PERCORSO E2

TERNI - PONTE S.LORENZO - FIAIOLA - VASCIGLIANO - VASCIANO - V.lle SAGLIANESE - CALVI - POGGIO - ACERELLA - ITIELI - NARNI - PONTE S.LORENZO - TERNI

LA BOMBA


Lunghezza: ~53.7 Km
Altitudine max: ~785 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1580m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~4h
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Giugno 2006 

Varianti possibili: Percorso Ef - Percorso Eh - Percorso Ei - Percorso Ek

Lungo e variegato anello che si estende verso sud fino a toccare l'estremo lembo meridionale dell'Umbria, nel comune di Calvi e raccoglie in se tutto quanto si può cercare in un percorso: una ripida e dura salita lungo il versante nord del monte San Pancrazio, sentieri tecnici e abbastanza impervi per scendere verso Calvi, una tranquilla parte di transizione per collegarsi a Itieli ed un'entusiasmante finale che chiude la parte sterrata a Narni, con 8 chilometri di puro divertimento, tra i più belli a mio avviso da fare in bici.
L'anello si chiude su asfalto, poi con una parte più trafficata che scorre via velocemente in discesa e un tranquillo tratto finale a lato del lago di Narni.
Le uniche note negative riguardano la "manutenzione" di alcuni sentieri; il tratto discensivo verso Calvi è in assoluto il più ostico, perchè i sentieri sono qui quasi completamente abbandonati a se stessi; nulla a che fare ad esempio con il single track giacente nel comune di Narni, dal km 38.3, ottimamente mantenuto e pertanto divertente e piacevolissimo da fare.

Diversamente dal solito, si è fissata la partenza appena fuori Terni, al limitare della prima periferia ovest, a Ponte San Lorenzo, piccola frazione che giace sul comune di Narni, ma più vicina al capoluogo di provincia che non a quest'ultima. Questa località si può raggiungere con la bici in pochi minuti da Terni (circa 3 km dalla zona Polymer. periferia sud-ovest), più direttamente, anche se con l'inevitabile traffico, percorrendo la Flaminia, oppure attraverso le tante e più tranquille stradine adiacenti quest'ultima. Punto di riferimento per la partenza, il bivio che troveremo lasciata la Flaminia (~ al km 98.500 di questa) per entrare, a sinistra, a Ponte San Lorenzo, al successivo bivio, appena qualche metro dopo aver superato il ponte sul canale Recentino; tra l'altro, come ulteriore riferimento, questo punto giace sul percorso F2 al km ~56.1.
Prendiamo quindi in salita l'asfaltata che ci porta ad attraversare Ponte S. Lorenzo, lasciandoci subito sulla destra la chiesa della frazione. Nell'ultima parte del tratto abitato della frazione, la strada sarà quasi pianeggiante; proprio in corrispondenza dell'inizio di un tratto sterrato,dopo aver percorso nemmeno un chilometro, sulla destra si stacca un'altra strada, anch'essa sterrata, strada di Fiaiola, che dovremo prendere. Questa prenderà a salire, dapprima leggermente, dividendosi dopo circa 200 metri, dove lasceremo la via principale di sinistra che continua a salire (e che conduce anch'essa in loc. Fiaiola per una via più diretta e più breve di ~7/800 metri di quella descritta di seguito, ma oramai quasi completamente asfaltata o cementata), optando per la sterrata di destra più confacente al nostro sport. Dopo averne percorsa circa un chilometro superiamo un casolare trovandoci di fronte una stalla, con la strada che si sdoppia, che superiamo sulla sinistra, inserendoci di seguito su un'altra sterrata che sale da seguire verso sinistra; appena dopo la strada si divide in più rami paralleli: manterremo quello più a destra. Superate oramai le pendenze più ripide di questo tratto iniziale, avremo una porzione di percorso nella boscaglia, per poi confluire su un'altra sterrata da proseguire nel senso di provenienza; scollineremo e ci congiungeremo quindi al percorso principale precedentemente abbandonato in località Fiaiola (dist. ~3.5 Km - alt. ~250 m.).Proseguendo dritti ci troveremo a percorrere la sommità di una zona collinare, potremo scorgere alla nostra sinistra la catena di monti a nord della conca ternana, da cui svetta monte Torre Maggiore, mentre alla nostra destra la dorsale Narnese-Amerina che termina con i due monti (andremo a passare sulla sella tra i due), caratterizzati da una serie di antenne e tralicci sulla loro sommità: monte San Pancrazio e Monte Cosce.
