PERCORSO O1 |
Un anello imperniato sulla dorsale narnese-amerina, essenzialmente nel settore amerino, di sviluppo contenuto, ma che si può arricchire in loco provando le varie alternative che si incontreranno lungo il percorso; in primis, volendo, si può salire fino all'abitato di Amelia tramite il percorso pedonale che sale dal Rio Grande. In generale difficoltà molto contenute, sia di ordine tecnico, con pochi tratti leggermente dissestati, sia per quanto riguarda l'impegno fisico, dato che le salite più severe (relativamente) saranno di sviluppo abbastanza contenuto. Intermezzo molto piacevole e rilassante con il passaggio nel parco fluviale che sorge sulle sponde del Rio Grande; qui, se ci troveremo a passare in un periodo di piogge recenti, potremo godere anche dello spettacolo offerto dalla diga medievale della Para, anche se per contro, non mancheranno un bel po' di pozzanghere nelle porzioni in quota. L'origine del percorso è in località Cerralto, ovvero lungo la
strada che da Sambucetole inizia a salire verso Collicello, dove da sinistra si collega una sterrata che rappresenta la chiusura
dell'itinerario, mentre a destra un'altra sterrata porta ad alcune case. La
nostra prima tappa sarà Collicello, per cui proseguiremo
sull'asfaltata che man mano aumenterà di pendenza, fino a superare
l'ampia S che anticipa l'ingresso in paese, alle porte del quale, però
lasceremo l'asfaltata che lo penetra, a favore di una stradina minore
che si stacca ripida sulla sinistra, (strada di Galisciano) con
l'indicazione per lo Speco Francescano, che diverrà sterrata dopo
pochi metri. Ignoriamo dopo 300 metri un'altra sterrata che si dirama
sulla destra, proseguendo dritti e andando a lambire una striscia di
terreno poche centinaia di metri più avanti, intersecando la via
minore trekking, più sopra, e scartando un'alternativa che si stacca a
sinistra appena di seguito. Proseguiamo sempre in ascesa, restando
costantemente sulla principale, toccando località Galisciano, dove supereremo
alcune case immerse nel bosco, fino a giungere ad una piega sinistra
di quella che pare la via maestra (dist. ~3.6 Km - alt. ~540 m.) dove
la lasceremo per seguire un'altra carrareccia che si stacca sulla
destra (la via principlae di sinistra rappresenta invece l'origine del
percorso Oa). Questa ci presenta una prima biforcazione dopo poche decine di
metri, dove terremo la destra e un'altra subito di seguito, dove
invece opteremo per la sinistra, che dopo un breve tratto ci propone
un intenso ma breve strappo in salita, anche se poi si continuerà a
progredire con l'ascesa. Si alterneranno quindi tratti con fondo
leggermente sconnesso ad altri facili, con vari cambi di pendenza,
dove non sarà difficile mantenere la via corretta, scartando tutte le
diramazioni secondarie, come una che troveremo sulla sinistra al km
4.5 o un'altra sulla destra 300 metri dopo, in corrispondenza di una piccola
radura; qui si piega a sinistra salendo ancora un po', compiendo
subito appresso un gomito destrorso, mentre a sinistra si stacca una
ulteriore secondaria da ignorare, oramai in prossimità della cima del
monte Piglio. Superata una breve porzione con fondo accidentato,
passeremo poi accanto ad una zona con vegetazione rasata per la
presenza di un appostamento di caccia, punto che segna l'inizio della
lunga discesa, dal versante
opposto a quello di salita, lasciandoci finalmente alle spalle le
eventuali numerose pozzanghere che dovremo guadare se avremo scelto un
periodo "bagnato". Discesa caratterizzata dall'alternarsi di tratti
con fondo scorrevole ad altri mediamente tecnici, ma comunque
superabili senza grandi difficoltà; noi scenderemo costantemente
seguendo sempre sulla via
principale, ignorando qualsiasi altra via
secondaria, inclusa una carrareccia più ampia che si innesta da
sinistra, oltre la quale la via scende più decisa. Oramai giunti quasi
alla fine della discesa, supereremo un cancello semiabbattuto e subito
di seguito ci inseriremo su altra carrareccia da seguire verso
sinistra, sempre a scendere (dist. ~6.5 Km - alt. ~420 m.). Ci
lasceremo quindi alle spalle il tratto boschivo, proseguendo tra
appezzamenti coltivati, seguendo sempre la via principale, che
risalirà lievemente, sempre tra terreni coltivati o destinati al
pascolo, fino a giungere al km 7.4 ad un quadrivio, dove seguiremo la
sinistra, quasi invertendo
la direzione. Questa, ancora in leggera
ascesa, ci riporta a ridosso della boscaglia dove piegherà a destra
scendendo, con una secondaria che sale sulla sinistra, correndo ora,
pianeggiante, a margine del bosco. Superiamo un casolare e più avanti,
nell'attraversamento di una porzione di boscaglia, se siamo fortunati,
potremo anche scorgere qualche scoiattolo, in un tratto discendente
che ci porta ad inserirci su altra sterrata ampia, da seguire verso
destra, affiancando la via di provenienza per un breve tratto, dato
che poi la via piegherà a sinistra, scendendo dopo poche centinaia di
metri, decisa. Scendendo supereremo poche decine di metri asfaltati e
più sotto, un altro tratto più lungo, di 500 metri, in discesa più ripida,
tornando poi su sterrato, che manterremo fino a trovare un'altra
sterrata che si stacca sulla sinistra scendendo (dist. ~10.9 Km - alt.
~280 m.). Questa riprenderà subito a salire, abbastanza ripida, anche
se presto scollinerà, con un bel colpo d'occhio su Amelia, poco
lontana; dopo 300 metri di discesa ci inseriamo su altra carrareccia
(strada di Sertari) dove va mantenuta la direzione, che dopo poche
centinaia di metri confluisce su un'asfaltata da seguire a scendere
(se si sale si bypassa il Rio Grande) per un brevissimo tratto, dato
che quando spiana, la abbandoneremo infilando l'ampio spiazzo sterrato
di sinistra che funge da parcheggio e imboccando quindi l'ampia via
pedonale che fiancheggia il tranquillo corso d'acqua. Tratto di tutto
relax nel bello scenario offerto dal parco fluviale del Rio Grande,
seguendo la via che corre vicino al corso d'acqua, che piegherà a
sinistra in corrispondenza dell'unica ansa di questo, mentre di
seguito supereremo il ponte in legno che, tramite un sentiero
pedonale, sale fino all'interno della cittadina di Amelia. Un
centinaio di metri più avanti troveremo una biforcazione,
dove a sinistra sale
leggermente ripiegando verso la zona di entrata del parco fluviale;
qui si consiglia di continuare fino al termine della via, per quello
che sarà un breve ramo "morto" del percorso, al termine del quale
potremo usufruire di una fontanella, giungendo al cospetto
dell'antica diga medievale della Para e, se siamo fortunati, vederla
tracimare acqua
(FOTO)
(dist. ~13.2 Km - alt. ~260 m.).
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