Varianti possibili: Percorso
Ef - Percorso
Eh - Percorso
Ei -
Percorso Ek
Lungo e variegato anello che si
estende verso sud fino a toccare l'estremo lembo meridionale
dell'Umbria, nel comune di Calvi e raccoglie in se tutto quanto si
può cercare in un percorso: una ripida e dura salita lungo il
versante nord del monte San Pancrazio, sentieri tecnici e abbastanza
impervi per scendere verso Calvi, una tranquilla parte di transizione
per collegarsi a Itieli ed un'entusiasmante finale che chiude la parte
sterrata a Narni, con 8 chilometri di puro divertimento, tra i più
belli a mio avviso da fare in bici.
L'anello si chiude su asfalto, poi con una parte più trafficata che
scorre via velocemente in discesa e un tranquillo tratto finale a lato
del lago di Narni.
Le uniche note negative riguardano la "manutenzione" di alcuni
sentieri; il tratto discensivo verso Calvi è in assoluto il più
ostico, perchè i sentieri sono qui quasi completamente abbandonati a
se stessi; nulla a che fare ad esempio con il single track giacente
nel comune di Narni, dal km 38.3, ottimamente mantenuto e pertanto
divertente e piacevolissimo da fare.
Diversamente dal solito, si è fissata la partenza appena fuori
Terni, al limitare della prima periferia ovest, a Ponte San Lorenzo,
piccola frazione che giace sul comune di Narni, ma più vicina al
capoluogo di provincia che non a quest'ultima. Questa località si
può raggiungere con la bici in pochi minuti da Terni (circa 3 km
dalla zona Polymer. periferia sud-ovest), più
direttamente, anche se con l'inevitabile traffico, percorrendo la
Flaminia, oppure attraverso le tante e più tranquille stradine adiacenti quest'ultima.
Punto di riferimento per la partenza, il bivio che troveremo lasciata
la Flaminia (~ al km 98.500 di questa) per entrare, a sinistra, a Ponte San
Lorenzo, al successivo bivio, appena qualche metro dopo aver superato il ponte sul canale
Recentino; tra l'altro, come ulteriore riferimento, questo punto giace
sul percorso F2 al km ~56.1.
Prendiamo quindi in salita l'asfaltata che ci porta ad attraversare
Ponte S. Lorenzo, lasciandoci subito sulla destra la chiesa della
frazione. Nell'ultima parte del tratto abitato della frazione, la
strada sarà quasi pianeggiante; proprio in corrispondenza dell'inizio
di un tratto sterrato,dopo aver percorso nemmeno un chilometro, sulla
destra si stacca un'altra strada, anch'essa sterrata, strada di
Fiaiola, che dovremo prendere. Questa prenderà a salire, dapprima
leggermente, dividendosi dopo circa 200 metri, dove lasceremo la via
principale di
sinistra che continua a salire (e
che conduce anch'essa in loc. Fiaiola per una via più diretta e più
breve di ~7/800 metri di quella descritta di seguito, ma oramai quasi
completamente asfaltata o cementata), optando per la sterrata
di destra più confacente al nostro sport. Dopo averne percorsa circa
un chilometro superiamo un casolare trovandoci di fronte una stalla,
con la strada che si sdoppia, che superiamo sulla sinistra, inserendoci
di seguito su un'altra sterrata che sale da seguire verso sinistra; appena
dopo la strada si divide in più rami paralleli: manterremo quello
più a destra. Superate oramai le pendenze più ripide di questo
tratto iniziale, avremo una porzione di percorso nella boscaglia, per
poi confluire su un'altra sterrata da proseguire nel senso di
provenienza; scollineremo e ci congiungeremo quindi al percorso
principale precedentemente abbandonato in località Fiaiola (dist. ~3.5 Km - alt. ~250
m.).Proseguendo dritti ci troveremo a percorrere la sommità di una
zona collinare, potremo scorgere alla nostra sinistra la catena di
monti a nord della conca ternana, da cui svetta monte Torre Maggiore,
mentre alla nostra destra la dorsale Narnese-Amerina che termina con i due
monti (andremo a passare sulla sella tra i due), caratterizzati da una serie di antenne e tralicci
sulla loro sommità: monte San
Pancrazio e Monte Cosce.