Al km 4.1, dopo aver ripreso a salire e appena prima di giungere a quello che è il nucleo più nuovo della piccola frazione di Fiaiola, lasceremo questa che è la strada principale, per prendere a destra in discesa Strada della Cantinetta (anche proseguendo, dopo un breve tratto asfaltato, ci si potrà riallacciare al nostro percorso piegando a destra e riprendendo la sterrata che ci farà scendere sulla SP64, allungando di alcune centinaia di metri il percorso). Scendendo, la strada compirà subito una S, terminata la quale, prima di giungere ad una casa, lasceremo anche questa (proseguendo invece ci ritroveremmo su percorso Ed) per prendere sulla sinistra un tratturo che corre, più o meno pianeggiante, a margine di alcuni campi coltivati recintati; questo tratto "campestre" terminerà reimmettendosi sull'ampia sterrata che scende da Fiaiola, da prendere verso destra (dist. ~4.9 Km - alt. ~245 m.). Non resta che seguire questa, costantemente in discesa, con il San Pancrazio e il Cosce ora di fronte a noi in lontananza, fino a giungere ad un quadrivio, dove dovremo proseguire dritti, visto che la stradina di sinistra porta ad un'abitazione e quella di destra ad un laghetto di pesca sportiva; qui la discesa si farà molto più accentuata e sarà caratterizzato inoltre da due bruschi tornanti. Mantenendo il tratto principale si scenderà fino al fondo valle dove ci aspettano due guadi: il primo senza difficoltà, su fondo livellato e consistente, di un piccolo e basso ruscello e il secondo dopo circa 200 metri, del torrente Aia, dove le difficoltà saranno senz'altro maggiori, soprattutto nella stagione meno secca, dato che le fredde acque possono arrivare a lambire le scarpe durante la pedalata di attraversamento e il fondo composto da grossi ciottoli non semplifica certo il compito. Suggerisco di cimentarsi in questo guado in estate, quando i piedi, eventualmente a mollo, possono costituire un bel refrigerio, cosa da fare in ogni caso con un rapporto cortissimo; qualche metro prima di questo guado tra l'altro, c'è sulla destra un piccolo sentiero tra la vegetazione, che ci permetterebbe di attraversare il torrente su una comodissima passerella, allungando il percorso di appena qualche metro. Dalla parte opposta si esce su asfalto, sulla SP64, che congiunge Narni al comune di Stroncone e che dovremo proseguire verso sinistra (dist. ~6.7 km - alt. ~145 m.). 
