PERCORSO N4

STRETTURA-TORRECOLA-SPOLETO-PATRICO-SENSATI-LE CESE-ANCAIANO-BELVEDERE-CASIGLIANO-STRETTURA

PATRICANA


Lunghezza: ~43.5 Km
Altitudine max: ~1100 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1700m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 45'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Settembre 2008 

Percorso giacente nella provincia di Perugia, specificatamente nel comune di Spoleto, caratterizzato da una faticosa ed impegnativa salita verso Patrico, sulla vecchia via patricana, con una bella porzione centrale molto panoramica, oltre i 1000 metri e da un lungo single track mediamente tecnico, quindi transitabile praticamente quasi per intero in sella, tra il borgo abbandonato di Sensati e la frazione di Le Cese.
Volendo si può semplificare un po', accorciandolo nel chilometraggio e nei tempi, escludendo tre varianti presenti nel tratto discensivo fra il valico della Somma e Spoleto, inserite allo scopo di implementare il percorso con più consone e divertenti sterrate e sentieri, che coprono così il 50% dell'itinerario, altrimenti da farsi interamente su asfalto, percorrendo il tracciato della vecchia via Faminia e aumentando appunto i chilometri di asfalto. Per contro, se si ha adeguata preparazione e riserve di energia, si può ulteriormente incrementare lunghezza e dislivello, spostando la base di partenza/arrivo, più a sud, nella zona periferica nord-est di Terni (dove si origina la provinciale della Val Serra), variante di cui è disponibile una traccia gps [traccia variante Castagnacupa].