Al km 4.1, dopo aver ripreso a salire e appena prima di giungere a
quello che è il nucleo più nuovo della piccola frazione di
Fiaiola, lasceremo questa che è la strada principale, per prendere a
destra in discesa Strada della Cantinetta (anche
proseguendo, dopo un breve tratto asfaltato, ci si potrà riallacciare
al nostro percorso piegando a destra e riprendendo la sterrata che ci
farà scendere sulla SP64, allungando di alcune centinaia di metri il
percorso). Scendendo, la strada compirà subito una S,
terminata la quale, prima di giungere ad una casa, lasceremo anche
questa (proseguendo invece ci ritroveremmo su percorso Ed)
per prendere sulla sinistra un tratturo che
corre, più o meno pianeggiante, a margine di alcuni campi coltivati
recintati; questo tratto "campestre" terminerà
reimmettendosi sull'ampia sterrata che scende da Fiaiola, da prendere
verso destra (dist. ~4.9 Km - alt. ~245 m.). Non resta che seguire questa,
costantemente in discesa, con il San Pancrazio e il Cosce ora di
fronte a noi in lontananza, fino a giungere ad un quadrivio, dove
dovremo proseguire dritti, visto che la stradina di sinistra porta ad
un'abitazione e quella di destra ad un laghetto di pesca sportiva; qui
la discesa si farà molto più accentuata e sarà caratterizzato
inoltre da due bruschi tornanti. Mantenendo il tratto principale si
scenderà fino al fondo valle dove ci aspettano due guadi: il primo
senza difficoltà, su fondo livellato e consistente, di un piccolo e
basso ruscello e il secondo dopo circa 200 metri, del torrente Aia,
dove le difficoltà saranno senz'altro maggiori, soprattutto nella
stagione meno secca, dato che le fredde acque possono arrivare a
lambire le scarpe durante la pedalata di attraversamento e il fondo
composto da grossi ciottoli non semplifica certo il compito.
Suggerisco di cimentarsi in questo guado in estate, quando i piedi,
eventualmente a
mollo, possono costituire un bel refrigerio, cosa da fare in ogni caso
con un rapporto cortissimo; qualche
metro prima di questo guado tra l'altro, c'è sulla destra un piccolo
sentiero tra la vegetazione, che ci permetterebbe di attraversare il
torrente su una comodissima passerella, allungando il percorso di
appena qualche metro. Dalla parte opposta si esce su asfalto,
sulla SP64, che congiunge Narni al comune di Stroncone e che dovremo
proseguire verso sinistra (dist. ~6.7 km - alt. ~145 m.).
Seguendo questa per poco oltre un chilometro, ci immetteremo su
un'atra provinciale (SP21), in zona Vascigliano, da prendere ora verso
destra, direzione Vasciano e S. Urbano. Questa sale leggermente, più
o meno costante e va mantenuta fino al km 4 (della SP21), dove invece
di fare il curvone verso destra continuando a salire, prendiamo sulla sinistra la
sterrata che qui si stacca e va a costeggiare dopo un po' un ruscello.
