Percorso giacente nella provincia
di Perugia, specificatamente nel comune di Spoleto, caratterizzato da
una faticosa ed impegnativa salita verso Patrico, sulla vecchia via
patricana, con una bella porzione centrale molto panoramica, oltre i
1000 metri e da un lungo single track mediamente tecnico, quindi
transitabile praticamente quasi per intero in sella, tra il borgo
abbandonato di Sensati e la frazione di Le Cese.
Volendo si può semplificare un po', accorciandolo nel chilometraggio e
nei tempi, escludendo tre varianti presenti nel tratto discensivo fra
il valico della Somma e Spoleto, inserite allo scopo di implementare
il percorso con più consone e divertenti sterrate e sentieri,
che coprono così il 50% dell'itinerario, altrimenti da farsi interamente su asfalto, percorrendo il tracciato
della vecchia via Faminia e aumentando appunto i chilometri di
asfalto. Per contro, se si ha adeguata preparazione e riserve di
energia, si può ulteriormente incrementare lunghezza e dislivello,
spostando la base di partenza/arrivo, più a sud, nella zona periferica
nord-est di Terni (dove si origina la provinciale della Val Serra),
variante di cui è disponibile una traccia gps [traccia
variante Castagnacupa].
Il punto di riferimento per l'origine del percorso è dato sulla via
Flaminia nuova, nel punto in cui si separa il tracciato della vecchia
Flaminai, contraddistinto dall'indicazione per Strettura. Seguendo
quindi l'indicazione per questa località, la raggiungiamo dopo nemmeno
un chilometro, attraversandola (lungo l'abitato sulla sinistra si
supererà una grande fontana) e proseguendo lungo la valle solcata
dal torrente Tescino, sempre sulla vecchia Flaminia. Supereremo in
leggera salita località Palazzo del Papa, dopo circa un chilometro e
mezzo, con l'asfaltata che, a parte un breve tratto più severo,
continuerà ancora con pendenze dove non necessitano rapporti agevoli,
cosa che invece si renderà necessaria attorno al km 4, quando la
strada assumerà un aspetto più sinuoso, salendo per i successivi due
chilometri con pendenza leggermente superiore al 10%. In
corrispondenza di un brusco gomito sinistrorso, superiamo una fontana
sulla sinistra, negli ultimi anni spesso in secca, proseguendo a
salire in compagnia di alcune case di frazione Torrecola, su via
univoca, almeno fino alla diramazione semipianeggiante di sinistra
(dist. ~5.2 Km - alt. ~650 m.) che porterebbe a riprendere la Flaminia
nuova, in corrispondenza del Valico della Somma, prima della piccola
galleria che lo caratterizza, cosa che noi non faremo, proseguendo sul
vecchio tracciato che salirà ancora, per 300 metri, dove, in
corrispondenza del vecchio valico, si stacca sulla sinistra
l'asfaltata per Montebibico (come da percorso
B1), da ignorare.
Qui mi preme solo
segnalare succintamente l'alternativa più semplice e veloce per
raggiungere Spoleto, senza fare le tre "varianti" di seguito
descritte, restando però sempre su asfalto ed esclusivamente in
discesa: in pratica si manterrà la vecchia Flaminia a scendere, che
andrà ad attraversare il tracciato della Flaminia nuova (solo da
attraversare) e continuando sull'antica via, volendo fino a Spoleto,
anche se gli ultimi chilometri, saranno necessariamente sulla statale
3 ed il suo carico di traffico.
Appena la strada
prende a scendere, subito prima di una fontana dove sarà possibile
rifornirsi d'acqua, lasceremo, almeno per ora, il vecchio tracciato
della via consolare, prendendo sulla destra un'altra asfaltata minore
che sale divenendo sterrata dopo un centinaio di metri. Seguiamo
l'unica via di libero transito, che salirà ancora per un breve tratto,
facendosi poi più variegata nell'andamento in una successiva porzione
e prendendo poi a scendere decisa, per riallacciarsi al km 6.5 alla
strada che salendo da Ferentillo (a destra) riscende verso la zona del
valico della Somma, verso sinistra, direzione che dovremo prendere.
