PERCORSO S2

COLLE-VOC.TERMINE-S.BENEDETTO IN FUNDIS-ACQUA CARPINO-CIMITELLE-MOGGIO-COSTAMACCHIA-ACQUA CARPINO-S.SIMEONE

OSTICO


Lunghezza: ~32.6 Km
Altitudine max: ~890 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1320m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 30'
Difficoltà: Difficile (indice 8)


gps

DATA: Giugno 2012 

Percorso non lungo, ma estremamente impegnativo e ostico, su cui riflettere bene prima di affrontarlo (e rinunciarvi se non si è avvezzi a salite estenuanti e discese molto tecniche, nonchè tratti potenzialmente impervi per vegetazione invadente ed alberi abbattuti. Partenza nei pressi di Colle di Stroncone, con antipasto sulle dure rampe della zona Schioppo Morto e prima discesa breve ma tecnica al fosso di Stroncone (appunto: un sunto su piccola scala di ciò che seguirà), lungo il cui letto ciottoloso si scenderà poi per una discesa non certo rilassante. Da vocabolo Termine si sale a Perticara alta e poi si andrà ad intercettare l'aspra salita che porta al convento abbandonato di San Benedetto in Fundis (rampe cementate oltre il 20%), oltreppassando l'Acqua del carpino e salendo poi a loc. Cimitelle, per un'appendice attorno al monte omonimo. Si scenderà poi a Moggio, ripiegando poi verso Miranda, per il percorso classico, inframmezzato da un'appendice che gli darà un po' di pepe, risalendo poi lungo le pendici del monte Rotondo e scendere infine sulla difficile mulattiera che lambendo un secondo convento (San Simeone) ci riporterà al punto di partenza.
 