Segnalo comunque che anche la provinciale ci porterebbe a destinazione
(Vasciano), salendo senz'altro più dolcemente e con uno sviluppo
di appena qualche centinaio di metri più lungo della sterrata
di seguito descritta, che costituirà invece, poco
più avanti, degno assaggio dell'irta salita che ci aspetta dopo
Vasciano. Il tratto che costeggia il piccolo torrente (Fosso di Vasciano) sarà facile e con
tratti in leggera salita, finchè, dopo aver superato la stradina che
scende da sinistra e che rappresenta l'estremità finale del percorso Ea, al km
11.4 la lasceremo per piegare in ripida salita verso destra,
prendendo quella con indicazione Sacro Speco. Come detto questa
costituirà il primo assaggio alla ripida salita verso la cima della
dorsale, che in pratica ha da qui l'origine, per questo percorso, nel
suo versante nord. Giunti alle prime case della frazione Ville di
Vasciano, la strada tornerà ad essere asfaltata, per poi confluire di
nuovo sulla provinciale, che dovremo seguire ora verso sinistra, in
salita, ma senz'altro più "respirabile" (nell'eventualità
si volesse fare rifornimento d'acqua, segnalo un antico fontanile in
questa frazione; dopo alcune decine di metri va presa la stradina
asfaltata che si stacca tra le case sulla destra, piega a sinistra e
superato il fontanile diviene sterrata e si riallaccia al nostro
percorso in corrispondenza del bivio per Lugnola). Supereremo poco
dopo, ignorandolo, il bivio per Lugnola, mentre imboccheremo la
successiva diramazione sulla sinistra per Vasciano, con la strada che
seppur asfaltata tornerà ad impennarsi considerevolmente; dopo mezzo
km abbondante giungeremo all'altezza del paese di Vasciano, con il
ramo asfaltato che prosegue scendendo verso lo stesso, mentre un ramo
sterrato e ampio prosegue per i monti, contraddistinto dalle insegne
in legno della sentieristica locale per le due cime (dist. ~13.6 Km - alt.
~450 m.).
Non resta che mantenere ora la strada costantemente in salita nei
primi chilometri (pendenza media appena superiore al 10%), lasciandoci
il paese di Vasciano sulla sinistra sotto di noi, superando, dopo
alcune centinaia di metri, una sbarra talvolta chiusa
(aggirabile facilmente tramite il passaggio sulla sinistra) e
affrontando i ripidi, ma anche ripidissimi tratti cementati (uno anche
superiore al 20%!), rinfrancati però dal bel panorama che sempre di
più si godrà salendo, sia verso il fondovalle con i paesi di Lugnola
e Configni, che potremo scorgere progressivamente, sia sui monti
Reatini e di Stroncone, i più prossimi a noi sull'altro lato della
vallata. Alla fine di un tratto cementato, con la strada che piega a
90° verso destra e spiana temporaneamente, saremo giunti al bivio
tra le due cime: Monte San Pancrazio dritti e Monte Cosce verso
sinistra a margine del bosco (dist. ~16.5 Km - alt. ~765 m.).
Una breve premessa, prima di scegliere la direzione più congeniale
a ciascuno: la via "ufficiale", pur ben marcata, non si può
paragonare ad una passeggiata, non tanto per le difficoltà tecniche,
non eccessive, quanto per lo stato un po' impervio in cui la si
potrebbe trovare, in alcuni periodi dell'anno, nella fattispecie in primavera,
quando la rigogliosa ricrescita vegetativa tende ad invadere in poco
tempo il passaggio con qualche ramo fastidioso da scansare (soprattutto quando è
di rovi); solitamente, soprattutto in autunno, quando probabilmente i
cacciatori provvedono a riaprire e rendere decisamente più agevoli i
passaggi tra i cespugli, il tracciato scorre via più tranquillo. Se
però non volete un contatto così ravvicinato con la natura, potete sempre
propendere per la via di destra (praticamente dritti) come da percorso
E1, fino ad attraversare i bei prati dei colle di Vasciano e uscire
dopo alcuni dossi sull'asfaltata che sale da Calvi al S. Pancrazio, da
prendere quindi in discesa fino a giungere in località Pianezza e
riallacciarsi al percorso attuale, rinunciando però ad una bella
porzione di nuovo percorso.