Seguiamo questa fino ad incontrare l'indicazione per la frazione di
Acquaiura, che dovremo seguire, prendendo quindi l'asfaltata che si
stacca sulla destra salendo e che darà origine alla seconda variante
(dist. ~7.2 Km - alt. ~630 m.).
Seguiamo l'asfaltata per poco più di 800 metri, fino alle porte di
Acquaiura, ma anziché proseguire per l'abitato, quando vedremo sulla
destra originarsi una coppia di sterrate, seguiremo quella di sinistra
che scende (quella di destra sale verso il Fionchi, come da percorso
N3). Dopo 200 metri la carrareccia
piega a sinistra, verso un campo e qui noi manterremo la direzione a
favore di un sentiero che si stacca sulla destra, salendo per qualche
metro, per poi prendere a scendere, nel fitto della boscaglia, che
però non sarà mai troppo invadente. Dopo 250 metri scartiamo un altro
sentiero che si stacca a destra, scendendo invece per la mulattiera di
sinistra, che proseguirà abbastanza agevolmente pur nella vegetazione
fitta, che raramente si può considerare invasiva, fiancheggiando poi
la destra orografica di un fosso, anche dopo il perseguimento su una
sterrata in cui ci inseriremo più sotto, fosso che attraverseremo in
velocità per portarci quindi sulla sinistra di questo, scartando
subito dopo una diramazione verso destra. Poche altre centinaia di
metri e terminiamo di nuovo sulla vecchia Flaminia, da seguire nel
ramo discensivo, verso destra. Meno di due chilometri e il vecchio
tracciato andrà a confluire e a coincidere con la statale (dist. ~11.8
Km - alt. ~445 m.); appena prima di ciò, sfrutteremo la terza variante, per
saltare altri due chilometri della trafficata arteria, a favore di
oltre tre chilometri di sterrate facili, a parte le salite, comunque
abbordabili e niente a che vedere con le pendenze dopo Spoleto.
Prendiamo quindi a destra verso il tris di sterrate, optando per la
centrale di queste, che pochi metri dopo scavalca il fosso
dell'Intiera, prendendo a salire. Seguiamo la via principale che poco
dopo piegherà a sinistra, sdoppiandosi dopo quasi 400 metri; qui ci
teniamo sul ramo di destra, ancora a salire, per superare appena dopo
una breve rampa più impegnativa, dopo la quale si piega a destra su
falso piano, per confluire infine su una più ampia sterrata da seguire
verso sinistra, che presto prenderà a scendere scorrevolissima nel suo
facile sviluppo. Seguendone sempre il ramo principale, questa si
inserirà su una asfaltata, da seguire ancora in discesa, che in 300
metri ci riporterà sulla statale Flaminia, da seguire a destra nel lungo
rettilineo che conduce a Spoleto, oramai prossima. Alle porte della
cittadina (dist. ~16.5 Km - alt. ~380 m.) lasceremo definitivamente la
Flaminia, compiendo un'inversione di direzione, per imboccare sulla
destra un'ampia sterrata che corre parallela alla statale, con
il torrente Tessino dapprima a sinistra e poi a destra a
separarci dalla consolare; la via piegherà poi a sinistra, dividendosi
dopo 50 metri: scarteremo l'alternativa di destra, segnalata dai
cartelli della sentieristica di zona, troppo irta per la bici, a
favore della più consona via di sinistra, che andrà a risalire la
valle solcata dal fosso di Vallecchia. Seguirà un chilometro e mezzo
di risalita abbastanza dolce, mentre, dopo aver compiuto un ampio
tornante destrorso, la pendenza si incrementerà, ma contribuirà
all'aumento delle difficoltà anche un fondo meno compatto del
precedente, anche se le porzioni con ciottolame ammassato, saranno
abbastanza contenute. Risaliremo quindi con una certa fatica il
versante del monte, con continui cambi di direzione dovuti a tre
successivi tornanti; poco dopo il terzo da destra vedremo ricollegarsi
l'alternativa trekking scartata a valle che ora coincide con il nostro
percorso. Appena più avanti giungeremo a Forcella Vellana (dist. ~20.9
Km - alt. ~670 m.) dove scarteremo la carrareccia di sinistra che è
