Una bella divagazione verso sud,
che merita sicuramente di essere provata. Questa si origina dal paese
di Itieli, puntando da qui verso ovest, superando un divertente e non
troppo impegnativo single-track nel bosco, che ci porta ad allacciarci sulla
sterrata che risale il Trassinari, ripiegando quindi verso est, con,
dopo aver scollinato, un alternanza di veloci carrarecce, altri
single-track e pochissimo asfalto, fino a tornare verso nord, in
località Erbabigia.
La difficoltà principale, che ne assegna l'indice, è data dalla rilevante pendenza che si dovrà
affrontare per superare le pendici del monte Trassinari, per fortuna
limitata ad uno sviluppo di meno di un chilometro, mentre i due
single-track da affrontare sono abbastanza abbordabili, soprattutto il
primo.
Il punto di partenza preso a riferimento per questo percorso, non
giace, come consuetudine, direttamente su un percorso principale, ma
per semplicità è stato posizionato in un punto più facilmente
individuabile: sulla strada sterrata che si stacca dall'asfaltata
principale che lambisce l'abitato e che collega Itieli a Borgaria,
all'altezza della fontana che troveremo dopo pochi metri sulla
sinistra. L'ampia sterrata sale appena, per 500 metri e qui avviene il
ricongiungimento al percorso E2 [rif.
Percorso E2 - Km. 35.7] ed il brevissimo tratto in comune di 30
metri, dopo il quale E2 prosegue sulla destra, salendo, mentre noi
proseguiamo in leggera discesa, dritti. Dopo 150 metri scartiamo una
ramificazione che si stacca sulla destra, proseguendo a scendere, fino
a giungere ad un'ampia radura, una zona prativa dove manteniamo la via
principale che sdoppiandosi brevemente, piega verso destra. Questa
prosegue con un divertente andamento ondulato, prima a margine di un
bosco, poi di un campo, dove diviene una sorta di tratturo
pianeggiante, che ci farà superare l'appezzamento per tutta la sua
lunghezza. Questa via sterrata pare poi terminare giunta in fondo e
piegato a destra, trasformandosi in realtà in una stretta pista che va ad
attraversare una porzione di bassa vegetazione; seguiamo lo stretto
sentiero fino a penetrare nel bosco (dist ~1.7 km – alt. ~550 m.), con
la traccia che si sdoppia: seguiamo quella di destra, che sale appena,
per qualche metro, serpeggiando tra i sassi, ma trasformandosi subito
in un divertente e abbastanza filante single track nel bosco, che
rappresenterà forse la parte più divertente del percorso. Questo può
considerarsi mediamente tecnico, con porzioni prive di qualsiasi
insidia, che si alternano ad altre, più brevi, appena un po'
complicate per via di scalini naturali al suolo e passaggi su tratti
un po' sassosi o rocciosi; dato il continuo alternarsi tra le due
diverse tipologie, cautelativamente, in grafica tutta la porzione è
segnata come sconnessa. Anche l'orientamento è abbastanza semplice,
dato che in aiuto ci viene la traccia lasciata al suolo dalle moto che
sfruttano questo sentiero per i loro giri. Va prestata attenzione solo
al km 1.9, in corrispondenza di un appostamento di caccia sulla
sinistra, con la vegetazione tagliata a mo' di siepe, dove una traccia
si disunisce sulla sinistra, proprio verso l'appostamento, mentre la
via da seguire scarta leggermente sulla destra e 400 metri dopo,
con una situazione pressochè simile; qui le tracce paiono essere tre:
va mantenuta quella centrale che corre a margine della radura.
Poche decine di metri dopo il sentiero si trasforma in carrareccia,
proseguendo sempre a scendere, fino a giungere di fronte ad una
recinzione di un'abitazione (dist ~2.5 km – alt. ~410 m.), dove la
sterrata piega a sinistra,
rappresentando un'alternativa che allunga di
qualche chilometro il percorso, fino a uscire sulla SP18, che seguita
verso destra ci porterebbe sulla SS3, dove superato il bivio tra Calvi
e Otricoli (km 80.2 della SS3), si dovrebbe salire sulla destra, a
margine della cava, mentre noi scendiamo a destra, a
margine della recinzione, sfruttando il sentiero che scendendo (un
passaggio appena più tecnico nei primissimi metri di questo)
attraversa una nuova lingua boschiva, lasciando il posto, dopo
alcune decine di metri, ad una mulattiera, appena un po' scalinata in
alcuni tratti, che mantenuta nel suo sviluppo principale, si farà
poi agevole e scorrevole e ci farà giungere ad un bivio all'altezza di
un rudere, dove ignorata la via di sinistra che scende verso
un'abitazione, si mantiene la destra, che corre sostanzialmente
pianeggiante a margine di un tratto di boscaglia. Poche centinaia di
metri e questa termina sull'ampia sterrata che risale il monte Trassinari, da prendere verso destra in salita, con una cartello di
divieto, che segnala la pericolosità della vicina cava; curiosamente
però, se si proviene dalla direzione opposta, ovvero scendendo dal
Trassinari, non si incontra alcun divieto (chiedendo in loco mi è
stato detto che sostanzialmente si può passare, basta non addentrarsi
nelle vie laterali di accesso vero e proprio alla cava; non c'è poi
problema alcuno nei giorni non lavorativi).