Qui
invertiamo la direzione per seguire il ramo di sinistra che lambendo
il bosco sale fin sopra alla sella prativa che rappresenta la massima
quota del percorso attuale; manteniamo la direzione sul prato, con la
traccia che tende a scomparire, lasciandoci il cancello metallico in
lontananza sulla sinistra (la via per il monte Cosce) e puntando verso un gruppo di lecci sul lato
opposto a quello di provenienza; qui ha origine l'evidente sentiero che prende
subito a scendere. Divertente nel suo svolgersi tra i cespugli con le
fronde di questi che arrivano quasi a sfiorarci, i passaggi più
tecnici, anche se alcuni di questi ci appiederanno (ma se ne potranno
sommare per non più di 20-30 metri se si ha buona padronanza del mezzo) e
le brevi discese nel pieno del fitto bosco. La traccia sarà facile da
mantenere, senza ambiguità con possibili altre vie; segnalo solo una
piccola radura con a margine un rudere (km 17.4) dove il sentiero
scompare, ma basta mantenere la direzione tagliando a metà la radura
per vederlo ricomparire ben evidente all'imbocco nel bosco sul lato
opposto e un filo spinato da superare (sganciando l'apposito cancello
sempre in filo) 150 metri dopo, appena di seguito ad un tratto di
mulattiera disseminato di sassi. Nell'ultima porzione di sentiero (la
parte dove sono presenti la maggior parte dei cespugli di rovi a lato)
costeggiamo un appezzamento di terreno coltivato, al termine del quale
il sentiero piegando a sinistra scende ripido per pochi metri fino al
pianoro sottostante; siamo in località Valle Saglianese (dist.
~17.8 Km - alt. ~685 m.). Sulla destra ha origine la sterrata che
dobbiamo seguire, mentre a sinistra di questa c'è il piccolo laghetto
(solo nella stagione piovosa) che caratterizza il posto. Dopo una
breve salita segue una veloce discesa, che dovrebbe lasciarci il tempo
per ammirare la bella e rigogliosa valle e un laghetto sulla sinistra
nel finale, che ci porta ad uscire sull'asfaltata che sale da Calvi
verso il S. Pancrazio, in località Pianezza (dist. ~19.5 Km - alt. ~635
m.). Prendiamo l'asfaltata verso sinistra e la manteniamo per 1.3 km,
fino ad incontrare, lungo la discesa, una sterrata che si dirama sul margine sinistro, da
seguire, a meno che non
vogliamo saltare i successivi 5.5 km mantenendo l'asfaltata quasi
interamente in discesa e riallacciandoci al percorso al km 26.4. Questa
corre parallela all'asfaltata, ma in senso contrario a quello di provenienza,
per alcune decine di metri, poi se ne distacca prendendo a scendere,
fino a giungere ad una biforcazione, dove manterremo la via di destra
che poi risale. Manteniamo questa via facile ed univoca per giungere
all'altezza di un piccolo fabbricato di recente realizzazione in
località Vall'Imbrisa (dist. ~22.1 Km - alt. ~530 m.), dove lasciamo
la sterrata principale che prosegue pianeggiante, a favore di una
minore che si dirama sulla destra in discesa. Manteniamo questa per
circa 700 metri, quando giunti all'altezza di un rudere semidiroccato
sulla destra, la lasciamo prendendo una traccia di mulattiera con
fondo in terra che si stacca sulla sinistra e scendendo diviene appena
dopo un sentiero più marcato. Superiamo uno stagno proseguendo dritti
e andando ad attraversare una zona con bassa vegetazione rasata, dopo
la quale il sentiero scende ripido e più tecnico su fondo un po'
sconnesso e scosceso. Questo fino a giungere all'attraversamento del
fosso; poi, superati i primi metri ripidi ascendenti si farà sicuramente più
pedalabile e facile; la rappresentazione in grafica come disagevole è
dovuta al susseguirsi di tanto in tanto di brevi o brevissimi tratti
rocciosi che occasionalmente renderanno il passaggio difficoltoso;
anche qualche ramo di vegetazione tende ad invadere la sede da
percorrere, ma si riescono a scansare senza eccessiva difficoltà.
Il sentiero va mantenuto nel suo sviluppo più diretto e tutto sommato
abbastanza livellato, ignorando quindi le eventuali diramazioni che
prendono in discesa o in salita, come al km 23.6 e 24.0 a destra o al
km 23.9 a sinistra. Un'ultima porzione rocciosa più consistente sarà
segnale dell'approssimarsi della fine del sentiero, che ci porta ad
inserirci su un'asfaltata già in vista delle prime abitazioni di
Calvi, nella parte alta e nuova del paese. Puntiamo verso le case
inserendoci su un gomito di una nuova asfaltata da seguire nel ramo di
destra, che dopo un tratto semipianeggiante scende decisa verso il nucleo
del paese. Senza raggiungere il centro però noi, inserendoci sulla
via che ne esce per salire verso il monte San Pancrazio, riprenderemo
a salire verso questa direzione proprio davanti a la Collegiata (dist. ~24.9 Km - alt. ~440
m.).