Il punto di riferimento per l'origine del percorso è dato sulla via Flaminia nuova, nel punto in cui si separa il tracciato della vecchia Flaminai, contraddistinto dall'indicazione per Strettura. Seguendo quindi l'indicazione per questa località, la raggiungiamo dopo nemmeno un chilometro, attraversandola (lungo l'abitato sulla sinistra si supererà una grande fontana) e proseguendo lungo la valle solcata dal torrente Tescino, sempre sulla vecchia Flaminia. Supereremo in leggera salita località Palazzo del Papa, dopo circa un chilometro e mezzo, con l'asfaltata che, a parte un breve tratto più severo, continuerà ancora con pendenze dove non necessitano rapporti agevoli, cosa che invece si renderà necessaria attorno al km 4, quando la strada assumerà un aspetto più sinuoso, salendo per i successivi due chilometri con pendenza leggermente superiore al 10%. In corrispondenza di un brusco gomito sinistrorso, superiamo una fontana sulla sinistra, negli ultimi anni spesso in secca, proseguendo a salire in compagnia di alcune case di frazione Torrecola, su via univoca, almeno fino alla diramazione semipianeggiante di sinistra (dist. ~5.2 Km - alt. ~650 m.) che porterebbe a riprendere la Flaminia nuova, in corrispondenza del Valico della Somma, prima della piccola galleria che lo caratterizza, cosa che noi non faremo, proseguendo sul vecchio tracciato che salirà ancora, per 300 metri, dove, in corrispondenza del vecchio valico, si stacca sulla sinistra l'asfaltata per Montebibico (come da percorso B1), da ignorare.
Qui mi preme solo segnalare succintamente l'alternativa più semplice e veloce per raggiungere Spoleto, senza fare le tre "varianti" di seguito descritte, restando però sempre su asfalto ed esclusivamente in discesa: in pratica si manterrà la vecchia Flaminia a scendere, che andrà ad attraversare il tracciato della Flaminia nuova (solo da attraversare) e continuando sull'antica via, volendo fino a Spoleto, anche se gli ultimi chilometri, saranno necessariamente sulla statale 3 ed il suo carico di traffico.
Appena la strada prende a scendere, subito prima di una fontana dove sarà possibile rifornirsi d'acqua, lasceremo, almeno per ora, il vecchio tracciato della via consolare, prendendo sulla destra un'altra asfaltata minore che sale divenendo sterrata dopo un centinaio di metri. Seguiamo l'unica via di libero transito, che salirà ancora per un breve tratto, facendosi poi più variegata nell'andamento in una successiva porzione e prendendo poi a scendere decisa, per riallacciarsi al km 6.5 alla strada che salendo da Ferentillo (a destra) riscende verso la zona del valico della Somma, verso sinistra, direzione che dovremo prendere. Seguiamo questa fino ad incontrare l'indicazione per la frazione di Acquaiura, che dovremo seguire, prendendo quindi l'asfaltata che si stacca sulla destra salendo e che darà origine alla seconda variante (dist. ~7.2 Km - alt. ~630 m.).
Seguiamo l'asfaltata per poco più di 800 metri, fino alle porte di Acquaiura, ma anziché proseguire per l'abitato, quando vedremo sulla destra originarsi una coppia di sterrate, seguiremo quella di sinistra che scende (quella di destra sale verso il Fionchi, come da percorso N3). Dopo 200 metri la carrareccia piega a sinistra, verso un campo e qui noi manterremo la direzione a favore di un sentiero che si stacca sulla destra, salendo per qualche metro, per poi prendere a scendere, nel fitto della boscaglia, che però non sarà mai troppo invadente. Dopo 250 metri scartiamo un altro sentiero che si stacca a destra, scendendo invece per la mulattiera di sinistra, che proseguirà abbastanza agevolmente pur nella vegetazione fitta, che raramente si può considerare invasiva, fiancheggiando poi la destra orografica di un fosso, anche dopo il perseguimento su una sterrata in cui ci inseriremo più sotto, fosso che attraverseremo in velocità per portarci quindi sulla sinistra di questo, scartando subito dopo una diramazione verso destra. Poche altre centinaia di metri e terminiamo di nuovo sulla vecchia Flaminia, da seguire nel ramo discensivo, verso destra. Meno di due chilometri e il vecchio tracciato andrà a confluire e a coincidere con la statale (dist. ~11.8 Km - alt. ~445 m.); appena prima di ciò, sfrutteremo la terza variante, per saltare altri due chilometri della trafficata arteria, a favore di oltre tre chilometri di sterrate facili, a parte le salite, comunque abbordabili e niente a che vedere con le pendenze dopo Spoleto. Prendiamo quindi a destra verso il tris di sterrate, optando per la centrale di queste, che pochi metri dopo scavalca il fosso dell'Intiera, prendendo a salire. Seguiamo la via principale che poco dopo piegherà a sinistra, sdoppiandosi dopo quasi 400 metri; qui ci teniamo sul ramo di destra, ancora