Seguendo questa per poco oltre un chilometro, ci immetteremo su un'atra provinciale (SP21), in zona Vascigliano, da prendere ora verso destra, direzione Vasciano e S. Urbano. Questa sale leggermente, più o meno costante e va mantenuta fino al km 4 (della SP21), dove invece di fare il curvone verso destra continuando a salire, prendiamo sulla sinistra la sterrata che qui si stacca e va a costeggiare dopo un po' un ruscello. Segnalo comunque che anche la provinciale ci porterebbe a destinazione (Vasciano), salendo senz'altro più dolcemente e con uno sviluppo di  appena qualche centinaio di metri più lungo della sterrata di seguito descritta, che costituirà invece, poco più avanti, degno assaggio dell'irta salita che ci aspetta dopo Vasciano. Il tratto che costeggia il piccolo torrente (Fosso di Vasciano) sarà facile e con tratti in leggera salita, finchè, dopo aver superato la stradina che scende da sinistra e che rappresenta l'estremità finale del percorso Ea, al km 11.4 la lasceremo per piegare in ripida salita verso destra, prendendo quella con indicazione Sacro Speco. Come detto questa costituirà il primo assaggio alla ripida salita verso la cima della dorsale, che in pratica ha da qui l'origine, per questo percorso, nel suo versante nord. Giunti alle prime case della frazione Ville di Vasciano, la strada tornerà ad essere asfaltata, per poi confluire di nuovo sulla provinciale, che dovremo seguire ora verso sinistra, in salita, ma senz'altro più "respirabile" (nell'eventualità si volesse fare rifornimento d'acqua, segnalo un antico fontanile in questa frazione; dopo alcune decine di metri va presa la stradina asfaltata che si stacca tra le case sulla destra, piega a sinistra e superato il fontanile diviene sterrata e si riallaccia al nostro percorso in corrispondenza del bivio per Lugnola). Supereremo poco dopo, ignorandolo, il bivio per Lugnola, mentre imboccheremo la successiva diramazione sulla sinistra per Vasciano, con la strada che seppur asfaltata tornerà ad impennarsi considerevolmente; dopo mezzo km abbondante giungeremo all'altezza del paese di Vasciano, con il ramo asfaltato che prosegue scendendo verso lo stesso, mentre un ramo sterrato e ampio prosegue per i monti, contraddistinto dalle insegne in legno della sentieristica locale per le due cime (dist. ~13.6 Km - alt. ~450 m.).
Non resta che mantenere ora la strada costantemente in salita nei primi chilometri (pendenza media appena superiore al 10%), lasciandoci il paese di Vasciano sulla sinistra sotto di noi, superando, dopo alcune centinaia di metri,  una sbarra talvolta chiusa (aggirabile facilmente tramite il passaggio sulla sinistra) e affrontando i ripidi, ma anche ripidissimi tratti cementati (uno anche superiore al 20%!), rinfrancati però dal bel panorama che sempre di più si godrà salendo, sia verso il fondovalle con i paesi di Lugnola e Configni, che potremo scorgere progressivamente, sia sui monti Reatini e di Stroncone, i più prossimi a noi sull'altro lato della vallata. Alla fine di un tratto cementato, con la strada che piega a 90° verso destra e spiana temporaneamente, saremo giunti al bivio tra le due cime: Monte San Pancrazio dritti e Monte Cosce verso sinistra a margine del bosco (dist. ~16.5 Km - alt. ~765 m.).
Una breve premessa, prima di scegliere la direzione più congeniale a ciascuno: la via "ufficiale", pur ben marcata, non si può paragonare ad una passeggiata, non tanto per le difficoltà tecniche, non eccessive, quanto per lo stato un po' impervio in cui la si potrebbe trovare, in alcuni periodi dell'anno, nella fattispecie in primavera, quando la rigogliosa ricrescita vegetativa tende ad invadere in poco tempo il passaggio con qualche ramo fastidioso da scansare (soprattutto quando è di rovi); solitamente, soprattutto in autunno, quando probabilmente i cacciatori provvedono a riaprire e rendere decisamente più agevoli i passaggi tra i cespugli, il tracciato scorre via più tranquillo. Se però non volete un contatto così ravvicinato con la natura, potete sempre propendere per la via di destra (praticamente dritti) come da percorso E1, fino ad attraversare i bei prati dei colle di Vasciano e uscire dopo alcuni dossi sull'asfaltata che sale da Calvi al S. Pancrazio, da prendere quindi in discesa fino a giungere in località Pianezza e riallacciarsi al percorso attuale, rinunciando però ad una bella porzione di nuovo percorso.