La strada ci porta a superare il cimitero e le ultime case nel bosco
in salita per poi spianare e superato un piccolo stagno sulla
sinistra, al km 26.4 va lasciata a favore di una sterrata che si
origina sulla sinistra. Questa, va mantenuta nel suo sviluppo
principale, ignorando quindi tutte le diramazioni palesemente
secondarie che si staccano da essa, l'unica che può costituire
qualche dubbio è al km 27.3 dove va scartato il ramo di destra. Un
ultima porzione abbastanza scoscesa e un po' dissestata ci porterà ad
inserirci sulla provinciale SP18 in località Ponte Renaro, dove
questa compie un'ampia curva, che seguiremo nel ramo di destra (dist.
~28.6 Km - alt. ~380 m.). Seguiamo l'asfaltata superando prima la
frazione di Aravecchia (dove si origina il percorso Eh)
per poi subito trovarci il borgo di Poggio di Otricoli poco lontano
alla nostra destra (FOTO). Manteniamo ancora la provinciale seguendone
quindi l'andamento verso destra al successivo bivio, seguendo
l'indicazione per Narni, per poi appena di seguito lasciarla in
corrispondenza della diramazione, ancora asfaltata, che ci porta a
salire verso Poggio. Al primo bivio seguiamo la sinistra, cosa che
faremo anche dove l'asfaltata compie un gomito destrorso, proseguendo
per la parte alta del paese, come da percorso Ei, lasciandola a favore di una sterrata
(strada delle Grotte) che prosegue dritta (dist. ~31.3 Km - alt. ~395
m.) e che diverrà dopo 100 metri cementata. Terminata la parte
ripida, ne segue una quasi pianeggiante dove la strada si sdoppia: un
ramo prosegue in salita ancora cementato, mentre noi seguiamo quello
si sinistra sterrato che dopo aver costeggiato alcune recinzioni per
animali si sdoppia nuovamente. Scartando la via di sinistra seguiamo
quella che in pratica mantiene la direzione e dopo alcune decine di
metri si fa per l'ultima volta cementata per un breve tratto ripido.
Tornati su sterrato e preso il ramo di sinistra alla biforcazione che
incontreremo dopo 200 metri, basterà ora seguire lo sviluppo della
via principale, cosa da fare, mantenendo la destra, anche
all'attraversamento di una piccola radura dove si divide nuovamente.
Lungo un tratto in discesa confluiremo su un'altra sterrata (termine
del percorso Ef) da seguire nel ramo
discendente di sinistra; questa poi risalirà passando accanto ad
alcune abitazioni in località Acerella, innestandosi, al termine
della salita in un'altra sterrata da seguire verso destra, che a sua
volta si inserisce in una ulteriore da prendere ora verso sinistra (a
destra termina il percorso Eg) .
A distanza ravvicinata (nemmeno 100 metri) si susseguirà un'ultima
biforcazione, dove a sinistra termina il percorso Ej, mentre noi
prendiamo a destra per salire verso Itieli (dist. ~33.9 Km - alt. ~505
m.).
