Altra possibilità di percorrere la
valle del Fosso della Matassa, con una variante alta, rispetto a
quella che scende fino a C. Matassa e la copre nella sua interezza,
forse un po' più impervia e sicuramente meno scorrevole della variante
bassa, visto che risale anche un po' di quota, ma altrettanto
sicuramente più lunga e che perciò permette di godere di più dei bei
sentieri della zona. Sviluppo da nord a sud, con partenza in quota,
nei pressi di Casetta San Severo, facile discesa verso Scoppio e
caratterizzata quindi dai due single track che seguono, uno abbastanza
impervio (dipende dal periodo) fino al "guado" del fosso e faticosa
risalita fino all'imbocco della via che scorrendo interamente
sull'orografica destra della valle, ci offrirà un bel po' di
divertimento, girando in parte attorno al monte Faeto, e colle Citro,
per poi scendere verso la zona di Firenzuola.
Lasciando la piana di Casetta San Severo e iniziando a salire verso
Cima Panco, s'incontra un primo bivio, con una via di sinistra che
continua a salire, addentrandosi poco dopo in una pineta e una via, che
prosegue praticamente dritta, in leggerissima ascesa ancora per un
po', che scende poi verso Scoppio; tale bivio è il punto di riferimento
per l'origine del percorso [rif. Percorso N1 -
Km. 18.1].
Noi manteniamo quindi la via per Scoppio che punta verso per le
prime centinaia di metri verso sud-ovest, in leggera salita, per poi
scollinare, in corrispondenza di una pozza d'acqua stagionale,
ripiegando più verso sud e prendendo a scendere. Il primo tratto
discensivo è incassato in una piccola valle e un po' sconnesso, perchè
segnato da solchi profondi, anche se una traccia migliore si riesce a
individuare, soprattutto se ci si tiene sulla sinistra. Poi la via
prosegue addentrandosi nella macchia rada, costantemente in discesa,
ampliandosi e divenendo comoda e filante, seppur con continue svolte
che la rendono più variegata, fino a spianare e collegarsi poi ad
un'altra carrareccia, ancora più battuta (dist. ~2.1 Km - alt. ~760
m.), da seguire verso destra. Questa proseguirà ancora per un po'
pianeggiante, per poi riprendere a scendere, superando le poche case
di località Le Pera e giungendo appena dopo ad un nuovo bivio,
dove la destra
rappresenta la via automobilistica di accesso alla località, seppur
sterrata, che porta alla SR418 in corrispondenza del valico di quest'ultima,
mentre noi proseguiremo dritti, per il rifugio escursionistico,
giungendo dopo poche decine di metri ad un altro bivio, dove seguiremo
il rampo principale della via, che piega a sinistra scendendo, per poi
risalire un po' e scendere infine decisa verso i ruderi dell'antico
abitato di Scoppio, passando accanto al rifugio, sulla destra. Giunti
al termine della via più ampia, nel pieno dell'antico insediamento
(dist. ~3.6 Km - alt. ~700 m.),
avremo due tracce che si originano da qui, una che scende sulla
sinistra, proseguimento del percorso Nb
per La Costa e uno che ripiega sulla destra, da seguire, che scende a
mezza costa verso l'impluvio del Fosso della Matassa, con i cartelli
escursionistici che indicano Macerino e Portaria. Dal punto di
vista dell'orientamento non ci sono praticamente problemi, visto che
la traccia è pressochè univoca, con direzione ovest sud-ovest;
problemi invece li può dare la vegetazione, a seconda del grado di
manutenzione in cui è sottoposta nel periodo, soprattutto a causa dei
grossi cespugli di ginestra che tendono ad occludere il passaggio, per
cui, nelle condizioni peggiori, può rendersi necessario scendere in
quei due o tre punti e passare di forza tra questi. Il fondo, almeno
nella gran parte della discesa, non è granchè impegnativo, almeno fino
al superamento di un vecchi capanno
(appena prima di questo una secondaria scende
più tecnica sulla sinistra e rappresenta una variante, ancora più
impegnativa, che in 500 metri abbrevia il percorso e salta tutto il
chilometro e mezzo successivo), quando il percorso si fa
più tecnico, perchè scalinato, fino al punto di guado del fosso della
Matassa (figurativamente, dato che è spesso in secca), porzione in cui
tra l'altro si possono ripresentare i problemi di vegetazione (questa
volta rovi) per fortuna limitati a qualche metro; dopodiché, scartata
la via che sale ripida a destra, la via piega leggermente a sinistra
risalendo decisa, ma quel che è peggio su fondo decisamente ostico,
tanto che gran parte va messa in preventivo a spinta. Superati i
100÷150 metri più duri del percorso, ci inseriremo su una più comoda
carrareccia, oramai in prossimità di alcuni abbeveratoi (loc. I
Trocchi), dove piegheremo a sinistra per imboccare una carrareccia
semipianeggiante, per un tratto ora in comune col percorso
Ne, che si è collegato dalla
carrareccia che scende ripida di fronte (dist. ~4.7 Km - alt. ~640
m.). La via ampia ci porta a superare due radure e dopo la seconda si
trasforma in un piacevolissimo single-track, che fatti 300 metri vede
riallacciarsi da sinistra l'alternativa prima descritta, per poi
proseguire sempre sull'orografica destra del fosso della Matassa con
belli scorci su Scoppio
(FOTO1)
,
(FOTO2) ,
(FOTO).
Fatto un breve tratto di salita il sentiero si sdoppia,
con il ramo di sinistra che rappresenta la prosecuzione del percorso
Ne, che porta fino a fondo valle, mentre noi proseguiamo su quello di
destra, che prosegue a salire, con un tratto un po' impegnativo. Anche
in questo caso si tratta di un sentiero univoco, che quindi non da
problemi di orientamento; semmai può esserci solo qualche problema di
vegetazione, minimo in questo caso, trattandosi di fronde di cespugli
ai lati, che si possono superare restando in sella, sempre che col
tempo la situazione non peggiori. Dopo la breve porzione ascendente,
si continuerà su una più lunga semipianeggiante, con la via che
piegherà a sinistra con un tratto molto piacevole immerso nel bosco,
in leggera salita, prendendo poi a scendere, scartando una traccia
minore che si dirama verso destra, con qualche cespuglio che di nuovo
può essere leggermente invasivo.
La traccia avrà termine in prossimità di una costruzione, in corrispondenza
di una recinzione con filo spinato che affiancheremo sulla sinistra (dist. ~7.3 Km - alt. ~560
m.) che potremo attraversare, scendendo di bici, sfruttando l'apposita
apertura pedonale ricavata su questa; poi, superati alcuni cespugli di
ginestre, si imboccherà una evidente carrareccia che continua a
scendere, presentandoci poco più avanti un tratto decisamente
scosceso, per fortuna contenuto ad alcune decine di metri. Proseguendo
sulla via principale, ignoriamo un'altra carrareccia che arriva da
sinistra, continuando dritti, avanzando su un tratturo che va ad
attraversare un uliveto, per concludere quindi inserendosi sulla via [rif.
Percorso N1 - Km. 26.0]
che da C. Matassa (a sinistra) porta verso Firenzuola (a
destra), da dove, divenendo proprio da lì asfaltata, si può scendere
con poche decine di metri sulla SR418.
Nota: In blu sono segnalati i
tratti alternativi e/o opzionali non descritti però
dalla grafica (pianta e altimetria).
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