Qui invertiamo la direzione per seguire il ramo di sinistra che lambendo il bosco sale fin sopra alla sella prativa che rappresenta la massima quota del percorso attuale; manteniamo la direzione sul prato, con la traccia che tende a scomparire, lasciandoci il cancello metallico in lontananza sulla sinistra (la via per il monte Cosce) e puntando verso un gruppo di lecci sul lato opposto a quello di provenienza; qui ha origine l'evidente sentiero che prende subito a scendere. Divertente nel suo svolgersi tra i cespugli con le fronde di questi che arrivano quasi a sfiorarci, i passaggi più tecnici, anche se alcuni di questi ci appiederanno (ma se ne potranno sommare per non più di 20-30 metri se si ha buona padronanza del mezzo) e le brevi discese nel pieno del fitto bosco. La traccia sarà facile da mantenere, senza ambiguità con possibili altre vie; segnalo solo una piccola radura con a margine un rudere (km 17.4) dove il sentiero scompare, ma basta mantenere la direzione tagliando a metà la radura per vederlo ricomparire ben evidente all'imbocco nel bosco sul lato opposto e un filo spinato da superare (sganciando l'apposito cancello sempre in filo) 150 metri dopo, appena di seguito ad un tratto di mulattiera disseminato di sassi. Nell'ultima porzione di sentiero (la parte dove sono presenti la maggior parte dei cespugli di rovi a lato) costeggiamo un appezzamento di terreno coltivato, al termine del quale il sentiero piegando a sinistra scende ripido per pochi metri fino al pianoro sottostante; siamo in località Valle Saglianese (dist. ~17.8 Km - alt. ~685 m.). Sulla destra ha origine la sterrata che dobbiamo seguire, mentre a sinistra di questa c'è il piccolo laghetto (solo nella stagione piovosa) che caratterizza il posto. Dopo una breve salita segue una veloce discesa, che dovrebbe lasciarci il tempo per ammirare la bella e rigogliosa valle e un laghetto sulla sinistra nel finale, che ci porta ad uscire sull'asfaltata che sale da Calvi verso il S. Pancrazio, in località Pianezza (dist. ~19.5 Km - alt. ~635 m.). Prendiamo l'asfaltata verso sinistra e la manteniamo per 1.3 km, fino ad incontrare, lungo la discesa, una sterrata che si dirama sul margine sinistro, da seguire, a meno che non vogliamo saltare i successivi 5.5 km mantenendo l'asfaltata quasi interamente in discesa e riallacciandoci al percorso al km 26.4. Questa corre parallela all'asfaltata, ma in senso contrario a quello di provenienza, per alcune decine di metri, poi se ne distacca prendendo a scendere, fino a giungere ad una biforcazione, dove manterremo la via di destra che poi risale. Manteniamo questa via facile ed univoca per giungere all'altezza di un piccolo fabbricato di recente realizzazione in località Vall'Imbrisa (dist. ~22.1 Km - alt. ~530 m.), dove lasciamo la sterrata principale che prosegue pianeggiante, a favore di una minore che si dirama sulla destra in discesa. Manteniamo questa per circa 700 metri, quando giunti all'altezza di un rudere semidiroccato sulla destra, la lasciamo prendendo una traccia di mulattiera con fondo in terra che si stacca sulla sinistra e scendendo diviene appena dopo un sentiero più marcato. Superiamo uno stagno proseguendo dritti e andando ad attraversare una zona con bassa vegetazione rasata, dopo la quale il sentiero scende ripido e più tecnico su fondo un po' sconnesso e scosceso. Questo fino a giungere all'attraversamento del fosso; poi, superati i primi metri ripidi ascendenti si farà sicuramente più pedalabile e facile; la rappresentazione in grafica come disagevole è dovuta al susseguirsi di tanto in tanto di brevi o brevissimi tratti rocciosi che occasionalmente renderanno il passaggio difficoltoso; anche qualche ramo di vegetazione tende ad invadere la sede da percorrere, ma si riescono a scansare senza eccessiva difficoltà. Il sentiero va mantenuto nel suo sviluppo più diretto e tutto sommato abbastanza livellato, ignorando quindi le eventuali diramazioni che prendono in discesa o in salita, come al km 23.6 e 24.0 a destra o al km 23.9 a sinistra. Un'ultima porzione rocciosa più consistente sarà segnale dell'approssimarsi della fine del sentiero, che ci porta ad inserirci su un'asfaltata già in vista delle prime abitazioni di Calvi, nella parte alta e nuova del paese. Puntiamo verso le case inserendoci su un gomito di una nuova asfaltata da seguire nel ramo di destra, che dopo un tratto semipianeggiante scende decisa verso il nucleo del paese. Senza raggiungere il centro però noi, inserendoci sulla via che ne esce per salire verso il monte San Pancrazio, riprenderemo a salire verso questa direzione proprio davanti a la Collegiata (dist. ~24.9 Km - alt. ~440 m.).