Alla frazione di Colle di Stroncone, risaliamo l'asfaltata che attraversa loc. S. Eugenia, per poi scendere sulla sinistra fino all'origine di una coppia di vie (punto di riferimento per la partenza), una cementata, a sinistra (da cui torneremo) e una sulla destra, sterrata, che costeggia una recinzione, che seguiremo. Fatti pochi metri la via si divide, con una cementata che s'inerpica sulla destra, da seguire, che fatte poche decine di metri torna con fondo sterrato, via che manterremo fino ad incontrare un evidente sentiero che si origina sulla destra (dist ~0.85 Km – alt. ~450 m.), da seguire, che subito si sdoppia e di cui seguiremo il ramo di sinistra. Buona la traccia nella prima parte, scorrevole su fondo buono e rari tratti rocciosi, che nella parte finale può vedere una porzione con vegetazione invadente e conseguente spazio ridotto per passare, sentiero che, dopo essere passato accanto ad un rudere, confluirà su una più ampia traccia che scende da sinistra e seguiremo nel tratto discensivo di destra, decisamente complicata per fondo roccioso e scalinato, cosa per fortuna limitata a poche decine di metri; dopo aver compiuto una brusca piega a sinistra infatti le cose migliorano, tornando agevole giunti a fondovalle, confluendo in una carrareccia da seguire verso destra che a sua volta sbocca, dopo aver attraversato il letto del fosso di Stroncone, su un'ampia via ciottolosa da seguire ancora a destra, a fianco del corso del torrente. Ne seguiamo lo sviluppo per quasi 500 metri, fin dove la via risale appena sulla destra per inserirsi sull'asfaltata per Colle, cosa che non faremo, rimanendo nel letto del fosso, (dist ~2.2 Km – alt. ~310 m.) qui molto ciottoloso e dove non sarà perciò facile avanzare, malgrado la lieve discesa (diverse centinaia di metri saranno su questa falsa riga, quindi va presa una decisione se mantenere il percorso descritto, oppure riprendere l'asfaltata per Colle e tramite questa scendere verso Terni per riallacciarsi al percorso in oggetto più avanti). Dopo circa 200 metri ci inseriamo su sterrata da seguire nel senso d'imbocco, che dopo nemmeno 100 metri, si sdoppia e ne seguiremo il ramo di destra che torna a coincidere con il letto del fosso, ora qui più agevole da percorrere, che dopo 200 metri piega a destra per confluire su un'altra che immediatamente si biforca e di cui seguiremo la sinistra, che costeggia gli impianti sportivi di Stroncone e che vedrà presto un nuovo bivio, dove opteremo ancora per la sinistra che ci farà attraversare il letto del fosso portandoci sulla sinistra di questo. Fatti 200 metri la via torna nel fosso, per uscirne poco dopo sulla destra, cosa che noi non faremo, perchè a questo punto seguiremo una sorta di single-track costituito dallo stesso letto del fosso che si può, seppur con una certa fatica, seguire; si tratta di quasi 600 metri di via tutt'altro che riposante, dovendo pedalare nemmeno troppo agevolmente su questo fondo rappresentato da uno spesso strato di ciottoli su cui non è facile stare a galla. Coperta questa porzione da equilibristi, usciamo definitivamente dal fosso sulla destra per portarci sull'asfaltata che scende verso Terni, che s'inserisce dopo poche decine di metri sulla provinciale SP16, da seguire a destra a scendere, superando lo scalo ferroviario di Stroncone e giungendo a vocabolo Termine, dove lasciamo la provinciale, concludendo la discesa (quota minima del percorso), per seguire la piccola asfaltata di destra, strada di Rocca Carlea, in leggera salita (dist ~5.1 Km – alt. ~210 m.). L'asfalto l'ascia il posto al fondo sterrato, con la via dapprima in direzione est, per poi compiere un gomito sinistrorso e aumentare nella pendenza attraversando un boschetto, per poi divenire cementata con un ulteriore aumento della pendenza. Questa s'inserisce sull'asfaltata di Perticara alta da seguire a destra, ancora in salita, ma ora senz'altro più umana. Restiamo su questa ignorando le secondarie, strada di Boschetto e di Valenza, quest'ultima dopo una breve discesa, per lasciarla appena dopo che la strada ricomincerà a salire, a favore di una sterrata che si stacca a destra, attraversando un tratto boschivo, più o meno pianeggiante e che continuerà leggermente ondulata, finchè vedrà da destra inserirsi un'altra carrareccia, punto in cui riprenderà a salire con pendenza più consistente. Al termine della salita da sinistra si inserisce altra carrareccia minore, noi manteniamo la direzione, in discesa, giungendo presto ad un incrocio tra più strade (dist ~8.0 Km – alt. ~370 m.), dove seguiremo quella