a salire, per superare appena dopo una breve rampa più impegnativa, dopo la quale si piega a destra su falso piano, per confluire infine su una più ampia sterrata da seguire verso sinistra, che presto prenderà a scendere scorrevolissima nel suo facile sviluppo. Seguendone sempre il ramo principale, questa si inserirà su una asfaltata, da seguire ancora in discesa, che in 300 metri ci riporterà sulla statale Flaminia, da seguire a destra nel lungo rettilineo che conduce a Spoleto, oramai prossima. Alle porte della cittadina (dist. ~16.5 Km - alt. ~380 m.) lasceremo definitivamente la Flaminia, compiendo un'inversione di direzione, per imboccare sulla destra un'ampia sterrata che corre parallela alla statale, con il  torrente Tessino dapprima a sinistra e poi a destra a separarci dalla consolare; la via piegherà poi a sinistra, dividendosi dopo 50 metri: scarteremo l'alternativa di destra, segnalata dai cartelli della sentieristica di zona, troppo irta per la bici, a favore della più consona via di sinistra, che andrà a risalire la valle solcata dal fosso di Vallecchia. Seguirà un chilometro e mezzo di risalita abbastanza dolce, mentre, dopo aver compiuto un ampio tornante destrorso, la pendenza si incrementerà, ma contribuirà all'aumento delle difficoltà anche un fondo meno compatto del precedente, anche se le porzioni con ciottolame ammassato, saranno abbastanza contenute. Risaliremo quindi con una certa fatica il versante del monte, con continui cambi di direzione dovuti a tre successivi tornanti; poco dopo il terzo da destra vedremo ricollegarsi l'alternativa trekking scartata a valle che ora coincide con il nostro percorso. Appena più avanti giungeremo a Forcella Vellana (dist. ~20.9 Km - alt. ~670 m.) dove scarteremo la carrareccia di sinistra che è segnalata condurre verso località Le Aie e Monteluco, mentre a destra si stacca in discesa una mulattiera, con un cartello che indica agriturismo (?); noi proseguiremo mantenendo la direzione, per Patrico, potendo subito dopo riprendere fiato per un breve tratto di piana e poi leggera discesa. Riprendendo a salire supereremo pochi metri più ostici per fondo roccioso irregolare, mentre 400 metri più avanti, la via compie un gomito destrorso, che bypasseremo con pochi metri più ripidi ma su fondo migliore. 250 metri dopo ci troveremo di fronte ad un nuovo by-pass: qui praticamente una via vale l'altra, tanto entrambe rischieranno di appiedarci seppur per qualche metro; opteremo comunque per la via di destra, che prosegue pressoché pianeggiante e facile per un primo tratto, ma che poi dividendosi e ignorando la via che prosegue dritta facile, svolta a sinistra impennandosi per alcuni metri, con fondo irregolare, per riallacciarsi all'altra alternativa. Proseguiremo su tratto impegnativo, a fianco di un fosso, per poi incontrare un nuovo bivio: qui una traccia prosegue dritta sempre più sconnessa, mentre una seconda scarta sulla destra, correndo su un tratto prativo parallelo e probabilmente costituisce una più facile e valida , ma breve, alternativa alla via dritta, anche se non è stata verificata. Con l'avanzare il fondo si farà sempre più dissestato, oltrechè molto ripido e, anche optando per il possibile bypass di destra, non potremo evitarne una porzione al limite delle possibilità umane, a causa delle grosse rocce che ne deformano il fondo, per fortuna limitate ad un tratto contenuto. Una alternanza di porzioni più agevoli, ad altre più complicate (per non parlare di una impossibile, di poche decine di metri, oramai prossimi all'ultima rampa, agevole, almeno nel fondo, verso Patrico), ci porteranno in vista della piccola frazione montana, poco sopra (FOTO). Giunti alle prime case la via diverrà con fondo in cemento; occorre salire sulla via principale, tra le case, scartando un paio di vie verso destra (la seconda delle quali porta alla chiesa e costituisce anche l'inizio del percorso Nd), con la strada che diverrà asfaltata proseguendo a salire per ancora un po' e uscendo dal borgo in direzione est. Lasciandoci Patrico alle spalle, arriveremo al bivio, dove a destra si ha un'ampia carrareccia , mente a sinistra, da seguire, prosegue asfaltata, verso Monteluco e Spoleto. Dal bivio proseguiamo per 500 metri sull'asfaltata, poi, dove questa piega a sinistra, (gli amanti del single track scosceso e quelli che vogliono risparmiarsi la prossima breve ma ripida salita, possono invece proseguire per altri 300 metri sull'asfaltata e prendere il sentiero che scende sulla destra) noi proseguiremo dritti per imboccare la sterrata di fronte che sale ripidissima e ci porta a scollinare sulla quota massima del percorso (dist. ~24.8 Km - alt. ~1100 m.). Qui potremo prenderci una pausa, oltre che per riprenderci dall'ultimo sforzo