La strada ci porta a superare il cimitero e le ultime case nel bosco in salita per poi spianare e superato un piccolo stagno sulla sinistra, al km 26.4 va lasciata a favore di una sterrata che si origina sulla sinistra. Questa, va mantenuta nel suo sviluppo principale, ignorando quindi tutte le diramazioni palesemente secondarie che si staccano da essa, l'unica che può costituire qualche dubbio è al km 27.3 dove va scartato il ramo di destra. Un ultima porzione abbastanza scoscesa e un po' dissestata ci porterà ad inserirci sulla provinciale SP18 in località Ponte Renaro, dove questa compie un'ampia curva, che seguiremo nel ramo di destra (dist. ~28.6 Km - alt. ~380 m.). Seguiamo l'asfaltata superando prima la frazione di Aravecchia (dove si origina il percorso Eh) per poi subito trovarci il borgo di Poggio di Otricoli poco lontano alla nostra destra (FOTO). Manteniamo ancora la provinciale seguendone quindi l'andamento verso destra al successivo bivio, seguendo l'indicazione per Narni, per poi appena di seguito lasciarla in corrispondenza della diramazione, ancora asfaltata, che ci porta a salire verso Poggio. Al primo bivio seguiamo la sinistra, cosa che faremo anche dove l'asfaltata compie un gomito destrorso, proseguendo per la parte alta del paese, come da percorso Ei, lasciandola a favore di una sterrata (strada delle Grotte) che prosegue dritta (dist. ~31.3 Km - alt. ~395 m.) e che diverrà dopo 100 metri cementata. Terminata la parte ripida, ne segue una quasi pianeggiante dove la strada si sdoppia: un ramo prosegue in salita ancora cementato, mentre noi seguiamo quello si sinistra sterrato che dopo aver costeggiato alcune recinzioni per animali si sdoppia nuovamente. Scartando la via di sinistra seguiamo quella che in pratica mantiene la direzione e dopo alcune decine di metri si fa per l'ultima volta cementata per un breve tratto ripido. Tornati su sterrato e preso il ramo di sinistra alla biforcazione che incontreremo dopo 200 metri, basterà ora seguire lo sviluppo della via principale, cosa da fare, mantenendo la destra, anche all'attraversamento di una piccola radura dove si divide nuovamente. Lungo un tratto in discesa confluiremo su un'altra sterrata (termine del percorso Ef) da seguire nel ramo discendente di sinistra; questa poi risalirà passando accanto ad alcune abitazioni in località Acerella, innestandosi, al termine della salita in un'altra sterrata da seguire verso destra, che a sua volta si inserisce in una ulteriore da prendere ora verso sinistra (a destra termina il percorso Eg) . A distanza ravvicinata (nemmeno 100 metri) si susseguirà un'ultima biforcazione, dove a sinistra termina il percorso Ej, mentre noi prendiamo a destra per salire verso Itieli (dist. ~33.9 Km - alt. ~505 m.).
