torrente, che dà qui origine al percorso
Ec [rif. Percorso
E1 - Km. 43.9].
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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