che scende piegando a sinistra, che lasceremo dopo 50 metri, a favore di un sentiero che si origina sulla sinistra, prima pianeggiante, poi in discesa, che dopo un po' compie un'ansa a 180°, proseguendo ben marcato e con fondo buono, fino all'approssimarsi ad alcune antiche case abbandonate, dove il fondo si farà ostico per rocce, tornando agevole una volta superati questi ruderi (il tutto limitato a poche decine di metri), tratto molto panoramico verso Stroncone; il sentiero ci accompagna fino a sfociare su un'ampia sterrata da seguire a sinistra in leggera salita, via che, di fronte ad una villa, s'inserirà anch'essa su una cementata da seguire a sinistra, che scartata una diramazione che scende a destra, prende a salire subito in forte salita. Ha inizio ora la parte più impegnativa del percorso, inteso come sforzo fisico, con una lunga cementata, intervallata da un breve tratto di sterrato, che sale con una pendenza media attorno al 20%; va da se che alcune porzioni supereranno tale valore. Superate un paio di S con gomiti ravvicinati (all'uscita della seconda a sinistra prosegue il percorso Dh), con l'approssimarsi all'ex convento di San Benedetto in Fundis, termina la cementata in concomitanza del diminuire della pendenza; sulla destra superiamo la fontana omonima (se siamo fortunati potrebbe erogare acqua) e proseguendo a salire supereremo i resti dell'ex convento (appena all'interno sulla destra) (FOTO). La via compirà poi un gomito sinistrorso, spianando per pochi metri e riprendendo poi a salire con fondo un po' accidentato, con un gomito poco sopra che ci reindirizza in direzione est e pendenza che finalmente si addolcisce. Salendo vedremo collegarsi da sinistra una carrareccia minore da scartare (provenienza del percorso Dn), con un'ultima rampa che ci porta una prima volta alla confluenza di 5 strade (dist ~12.1 Km – alt. ~750 m.), dove seguiremo quella di fronte che prende a scendere veloce, seppur leggermente sconnessa, verso località Acqua del Carpino, dove si concluderà il tratto discensivo, (qui a destra si stacca la mulattiera che seguiremo nel finale), sdoppiandosi tra due rami di cui seguiremo quello di destra in salita. Seguiamo ora la via univoca, costantemente in salita, seppur con pendenze variabili, finchè dopo un breve tratto pianeggiante, vedremo una minore collegarsi da destra, con la via principale che torna ad impennarsi, fino a scollinare dove vedremo staccarsi sulla sinistra un viottolo lastricato di rocce che si può prendere in considerazione per una breve scorciatoia (è malmesso solo per pochi metri), mentre noi seguiremo la successiva breve veloce discesa, che si conclude con l'inserimento da destra della carrareccia che sale da loc. Schioppo Morto, naturalmente da scartare, riprendendo a salire sulla via di fronte, con porzioni cementate, che ci porta alle prime case di località Cimitelle; appena dopo essere tornati su sterrata, quasi pianeggiante, anzichè procedere per il suo sviluppo principale, verso Cimitelle, la lasceremo per una piacevole appendice attorno al monte omonimo, seguendo pertanto una carrareccia secondaria nel castagneto sulla sinistra, che dopo poche decine di metri vede staccarsi sulla sinistra una traccia di sentiero (la scorciatoia prima segnalata) da ignorare, proseguendo sulla via principale, su zona prativa, che più avanti si andrà a restringere come sentiero, nel bosco, che va seguito nella sua interezza, traccia che si fa più variegata nella porzione finale, che vedrà staccarsi a sinistra un ripido e complicato single-track che picchia deciso verso l'Acqua del Carpino, da scartare, proseguendo sulla traccia principale che negli ultimissimi metri salirà in una rampa che probabilmente ci appiederà per qualche metro, sbucando in prossimità delle case di Cimitelle, immerse in un bel castagneto. Ora abbiamo da seguire una carrareccia, che passata davanti ad una casetta con recinzione si sdoppia; seguiamo la sinistra che poi diviene cementata, scendendo a raccordarsi sull'asfaltata principale di Cimitelle, da seguire verso sinistra, per poche decine di metri, dato che seguiremo poi la cementata di sinistra che poco oltre lascia il posto al fondo sterrato. Seguiamo la via nel suo sviluppo principale, che ci porta a risalire il valloncello, aggirando poi un tratto prativo dove la via risale un po' più severa, con una prima minore di sinistra da scartare, così come alla successiva biforcazione, dove resteremo sul ramo di destra che poi prende a scendere tornando a livello della porzione prativa di destra, dove la via si divide