Segue quindi la lunga salita verso Itieli, lungo la quale incontreremo un'unica biforcazione, al km 34.6, dove manterremo la destra, mentre 300 metri dopo manteniamo la direzione, quando un'altra sterrata si inserirà da destra. Segue un tratto di salita più dolce, con anche qualche metro per riprendere fiato e un ultimo strappo nella pineta che ci porta a scollinare riallacciandoci temporaneamente al percorso Ee di fronte ad una casa con recinzione (dist ~35.5 km – alt. ~620 m.), dove il tracciato Ee prosegue in salita verso destra, provenendo da Itieli, verso dove punteremo proseguendo quindi dritti in discesa. Manteniamo questa via per appena 150 metri, quando anziché proseguire per l'oramai prossimo paese di Itieli (a meno che non si voglia fare rifornimento d'acqua nella fontana che troveremmo in ingresso al  paese a 500 metri), la lasciamo per seguire un'altra sterrata che si stacca sulla sinistra. Questa si biforca già dopo pochi metri, optiamo per il ramo di destra (a sinistra prosegue il percorso Ek) che risale l'altura fino a farci attraversare un altipiano prativo, per poi, seguendone l'andamento, lasciarci sulla destra una costruzione in cemento, superata la quale si scende un po' per giungere ad un'altra biforcazione dove andiamo ancora per la via di destra. Breve tratto di piana poi scende decisa, con andamento leggermente sinuoso nel bosco di lecci, su fondo agevole, ma viscido in caso di piogge e/o triturato per il continuo passaggio di moto. Dopo un breve tratto pianeggiante si piega sulla sinistra per scendere fino ad intersecare la SP72 e anche il percorso Ek (dist ~37.1 km – alt. ~550 m.), riprendendo dall'altra parte la stradina nel bosco, asfaltata solo per i primi metri, con leggeri sali-scendi nella prima parte, finchè, superata una diramazione di un'altra sterrata sulla destra da scartare, scende più insistente. Superiamo un fontanile piegando verso destra e 300 metri dopo lasciamo la sterrata per un entusiasmante tratto in single track nel bosco (dist ~38.3 km – alt. ~490 m.); sulla sinistra infatti, passando di fianco ad un palo della corrente, c'è l'imbocco di un sentiero che si fa largo tra la bassa vegetazione ed entra nella macchia. La vegetazione non è mai d'intralcio, il fondo è compatto e scorrevole è il profilo leggermente ondulato; appena prima di giungere ai 38.7km non ci si lasci ingannare da una sorta di traccia che si dirama verso destra, che è in realtà un piccolo fosso, mantenendo quindi la sinistra, cosa che faremo anche alcune centinaia di metri dopo. Attenzione ad una breve quanto ripida rampa al km 39.3 che se non presa con il corretto rapporto e se non si trovano le condizioni ideali di terreno, potrebbe appiedarci per qualche metro. Dopo un tratto finale nel castagneto, avrà termine questo primo single track, che lascia il posto ad una buona carrareccia (dist ~39.6 km – alt. ~490 m.) da seguire verso sinistra. Questa con uno sviluppo di 300 metri pressochè pianeggianti sfocia su un'ampia radura: dritti si uscirebbe in un centinaio di metri ancora sulla provinciale SP72, che collega Itieli alla SS3, mentre noi compiremo un gomito verso destra per rientrare subito nel bosco a scendere e superato un rudere la via si restringe a sentiero, attraversando un appostamento di caccia caratterizzato da bassa vegetazione rasata. Ci ritroveremo in un altro castagneto, dove la via principale, da seguire, piega verso sinistra per scendere dopo un po' decisamente ripida, fino a divenire una carrareccia che piega verso destra. Usciamo dalla zona boschiva passando accanto a delle recinzioni che delimitano un deposito di esplosivi, fino ad inserirci in una nuova sterrata da seguire verso destra, poi appena di seguito di nuovo verso destra (a sinistra porterebbe verso una casa), scartando successivamente, appena prima di scollinare la breve asperità, la successiva alternativa di destra che porta all'interno della zona interdetta (dist ~40.6 km – alt. ~435 m.). Scendiamo, ignorando la sterrata che si dirama verso destra, sulla via tutto sommato buona, anche se un po' accidentata, nonché acquitrinosa