PERCORSO Ni
Casetta S.Severo - Scoppio - Fosso Matassa - M.te Faeto - Colle Citro

LA MATASSA ALTA


Lunghezza: ~7.7 Km
Altitudine max: ~910 m s.l.m.
(disl. tot. discese ~520m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~ 40'
Difficoltà: Media (indice 5)


gps

DATA: Maggio 2010 

Altra possibilità di percorrere la valle del Fosso della Matassa, con una variante alta, rispetto a quella che scende fino a C. Matassa e la copre nella sua interezza, forse un po' più impervia e sicuramente meno scorrevole della variante bassa, visto che risale anche un po' di quota, ma altrettanto sicuramente più lunga e che perciò permette di godere di più dei bei sentieri della zona. Sviluppo da nord a sud, con partenza in quota, nei pressi di Casetta San Severo, facile discesa verso Scoppio e caratterizzata quindi dai due single track che seguono, uno abbastanza impervio (dipende dal periodo) fino al "guado" del fosso e faticosa risalita fino all'imbocco della via che scorrendo interamente sull'orografica destra della valle, ci offrirà un bel po' di divertimento, girando in parte attorno al monte Faeto, e colle Citro, per poi scendere verso la zona di Firenzuola.

Lasciando la piana di Casetta San Severo e iniziando a salire verso Cima Panco, s'incontra un primo bivio, con una via di sinistra che continua a salire, addentrandosi poco dopo in una pineta e una via, che prosegue praticamente dritta, in leggerissima ascesa ancora per un po', che scende poi verso Scoppio; tale bivio è il punto di riferimento per l'origine del percorso [rif. Percorso N1 - Km. 18.1].
Noi manteniamo quindi la via per Scoppio che punta verso per le prime centinaia di metri verso sud-ovest, in leggera salita, per poi scollinare, in corrispondenza di una pozza d'acqua stagionale, ripiegando più verso sud e prendendo a scendere. Il primo tratto discensivo è incassato in una piccola valle e un po' sconnesso, perchè segnato da solchi profondi, anche se una traccia migliore si riesce a individuare, soprattutto se ci si tiene sulla sinistra. Poi la via prosegue addentrandosi nella macchia rada, costantemente in discesa, ampliandosi e divenendo comoda e filante, seppur con continue svolte che la rendono più variegata, fino a spianare e collegarsi poi ad un'altra carrareccia, ancora più battuta (dist. ~2.1 Km - alt. ~760 m.), da seguire verso destra. Questa proseguirà ancora per un po' pianeggiante, per poi riprendere a scendere, superando le poche case di località Le Pera e giungendo appena dopo ad un nuovo bivio, dove la destra rappresenta la via automobilistica di accesso alla località, seppur sterrata, che porta alla SR418 in corrispondenza del valico di quest'ultima, mentre noi proseguiremo dritti, per il rifugio escursionistico, giungendo dopo poche decine di metri ad un altro bivio, dove seguiremo il rampo principale della via, che piega a sinistra scendendo, per poi risalire un po' e scendere infine decisa verso i ruderi dell'antico abitato di Scoppio, passando accanto al rifugio, sulla destra. Giunti al termine della via più ampia, nel pieno dell'antico insediamento (dist. ~3.6 Km - alt. ~700 m.), avremo due tracce che si originano da qui, una che scende sulla sinistra, proseguimento del percorso Nb per La Costa e uno che ripiega sulla destra, da seguire, che scende a mezza costa verso l'impluvio del Fosso della Matassa, con i cartelli escursionistici che indicano Macerino e Portaria. Dal punto di vista dell'orientamento non ci sono praticamente problemi, visto che la traccia è pressochè univoca, con direzione ovest sud-ovest; problemi invece li può dare la vegetazione, a seconda del grado di manutenzione in cui è sottoposta nel periodo, soprattutto a causa dei grossi cespugli di ginestra che tendono ad occludere il passaggio, per cui, nelle condizioni peggiori, può rendersi necessario scendere in quei due o tre punti e passare di forza tra questi. Il fondo, almeno nella gran parte della discesa, non è granchè impegnativo, almeno fino al superamento di un vecchi capanno (appena prima di questo una secondaria scende più tecnica sulla sinistra e rappresenta una variante, ancora più impegnativa, che in 500 metri abbrevia il percorso e salta tutto il chilometro e mezzo successivo), quando il percorso si fa più tecnico, perchè scalinato, fino al punto di guado del fosso della Matassa (figurativamente, dato che è spesso in secca), porzione in cui tra l'altro si possono ripresentare i problemi di vegetazione (questa volta rovi) per fortuna limitati a qualche metro; dopodiché, scartata la via che sale ripida a destra, la via piega leggermente a sinistra risalendo decisa, ma quel che è peggio su fondo decisamente ostico, tanto che gran parte va messa in preventivo a spinta. Superati i 100÷150 metri più duri del percorso, ci inseriremo su una più comoda carrareccia, oramai in prossimità di alcuni abbeveratoi (loc. I Trocchi), dove piegheremo a sinistra per imboccare una carrareccia semipianeggiante, per un tratto ora in comune col percorso Ne, che si è collegato dalla carrareccia che scende ripida di fronte (dist. ~4.7 Km - alt. ~640 m.). La via ampia ci porta a superare due radure e dopo la seconda si trasforma in un piacevolissimo single-track, che fatti 300 metri vede riallacciarsi da sinistra l'alternativa prima descritta, per poi proseguire sempre sull'orografica destra del fosso della Matassa con belli scorci su Scoppio (FOTO1) , (FOTO2) , (FOTO). Fatto un breve tratto di salita il sentiero si sdoppia, con il ramo di sinistra che rappresenta la prosecuzione del percorso Ne, che porta fino a fondo valle, mentre noi proseguiamo su quello di destra, che prosegue a salire, con un tratto un po' impegnativo. Anche in questo caso si tratta di un sentiero univoco, che quindi non da problemi di orientamento; semmai può esserci solo qualche problema di vegetazione, minimo in questo caso, trattandosi di fronde di cespugli ai lati, che si possono superare restando in sella, sempre che col tempo la situazione non peggiori. Dopo la breve porzione ascendente, si continuerà su una più lunga semipianeggiante, con la via che piegherà a sinistra con un tratto molto piacevole immerso nel bosco, in leggera salita, prendendo poi a scendere, scartando una traccia minore che si dirama verso destra, con qualche cespuglio che di nuovo può essere leggermente invasivo.
La traccia avrà termine in prossimità di una costruzione, in corrispondenza di una recinzione con filo spinato che affiancheremo sulla sinistra (dist. ~7.3 Km - alt. ~560 m.) che potremo attraversare, scendendo di bici, sfruttando l'apposita apertura pedonale ricavata su questa; poi, superati alcuni cespugli di ginestre, si imboccherà una evidente carrareccia che continua a scendere, presentandoci poco più avanti un tratto decisamente scosceso, per fortuna contenuto ad alcune decine di metri. Proseguendo sulla via principale, ignoriamo un'altra carrareccia che arriva da sinistra, continuando dritti, avanzando su un tratturo che va ad attraversare un uliveto, per concludere quindi inserendosi sulla via [rif. Percorso N1 - Km. 26.0] che da C. Matassa (a sinistra) porta verso Firenzuola (a destra), da dove, divenendo proprio da lì asfaltata, si può scendere con poche decine di metri sulla SR418.

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

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