intenso, anche perchè l'ottimo panorama merita un minimo di contemplazione sui monti circostanti, con l'inconfondibile sperone di Castelmonte proprio di fronte a noi. Scendiamo sul versante opposto a quello di salita, su una marcata carrareccia che scende ripida e ciottolosa, compiendo un paio di accentuati gomiti, con il sentiero alternativo di cui sopra che si riallaccia da sinistra, che poi andrà addolcendosi in una leggera discesa, che punta verso Castelmonte, dove però non arriveremo, dal momento che lasceremo la carrareccia a favore di un'altra minore che si stacca verso destra, divenendo subito ben evidente. Scendiamo lungo questa via univoca che ci porterà verso il paese abbandonato di Sensati, che raggiungeremo 100 metri dopo aver superato il sentiero che si collega da destra, proveniente anch'esso da Castelmonte/Vallocchia.
Di fronte ai ruderi sommersi dalla vegetazione, l'ampia via lascia il posto ad un'esile sentiero sulla sinistra, stretto nella vegetazione nei primissimi metri, che ben presto ci presenterà i primi passaggi tecnici sconnessi. La traccia, ben evidente, proseguirà in discesa consistente, in gran parte sconnessa e tortuosa per una primissima parte, mentre poi continuerà con alternanza di tratti agevoli e filanti ad altri, più brevi, sconnessi e tecnici, superabili comunque, se dotati di una buona abilità, tutti in sella, anche se in grafica, come d'abitudine, a causa della rapida alternanza delle due tipologie, viene evidenziato il tutto come sconnesso. Il sentiero è molto bello, anche perchè, oltre alla buona percorribilità in bici, offre scorci notevoli verso la Valnerina, da alcuni punti scoperti che sono dei veri e propri balconi naturali, nonchè una piccola perla costituita da una cascatella che individuerete sulla destra, in corrispondenza di un gomito sinistrorso (dist. ~27.9 Km - alt. ~670 m.) (FOTO). Percorriamo quindi il sentiero nella sua interezza, tra brevi salite e più lunghe discese, di cui l'ultima è certamente la più lunga e scoscesa, nonchè abbastanza sassosa, che ci porta a sfociare sull'asfaltata che dalla Valnerina (sinistra) sale verso località Le Cese, poco più avanti sulla destra. Raggiungiamo e superiamo la frazione, con la possibilità di rifornirci d'acqua ad un paio di fontane nell'attraversamento di questa; proseguiamo a salire sempre su asfalto (purtroppo dal 2007 oltre 5 km che seguiranno sono finiti sotto l'asfalto...), scartando una sterrata sulla sinistra e superando una terza fonte, raggiungendo in poco più di due chilometri, il valico della Forca dell'Immagine, a quota 830 metri. Proseguiamo sulla stessa via asfaltata anche per tutta la lunga discesa che ci porta in pochi veloci chilometri, appena raggiunto il borgo di Ancaiano, a confluire sull'asfaltata che sale da Ferentillo (sinistra) verso il valico della Somma (a destra), dove proseguiremo nel senso di arrivo, con una brevissima ascesa, a cui seguiranno alcune decine di metri di discesa, per poi prendere a salire, superando in pochi chilometri, prima località Salari e poi Mezzanelli (FOTO). Mantenendo sempre la stessa strada, giungeremo quindi all'altezza di Belvedere (dist. ~38.7 Km - alt. ~650 m.) dove, scartando la via asfaltata di sinistra che scende alla sottostante località, proseguiremo a salire, sull'ampia strada che da qui sarà sterrata. Ancora 800 metri di salita e lasceremo la via principale che prosegue verso la zona del valico della Somma piegando a destra, per seguire invece una carrareccia che ha origine sulla sinistra, penetrando nel bosco a scendere. Seguiremo questa via costantemente discensiva, sostanzialmente filante a parte qualche porzione più ciottolosa e instabile. La via è pressoché univoca; c'è solo da scartare una via a sinistra nei primi metri e un'altra minore dopo un chilometro. Dopo un brusco gomito a sinistra seguiranno gli ultimi metri più scoscesi, ma recentemente risistemati nel fondo ora agevole, che ci porteranno ad attraversare la piccola frazione di Casigliano, con la via che torna asfaltata e risale per pochi metri; lasciandosi il borgo alle spalle, per poi continuare in discesa e che lasciamo dove questa piega a sinistra, per seguire la sterrata che si origina praticamente mantenendo la direzione, scendendo verso località il Palazzaccio, in corrispondenza del quale torna definitivamente asfaltata. Un paio di stretti gomiti in forte discesa, poi la via ci porta ad inserirci sulla vecchia e già conosciuta via Flaminia, che seguiremo verso sinistra, attraversando nuovamente l'abitato di Strettura. In poco più di un chilometro torneremo al punto di partenza ovvero il bivio che si dirama dalla statale Flamina.

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

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