L'ampia via s'impenna subito, aggredendo il Trassinari in maniera
molto diretta, con pendenze che superano il 25%; per fortuna il peggio
è circoscritto a meno di 700 metri, visto che nel tratto terminale,
piegando a sinistra questa è sbarrata e qui seguiremo la sterrata che
si stacca verso destra, sempre in salita, ma più umana (dist ~4.0 km –
alt. ~490 m.), appena un po' sconnessa nella prima porzione. Seguiamo
questa per tutto il suo sviluppo principale, a salire, permettendoci
di scorgere al di sotto, la porzione di monte che è stato asportata
dalla cava; scartata una secondaria sulla destra, giungiamo al culmine
dell'ascesa, per poi iniziare pian piano a scendere. Scendendo
affronteremo una prima piega a 180° verso sinistra e 100 metri dopo un
secondo verso destra, dove ignoreremo un'alternativa che invece
prosegue dritta; superiamo alcune ampie radure, fino a terminare la
discesa e riprendere quindi a salire. Fatti 400 metri di salita la via
si sdoppia; qui manteniamo la destra, che sale un po' più severa, e
che poco dopo costeggia il muro di cinta di un abitazione isolata nel
bosco, finchè dopo 250 metri si termina la salita uscendo sulla
provinciale 72, in un punto dove da destra scende un'altra sterrata e
un'altra ancora si origina di fronte: queste rappresentano il percorso
E2 che qui incrociamo [rif. Percorso E2
- Km. 37.1].
L'asfaltata andrà mantenuta per 300 metri, lasciandola dove questa
piegando un po' verso sinistra sale, a favore di un sentiero che si
origina sul margine sinistro di questa, dando il via ad un single
track in qualche porzione un po' incassato nel terreno, ma
sostanzialmente agevole. Il recente disboscamento (2007) farà
apprezzare quanto questo versante del monte scenda a picco verso il
fondo della stretta valle; dopo il primo tratto in leggera discesa,
passeremo accanto ad un capanno di caccia sopraelevato, con il
sentiero che piega a destra, seguendo il profilo del monte,
presentandoci un brevissimo passaggio di qualche metro altamente
tecnico tra le rocce, scendendo ora più decisa, ancora sostanzialmente
scorrevole, anche se va prestata attenzione a qualche breve porzione
più sconnessa. Al termine della discesa si compie una decisa piega
verso sinistra, superando un breve tratto più accidentato per rocce,
ma con un minimo di abilità si supera pure questo in sella,
proseguendo poi sulla stessa via che pian piano di amplia. Scartiamo
la sterrata che si stacca sulla destra (ex sentiero per Itieli)
prendendo a scendere, compiendo subito dopo uno stretto gomito
destrorso e scartando quindi la sterrata che prosegue dritta, per poi
abbandonare la via principale dove questa prende a risalire (che
rappresenta una più facile e lunga alternativa), optando invece per
una via più diretta che si stacca sconnessa a scendere sulla sinistra,
sassosa e che più sotto diverrà ancora più scoscesa, terminando con
l'attraversamento della SP20, che verso sinistra porterebbe a Narni, e con
la successiva salita sull'asfaltata che si origina di fronte (strada della
Colonia) e che sale abbastanza ripida, scollinando dopo poche decine
di metri (dist ~8.6 km – alt. ~390 m.) e prendendo a scendere decisa.
Manteniamo la stretta asfaltata, che dopo 400 metri si trasforma in
sterrata e dopo altri 200 metri prende un po' a salire, passando a
margine di un uliveto e penetrando poi nel bosco, finchè, dopo aver
spianato, alla successiva biforcazione, optiamo per il ramo di
sinistra, che scende, sconnesso per poche decine di metri. Scendiamo
lungo questa via molto scorrevole, con il lago di Narni che si staglia
di fronte sulla piana sottostante, mentre ci troveremo ad affrontare
un'ultima breve porzione sconnessa, per sassi e appena più sotto, un
tratto con fondo in cemento che serpeggia nell'uliveto, finchè, appena
dopo aver raggiunto le prime case della frazione, ci inseriremo
sull'asfaltata, da seguire verso destra, ancora in discesa. Dopo 100
metri manterremo la destra dove questa si sdoppia, proseguendo sempre
a scendere, fino a terminare sulla SP64, in località case Erbabigia,
dove di fronte prosegue la sterrata che va ad attraversare il torrente
Aia [rif. Percorso E2 - Km. 52.2]
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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