Segue quindi la lunga salita
verso Itieli, lungo la quale incontreremo un'unica biforcazione, al km 34.6, dove
manterremo la destra, mentre 300 metri dopo manteniamo la direzione,
quando un'altra sterrata si inserirà da destra. Segue un tratto di
salita più dolce, con anche qualche metro per riprendere fiato e un
ultimo strappo nella pineta che ci porta a scollinare riallacciandoci
temporaneamente al percorso Ee di fronte ad una casa con recinzione
(dist ~35.5 km – alt. ~620 m.), dove
il tracciato Ee prosegue in salita verso destra, provenendo da
Itieli, verso dove punteremo proseguendo quindi dritti in
discesa. Manteniamo questa via per appena 150 metri, quando anziché
proseguire per l'oramai prossimo paese di Itieli (a
meno che non si voglia fare rifornimento d'acqua nella fontana che
troveremmo in ingresso al paese a 500 metri), la lasciamo
per seguire un'altra sterrata che si stacca sulla sinistra. Questa si
biforca già dopo pochi metri, optiamo per il ramo di destra (a
sinistra prosegue il percorso Ek) che
risale l'altura fino a farci attraversare un altipiano prativo, per
poi, seguendone l'andamento, lasciarci sulla destra una costruzione in
cemento, superata la quale si scende un po' per giungere ad un'altra
biforcazione dove andiamo ancora per la via di destra. Breve tratto di
piana poi scende decisa, con andamento leggermente sinuoso nel bosco
di lecci, su fondo agevole, ma viscido in caso di piogge e/o triturato
per il continuo passaggio di moto. Dopo un breve tratto pianeggiante
si piega sulla sinistra per scendere fino ad intersecare la SP72 e
anche il percorso Ek (dist
~37.1 km – alt. ~550 m.), riprendendo dall'altra parte la stradina
nel bosco, asfaltata solo per i primi metri, con leggeri sali-scendi
nella prima parte, finchè, superata una diramazione di un'altra
sterrata sulla destra da scartare, scende più insistente. Superiamo
un fontanile piegando verso destra e 300 metri dopo lasciamo la
sterrata per un entusiasmante tratto in single track nel bosco (dist ~38.3 km – alt.
~490 m.); sulla
sinistra infatti, passando di fianco ad un palo della corrente, c'è
l'imbocco di un sentiero che si fa largo tra la bassa vegetazione ed entra
nella macchia. La vegetazione non è mai d'intralcio, il fondo è
compatto e scorrevole è il profilo leggermente ondulato; appena prima
di giungere ai 38.7km non ci si lasci ingannare da una sorta di
traccia che si dirama verso destra, che è in realtà un piccolo
fosso, mantenendo quindi la sinistra, cosa che faremo anche alcune
centinaia di metri dopo. Attenzione ad una breve quanto ripida rampa
al km 39.3 che se non presa con il corretto rapporto e se non si
trovano le condizioni ideali di terreno, potrebbe appiedarci per
qualche metro. Dopo un tratto finale nel castagneto, avrà termine
questo primo single track, che lascia il posto ad una buona
carrareccia (dist ~39.6 km – alt. ~490 m.) da seguire verso
sinistra. Questa con uno sviluppo di 300 metri pressochè pianeggianti
sfocia su un'ampia radura: dritti
si uscirebbe in un centinaio di metri ancora sulla provinciale SP72,
che collega Itieli alla SS3, mentre noi compiremo un gomito
verso destra per rientrare subito nel bosco a scendere e superato un
rudere la via si restringe a sentiero, attraversando un appostamento
di caccia caratterizzato da bassa vegetazione rasata. Ci ritroveremo
in un altro castagneto, dove la via principale, da seguire, piega
verso sinistra per scendere dopo un po' decisamente ripida, fino a
divenire una carrareccia che piega verso destra. Usciamo dalla zona
boschiva passando accanto a delle recinzioni che delimitano un
deposito di esplosivi, fino ad inserirci in una nuova sterrata da
seguire verso destra, poi appena di seguito di nuovo verso destra (a
sinistra porterebbe verso una casa), scartando successivamente, appena
prima di scollinare la breve asperità, la successiva alternativa di
destra che porta all'interno della zona interdetta (dist ~40.6 km – alt.
~435 m.). Scendiamo, ignorando la sterrata che si dirama verso destra,
sulla via tutto sommato buona, anche se un po' accidentata, nonché acquitrinosa
nella stagione piovosa, ci inseriamo su un'altra sterrata da seguire
verso sinistra, che dopo poche decine di metri prende a scendere
abbastanza sconnessa. Giungiamo ad una biforcazione: a
destra si andrebbe verso Ponte Cardona, come da indicazione sul posto.
riallacciandoci quindi poco più sotto al percorso Fc;
noi invece optiamo per il ramo di sinistra che prende poi a salire.