nella stagione piovosa, ci inseriamo su un'altra sterrata da seguire verso sinistra, che dopo poche decine di metri prende a scendere abbastanza sconnessa. Giungiamo ad una biforcazione: a destra si andrebbe verso Ponte Cardona, come da indicazione sul posto. riallacciandoci quindi poco più sotto al percorso Fc; noi invece optiamo per il ramo di sinistra che prende poi a salire. Dopo alcune centinaia di metri ci inseriamo sulla sterrata che sale da località Santa Lucia verso Pozzo Verde, prendendola ancora in salita, verso sinistra, per un breve tratto in comune col percorso Fc. Seguiamo la via principale che appena scollinato, piega verso sinistra, per lasciarla dopo nemmeno cento metri di pianura, andando a prendere la prima sterrata che si stacca sulla destra. Breve e leggera salita che ci porta a scollinare dopo poche centinaia di metri (dist ~42.7 km – alt. ~420 m.), continuando a seguire la sterrata che scendendo si sdoppia dopo ulteriori 200 metri, quando sceglieremo il ramo di sinistra che salendo appena entra nella vegetazione trasformandosi in sentiero che fiancheggia un uliveto a destra e una lunga fila di ginestre sulla sinistra. Manteniamo la sinistra anche alle due successive vicine biforcazioni, infilandoci quindi nella boscaglia, lungo la traccia principale che prima sale per un breve tratto, per poi prendere a scendere, sempre più in pendenza, con una porzione decisamente scoscesa su fondo irregolare che farà dar fondo a tutte le doti di tecnica di cui siamo in possesso. Questa ci porterà al cospetto della Rocca di Narni (FOTO), che raggiungiamo attraversando il parco antistante, oramai su sterrata agevole che scorre alla nostra destra e in cui ci immettiamo. Giunti sull'asfalto che la fiancheggia (dist ~43.6 km – alt. ~345 m.), scendiamo verso destra lasciandoci la rocca sulla sinistra, abbandonando però l'asfaltata dopo nemmeno centro metri, per imboccare un sentiero sulla destra in corrispondenza di una pianta di fichi, ripidissimo nei primi metri, ma più agevole nel tratto successivo, pur con qualche metro di tanto in tanto più accidentato, che ci porta ad attraversare una piccola porzione di bosco, fino ad uscire sul piazzale asfaltato, antistante un ristorante in stile orientale, oramai alla periferia di Narni. Pieghiamo nettamente verso sinistra andando a percorrere l'asfaltata che scende, passando prima davanti all'ospedale della cittadina, per poi, tenendo la destra, andando a scendere fin di fronte alla porta d'ingresso est di Narni (dist ~44.9 km – alt. ~225 m.).Invertita la direzione di fronte alla porta per seguire la Flaminia nel tratto discensivo, la seguiremo sempre in discesa, superando il bivio che sulla sinistra porterebbe a Narni Scalo, fino a giungere in pratica al termine della discesa ad incontrare al km 46.9 una strada (SP64) sulla destra con l’indicazione per Stroncone, che prenderemo.
L'alternativa più diretta per tornare verso Ponte San Lorenzo e quindi Terni da qui è rappresentata dal proseguire semplicemente per la Flaminia (alternativa più trafficata); il percorso da me indicato, per il lago di Narni, benché più lungo è l’opzione più tranquilla e piacevole.
Si imboccherà la SP64 dell’Aia, attraversando subito località Miriano, salendo poi leggermente fino ad arrivare a raggiungere il lago di Narni, che costeggeremo per tutta la sua lunghezza. Si proseguirà costantemente in pianura fino a giungere a località Case Erba Bigia (dist ~52.2 km – alt. ~130 m.), nei pressi del quale, lasceremo la provinciale per prendere sulla sinistra una stradina sterrata che scendendo leggermente ci porterà a guadare il torrente Aia (con acqua, quando c'è, che non supera i 10 centimetri, o in ogni caso c’è una passerella pedonale sulla sinistra), per poi immetterci dopo qualche decina di metri su una strada asfaltata da prendere verso sinistra; verso destra ha invece origine il percorso Ed. Questa salirà un po’ per poi scendere fino a chiudere il percorso in località Ponte S. Lorenzo. 

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 

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