segnalata condurre verso località Le Aie e Monteluco, mentre a destra
si stacca in discesa una mulattiera, con un cartello che indica
agriturismo (?); noi proseguiremo mantenendo la direzione, per Patrico,
potendo subito dopo riprendere fiato per un breve tratto di piana e
poi leggera discesa. Riprendendo a salire supereremo pochi metri più
ostici per fondo roccioso irregolare, mentre 400 metri più avanti, la
via compie un gomito destrorso, che bypasseremo con pochi
metri più ripidi ma su fondo migliore. 250 metri dopo ci troveremo di
fronte ad un nuovo by-pass: qui praticamente una via vale l'altra,
tanto entrambe rischieranno di appiedarci seppur per qualche metro;
opteremo comunque per la via di destra, che prosegue pressoché
pianeggiante e facile per un primo tratto, ma che poi dividendosi e
ignorando la via che prosegue dritta facile, svolta a sinistra
impennandosi per alcuni metri, con fondo irregolare, per riallacciarsi
all'altra alternativa. Proseguiremo su tratto impegnativo, a fianco di
un fosso, per poi incontrare un nuovo bivio: qui una traccia prosegue
dritta sempre più sconnessa, mentre una seconda scarta sulla destra,
correndo su un tratto prativo parallelo e probabilmente costituisce
una più facile e valida , ma breve, alternativa alla via dritta, anche
se non è stata verificata. Con l'avanzare il fondo si farà sempre più
dissestato, oltrechè molto ripido e, anche optando per il possibile
bypass di destra, non potremo evitarne una porzione al limite delle
possibilità umane, a causa delle grosse rocce che ne deformano il
fondo, per fortuna limitate ad un tratto contenuto. Una alternanza di
porzioni più agevoli, ad altre più complicate (per non parlare di una
impossibile, di poche decine di metri, oramai prossimi all'ultima
rampa, agevole, almeno nel fondo, verso Patrico), ci porteranno in
vista della piccola frazione montana, poco sopra
(FOTO). Giunti alle prime
case la via diverrà con fondo in cemento; occorre salire sulla via
principale, tra le case, scartando un paio di vie verso destra (la
seconda delle quali porta alla chiesa e costituisce anche l'inizio del
percorso Nd), con la strada che
diverrà asfaltata proseguendo a salire per ancora un po' e uscendo dal
borgo in direzione est. Lasciandoci Patrico alle spalle, arriveremo al
bivio, dove a destra si ha un'ampia carrareccia , mente a sinistra, da
seguire, prosegue asfaltata, verso Monteluco e Spoleto. Dal bivio
proseguiamo per 500 metri sull'asfaltata, poi, dove questa piega a
sinistra, (gli
amanti del single track scosceso e quelli che vogliono risparmiarsi la
prossima breve ma ripida salita, possono invece proseguire per altri 300
metri sull'asfaltata e prendere il sentiero che scende sulla destra) noi proseguiremo dritti per imboccare la sterrata di fronte
che sale ripidissima e ci porta a scollinare sulla quota massima del
percorso (dist. ~24.8 Km - alt. ~1100 m.). Qui potremo prenderci una
pausa, oltre che per riprenderci dall'ultimo sforzo intenso, anche
perchè l'ottimo panorama merita un minimo di contemplazione sui monti
circostanti, con l'inconfondibile sperone di Castelmonte proprio di
fronte a noi. Scendiamo sul versante opposto a quello di salita, su
una marcata carrareccia che scende ripida e ciottolosa, compiendo un
paio di accentuati gomiti, con il sentiero alternativo di cui sopra
che si riallaccia da sinistra, che poi andrà addolcendosi in una
leggera discesa, che punta verso Castelmonte, dove però non
arriveremo, dal momento che lasceremo la carrareccia a favore di
un'altra minore che si stacca verso destra, divenendo subito ben
evidente. Scendiamo lungo questa via univoca che ci porterà verso il
paese abbandonato di Sensati, che raggiungeremo 100 metri dopo aver
superato il sentiero che si collega da destra, proveniente anch'esso
da Castelmonte/Vallocchia.