Dopo alcune centinaia di metri ci inseriamo sulla sterrata che sale da
località Santa Lucia verso Pozzo Verde, prendendola ancora in salita,
verso sinistra, per un breve tratto in comune col percorso Fc. Seguiamo
la via principale che appena scollinato, piega verso sinistra, per
lasciarla dopo nemmeno cento metri di pianura, andando a prendere la
prima sterrata che si stacca sulla destra. Breve e leggera salita che
ci porta a scollinare dopo poche centinaia di metri (dist ~42.7 km – alt.
~420 m.), continuando a seguire la sterrata che scendendo si sdoppia
dopo ulteriori 200 metri, quando sceglieremo il ramo di sinistra che
salendo appena entra nella vegetazione trasformandosi in sentiero che
fiancheggia un uliveto a destra e una lunga fila di ginestre sulla
sinistra. Manteniamo la sinistra anche alle due successive vicine
biforcazioni, infilandoci quindi nella boscaglia, lungo la traccia
principale che prima sale per un breve tratto, per poi prendere a
scendere, sempre più in pendenza, con una porzione decisamente
scoscesa su fondo irregolare che farà dar fondo a tutte le doti di
tecnica di cui siamo in possesso. Questa ci porterà al cospetto della Rocca di
Narni (FOTO), che raggiungiamo attraversando il parco antistante, oramai su
sterrata agevole che scorre alla nostra destra e in cui ci immettiamo.
Giunti sull'asfalto che la fiancheggia (dist ~43.6 km – alt. ~345
m.), scendiamo verso destra
lasciandoci la rocca sulla sinistra, abbandonando però l'asfaltata
dopo nemmeno centro metri, per imboccare un sentiero sulla destra in
corrispondenza di una pianta di fichi, ripidissimo nei primi metri, ma
più agevole nel tratto successivo, pur con qualche metro di tanto in
tanto più accidentato, che ci porta ad attraversare una
piccola porzione di bosco, fino ad uscire sul piazzale asfaltato,
antistante un ristorante in stile orientale, oramai alla periferia di
Narni. Pieghiamo nettamente verso sinistra andando a percorrere
l'asfaltata che scende, passando prima davanti all'ospedale della
cittadina, per poi, tenendo la destra, andando a scendere fin di
fronte alla porta d'ingresso est di Narni (dist ~44.9 km – alt. ~225
m.).Invertita la direzione di fronte alla porta per seguire la Flaminia
nel tratto discensivo, la seguiremo sempre in discesa,
superando il bivio che sulla sinistra porterebbe a Narni Scalo, fino
a giungere in pratica al termine della discesa ad incontrare al km 46.9 una strada (SP64) sulla destra con l’indicazione per Stroncone,
che prenderemo.
L'alternativa più diretta
per tornare verso Ponte San Lorenzo e quindi Terni
da qui è rappresentata dal proseguire semplicemente per
la Flaminia (alternativa più trafficata); il percorso da me indicato, per il lago di Narni, benché più
lungo è l’opzione più tranquilla e piacevole.
Si imboccherà la SP64 dell’Aia, attraversando subito località
Miriano, salendo poi leggermente fino ad arrivare a raggiungere il
lago di Narni, che costeggeremo per tutta la sua lunghezza. Si proseguirà costantemente in pianura
fino a giungere a località Case Erba Bigia (dist ~52.2 km – alt. ~130
m.), nei pressi del quale, lasceremo la provinciale per prendere sulla sinistra una
stradina sterrata che scendendo leggermente ci porterà a guadare il
torrente Aia (con acqua, quando c'è, che non supera i 10 centimetri, o in ogni caso
c’è una passerella pedonale sulla sinistra), per poi immetterci
dopo qualche decina di metri su una strada asfaltata da prendere verso
sinistra; verso destra ha invece origine il percorso Ed. Questa salirà un po’ per poi scendere fino a
chiudere il percorso in località Ponte S. Lorenzo.
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
|