ancora (dist ~17.9 Km – alt. ~880 m.), con la principale che piega a destra, mentre noi scendiamo per un'altra carrareccia che si stacca a sinistra, penetrando nel territorio laziale, trovandoci ora nella provincia di Rieti. Ci facciamo guidare ora da questa nuova via, che scende veloce e facile fino a portarci all'altezza della Pozza di Moggio, un simpatico stagno montano, che oltrepassiamo, lasciando la via che lo aggira piegando a sinistra e salendo, continuando invece su quella che si stacca di fronte scendendo. Manteniamo ora questa che si farà un po' ondulata, oltrepassando un terreno recintato tra i bei castagni della zona, prendendo poi a scendere più decisa, con un primo tratto sconnesso per sassi al suolo, poi dopo una breve porzione migliore, un'altro successivo all'altezza della torre a guardia di Moggio, recentemente ristrutturata, dove il percorso si fa per alcuni metri proibitivo a causa di rocce che formano alti scaloni, sempre in discesa, oltre cui la via migliora, seppur ancora con fondo friabile; tutto ciò ha termine con l'inserimento del viottolo sull'asfaltata di Moggio (FOTO), che seguiremo verso sinistra a scendere verso il nucleo principale della frazione, salvo che non si voglia far rifornimento d'acqua, in questo caso si sale per poche decine di metri fino al vicino fontanile. Da qui abbiamo un'ottima vista panoramica sulla piana di Rieti, così come in seguito, appena passata la frazione, scoprendo la porzione di questa costellata dai vari laghi e laghetti; scendendo ignoriamo una prima via che sale sulla sinistra tra le case, prendendo invece la successiva (Via Fiume), che stretta tra le case diverrà un viottolo sterrato che ci farà lasciare l'abitato di Moggio alle spalle, abbastanza ondulato e filante nella prima porzione, salvo brevi intervalli sassosi, mentre dopo aver compiuto un gomito destrorso la musica cambia, salendo ripido e su fondo costituito da uno spesso strato di ciottolame non compattato, fondo che  comunque migliora dopo pochi metri, pur restando abbastanza ripido. Dopo che il fondo è tornato agevole, scartiamo una traccia minore a sinistra, mentre poche decine di metri dopo la via piega a sinistra iniziando a scendere, fino a sfociare su una carrareccia da proseguire nel senso d'imbocco, continuando perciò in direzione nord. Poco oltre si stacca a destra un'altra carrareccia che scende, da scartare (dist ~21.6 Km – alt. ~750 m.), proseguendo nel ramo di sinistra, che si fa poi ondulato, andando ad incrociare dopo circa 200 metri un'altra via, dove proseguiremo dritti, mentre alcune decine di metri oltre saltiamo un'altra via secondaria di sinistra, piegando successivamente a destra, salendo con fondo sconnesso. Quando spianerà il fondo tornerà ad essere agevole; ora non resta che seguire la via principale che ci guiderà, scartando perciò tutte le vie laterali, con andamento altimetrico variegato, con sali-scendi in rapida successione. Giungeremo ad una zona con vegetazione più rada, dove a destra si disunisce una mulattiera che costituisce l'origine del percorso Dq che ignoreremo, proseguendo oltre, sulla via principale che prende a scendere e che dopo quasi 300 metri, lungo una porzione discensiva un po' più accidentata, lasceremo (dist ~23.3 Km – alt. ~680 m.) a favore di un sentiero sulla destra non molto evidente; questa è un'appendice, naturalmente opzionale, dello sviluppo di circa 700 metri, che rappresenta un'alternativa alla solita via per Miranda, costituita da una traccia non molto facile, spesso rappresentata dallo stesso letto del fosso e talvolta impervia per vegetazione che tende ad occludere la sede da percorrere, quindi adatta a chi non si fa scrupoli di complicarsi un po' la vita... (per gli altri basta restare sulla via principale). Si segue quindi questa traccia, con fondo un po' sassoso e possibile vegetazione un po' invadente in  alcuni periodi, restando sul letto del fosso per quasi 300 metri, uscendone presumibilmente a spinta per superare i 2 3 metri del suo argine destro; da qui seguiamo l'evidente via che verso sinistra, continua a fianco del fosso, ora agevolmente, seguendo il sentiero che dopo circa 200 metri ci riporta al suo interno, per un centinaio di metri, uscendone definitivamente (prendendo un buon abbrivio) sulla sinistra, con traccia che poi prosegue ripida, per riallacciarsi alla carrareccia classica, da seguire verso destra. Scartiamo subito le vie secondarie sulla sinistra, proseguendo a scendere su tratto veloce, con un finale poi un po' accidentato che porta a collegarci su un'altra ampia sterrata