Di fronte ai ruderi sommersi dalla vegetazione, l'ampia via lascia il
posto ad un'esile sentiero sulla sinistra, stretto nella vegetazione
nei primissimi metri, che ben presto ci presenterà i primi passaggi
tecnici sconnessi. La traccia, ben evidente, proseguirà in discesa
consistente, in gran parte sconnessa e tortuosa per una primissima
parte, mentre poi continuerà con alternanza di tratti agevoli e
filanti ad altri, più brevi, sconnessi e tecnici, superabili comunque,
se dotati di una buona abilità, tutti in sella, anche se in grafica,
come d'abitudine, a causa della rapida alternanza delle due tipologie,
viene evidenziato il tutto come sconnesso. Il sentiero è molto bello,
anche perchè, oltre alla buona percorribilità in bici, offre scorci
notevoli verso la Valnerina, da alcuni punti scoperti che sono dei
veri e propri balconi naturali, nonchè una piccola perla costituita da
una cascatella che individuerete sulla destra, in corrispondenza di un
gomito sinistrorso (dist. ~27.9 Km - alt. ~670 m.)
(FOTO). Percorriamo quindi
il sentiero nella sua interezza, tra brevi salite e più lunghe
discese, di cui l'ultima è certamente la più lunga e scoscesa, nonchè
abbastanza sassosa, che ci porta a sfociare sull'asfaltata che dalla
Valnerina (sinistra) sale verso località Le Cese, poco più avanti
sulla destra. Raggiungiamo e superiamo la frazione, con la possibilità
di rifornirci d'acqua ad un paio di fontane nell'attraversamento di
questa; proseguiamo a salire sempre su asfalto (purtroppo dal 2007
oltre 5 km che seguiranno sono finiti sotto l'asfalto...), scartando una sterrata sulla sinistra e
superando una terza fonte, raggiungendo in poco più di due chilometri,
il valico della Forca
dell'Immagine, a quota 830 metri. Proseguiamo sulla stessa via
asfaltata anche per tutta la lunga discesa che ci porta in pochi
veloci chilometri, appena raggiunto il borgo di Ancaiano, a confluire
sull'asfaltata che sale da Ferentillo (sinistra) verso il valico della
Somma (a destra), dove proseguiremo nel senso di arrivo, con una
brevissima ascesa, a cui seguiranno alcune decine di metri di discesa,
per poi prendere a salire, superando in pochi chilometri, prima località Salari e poi Mezzanelli
(FOTO).
Mantenendo sempre la stessa strada, giungeremo quindi all'altezza di
Belvedere (dist. ~38.7 Km - alt. ~650 m.) dove, scartando la via
asfaltata di sinistra che scende alla sottostante località,
proseguiremo a salire, sull'ampia strada che da qui sarà sterrata.
Ancora 800 metri di salita e lasceremo la via principale che prosegue
verso la zona del valico della Somma piegando a destra, per seguire
invece una carrareccia che ha origine sulla sinistra, penetrando nel
bosco a scendere. Seguiremo questa via costantemente discensiva,
sostanzialmente filante a parte qualche porzione più
ciottolosa e instabile. La via è pressoché univoca; c'è solo da
scartare una via a sinistra nei primi metri e un'altra minore dopo un
chilometro. Dopo un brusco gomito a sinistra seguiranno gli ultimi
metri più scoscesi, ma recentemente risistemati nel fondo ora agevole,
che ci porteranno ad attraversare la piccola frazione di Casigliano,
con la via che torna asfaltata e risale per pochi metri; lasciandosi
il borgo alle spalle, per poi continuare in discesa e che lasciamo
dove questa piega a sinistra, per seguire la sterrata che si origina
praticamente mantenendo la direzione, scendendo verso località il
Palazzaccio, in corrispondenza del quale torna definitivamente
asfaltata. Un paio di stretti gomiti in forte discesa, poi la via ci
porta ad inserirci sulla vecchia e già conosciuta via Flaminia, che
seguiremo verso sinistra, attraversando nuovamente l'abitato di Strettura. In poco più di un chilometro torneremo al punto di partenza
ovvero il bivio che si dirama dalla statale Flamina.
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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