da seguire verso sinistra, in salita (dist ~24.4 Km – alt. ~620 m.). Dopo aver superato alcune costruzioni nel bosco, si riscende; una carrareccia si allaccia da sinistra e noi restiamo sulla nostra via che scende a destra terminando la discesa di fronte ad un fontanile, con la strada che piegando a destra ricomincia a salire. La salita culmina con una rampa più intensa, passando poco oltre accanto ad un vecchio rudere e prendendo da lì a scendere per una porzione ripida e un po' accidentata; in un tratto di falso piano, lasceremo la via che prosegue verso la vicina frazione di Miranda (dist ~26.3 Km – alt. ~650 m.), invertendo praticamente la direzione, andando a seguire la via che sale sulla sinistra. La sterrata va seguita nel suo sviluppo principale, che ci porta all'altezza di una zona recintata, dove il ramo principale la aggira a sinistra, mentre c'è la possibilità di prendere il ramo di destra che ne abbrevia il percorso sulla destra; aggiriamo perciò tutta la recinzione, scartando un paio di minori che si staccano a sinistra sull'angolo opposto, così come 200 metri dopo la minore che sale da destra (la scorciatoia di prima) e un'altra carrareccia che prosegue dritta, scendendo, seguendo perciò la via che piegando a 90° a sinistra prosegue pressochè pianeggiante, riportandoci dopo circa 600 metri alla zona delle 5 strade, già incrociata in precedenza. A destra avremo la via da cui siamo saliti in precedenza e quasi di fronte quella per cui siamo scesi all'Acqua del Carpino; ora invece, facendo un'altra appendice opzionale, saliremo per la via compresa tra queste due vie, ovvero piegando sulla destra a salire, verso le pendici del monte Rotondo, via che sale più o meno costantemente attraversando la costa boschiva, superando una prima radura e giungendo ad una seconda, dove lasciamo la via principale che sale verso la sommità del monte (dist ~29.1 Km – alt. ~770 m.), a favore di una debole traccia che si disunisce sulla sinistra, poco visibile nei primissimi metri, ma che si fa presto evidente, che prende subito a scendere penetrando nel bosco. Buon sentiero con fondo ottimo, qualche ramo che può invadere la sede; ignoriamo una traccia minore che si stacca sulla destra dopo 250 metri dall'origine del single-track, piegando a sinistra e facendosi da qui un po' più impervia, ma anche più divertente, serpeggiando tra gli alberi, fino ad uscire dalla macchia facendosi un po' scalinata, andando ad intercettare un altro sentiero da seguire verso destra, traccia che si sdoppia nei metri finali oramai al limitare dell'Acqua del Carpino, dove siamo passati già in precedenza, lambendo la carrareccia già percorsa che vedremo a sinistra, mentre noi ora imboccheremo la mulattiera che sulla destra sale, per poi spianare e prendere definitivamente a scendere, facendosi presto sconnesso per sassi e rocce. Scendendo si farà sempre più scalinata, con qualche possibile fronda un po' invadente, finchè dopo poche centinaia di metri ci sarà da affrontare il tratto più complicato: una stretta S su fondo molto scosceso e rovinato, costituito da grosse rocce, per fortuna limitato a poche decine di metri, superato il quale la via si sdoppia (dist ~30.7 Km – alt. ~620 m.), qui scartiamo il ramo di sinistra che dopo aver superato l'impluvio risalirebbe verso loc. Lubrelle, scendiamo per quello di destra, verso ovest, dove ci sarà da soffrire ancora un po' per il fondo molto complicato, che per fortuna poi migliorerà, restando sempre sconnesso, ma ora sicuramente più abbordabile. Tutto il resto del sentiero, totalmente in discesa, sarà abbastanza difficile, con fondo sempre molto sassoso, dove in qualche porzione ci si mette pure la vegetazione invadente a complicare le cose, per non parlare degli eventuali alberi abbattuti di traverso sul sentiero che costringono a by-pass non sempre agevoli. Nella parte finale attraverseremo il sentiero che collega i due conventi  (dist ~31.8 Km – alt. ~460 m.) (San Benedetto a destra, San Simeone a sinistra), come da percorso Dn, che volendo si può utilizzare come finale, visto che entrambi si concludono nello stesso punto. Dopo altri 300 metri circa la via piega a sinistra ampliandosi, per terminare dopo 150 metri sulla sterrata che porta a San Simeone (verso sinistra) (FOTO); noi la seguiamo invece a destra per un centinaio di metri lasciandola poi a favore della cementata che scende a sinistra, passando davanti al fontanile dei Monaci e proseguendo a scendere da qui fino al punto di partenza.


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

www.mbike.it