A volte capita che scrivo un breve resoconto dell'uscita appena fatta, perchè invogliato dalla recente piacevole esperienza, o come promemoria, oppure per lasciarne un minimo ricordo. Metto anche queste, qui... 08/01/2017 Quando si corrono dei rischi, con la consapevolezza che siano tali, si deve mettere in contto anche qualche aventura poco piacevole, come quella odierna. Periodo di temperature polari, così sui tg capita di vedere anche fatti di cronaca che hanno portato alla morte di uno scalatore mentre risaliva una cascata ghiacciata, pur nella tragedia uno spettacolo della natura. Così mi trona in mente la cascata di Rio Agrevo, chepotrebbe essere nello stesso stato (chiacciato); perchè non approfittarne allora per il giro odierno? Purtroppo già giungendo alla località omonima mi accorgo che questa è praticamente divisa in due; il ponte che la collega è stato devastato dalla scorsa alluvione di novembre. Risalendo il torrente, mi accorgo che anche qusto ne è sttao stravolto e il ponte che permetteva di giungere alla cascata, distante oramai poche centinaia di metri non c'è più! Ma non desisto (come mia indole, nel bene e nel male...); provo l'attraversamento, bici in spalla, passando da una roccia all'altra, molto viscide perchè in partre ghiacciate o quantomeno bagnate (la temperatura che segnava il mio gps era di -4°C). Non arrivo nemmeno a metà dell'ampissimo letto che scivolo; una scivolata banale è diciamo controllata (pensavo), perchè in ogni caso stavo facendo il tutto adottando una certa prudenza. Invece dove pensavo che avrei al massimo bagnato pochi centimetri di scarpa del piede di appoggio, finito appena sotto il pelo dell'acqua, siccome sotto di questo la roccia era una lastra di ghiaccio, la scivolata continua facendomi finire con tutta la gamba destra, parte del fiando e il braccio destro in acqua. Mi tiro subito fuori (l'acqua era alta meno di mezzo metro), ma con tutto il lato destro zuppo! Oramai non resta che tornare indietro; scendo al paese chè è baciato dal sole e mi tolgo ciò che posso, per strizzarlo e lasciarlo sotto il sole per farlo almeno un po' asciugare, ma con scarsi risultati. Il ritorno verso casa, con le temperature attorno allo zero, in discesa, è uno strazio. Ogni 3-4 minuti mi fermo perchè sento un principio di congelamento, soprattutto nella mano destra, che quindi cerco di stimolare per ridargli sensibilità. Considerando che mi aspettano 25km in quel modo, sarà dura! Desisto; mi scoccia rompere ai miei familiari per colpa del mio hobby, ma questa volta non posso farne a meno. Li chiamo per farmi portare un cambio, soprattutto calzini scarpe e guanti asciutti. Finalmente il peggio è passato... 05/06/2017 L'orografica sinistra della Val Germanasca, nell'ultima porzione tra Perrero e Pomaretto, sta offrendo sempre più sorprese piacevoli, con tanti sentieri che offrono validi spunti e buone dosi di divertimento. L'ultimo oggi, con la scoperta del sentiero 222, che scende verso Traverse, ma con una valida prosecuzione in buona parte su sentiero, fino a Villasecca. E non finisce qui... Prossimamente, fatto il 222 voglio provare un'altra via che dovrebbe esistere da San Martino a Perrero. 11/06/2017 Anche quest'anno si può cominciare a volare alto: Rocca Bianca in Val Germanasca, quota 2360. Ne è venuto fuori un tour decisamente impegnativo e un po' ostico, sia per gli strascichi delle alluvioni autunnali, sia per le tarde nevicate, che lo hanno allungato a dismisura nei tempi. Infatti prima due guadi per niente semplici, soprattutto il primo, causa ponte... "svanito", perso una ventina di minuti per percorrere la sponda e trovare il punto di attraversamento più propizio, dove non fosse troppo ampio il letto e la corrente non troppo forte che mi riportasse a valle! Malgrado il caldo, acqua iperghiacciata, tant'è che nei 10-15 secondi che sono stato a mollo per guadare, le gambe davano una sensazione di congelamento e appena uscito dall'altra parte subito via scarpe e calzini per attenuare l'effetto! Il secondo guado, più in quota, uno scherzo in confronto al primo, ma piedi di nuovo a mollo. Ci sarebbe stato tutto il tempo per farli asciugare, ma sul versante opposto del monte, quello per la discesa, che rimaneva più in ombra, continue lingue di neve, in cui affondare i piedi e bagnarsi di nuovo. Tornato a casa le scarpe erano ancora bagnate! Giro estenuante! Basti pensare che ieri sera prima di andare a letto, pesavo 70.4 kg e al rientro 68 kg. Ma chi me lo fa fare... Certi paesaggi, sensazioni ed emozioni uniche... 08/07/2017 Bis sulla Cima Ciantiplagna, cambiando via di andata che di ritorno, quest'ultima in gran parte su single-track veramente validi (divertenti e pedalabili senza troppi patemi). Giro tra i più belli che la Valchisone possa offrire (vogliamo dire pure il più bello?) in termini di emozioni che fa provare, sia per i panorami, che per il divertimento che offre. 18/07/2017 Poteva mancare un po’ di mtb in vacanza? Certo che no, soprattutto considerando che una settimana continuativa di vita da spiaggia non riesco a reggerla. Così per spezzare il ritmo a metà settimana ho affittato una bici per una giornata intera. Più che i posti visitati (nell'isola di Maiorca. niente di che, due alture…) una riflessione sull’educazione verso i ciclisti che ho trovato: rispetto estremo, quasi esagerato per chi proprio non ci è abituato! Quando mi arrivavano auto da dietro su strade normali a due corsie, restavano dietro finchè non c’era spazio a sufficienza tra me e loro per potermi superare (un metro e mezzo o due); nessun “azzardo” in curva o se sopraggiungevano auto in senso opposto. Quando incrociavo auto in senso contrario al mio su strade relativamente strette si fermavano ben prima di incrociarmi e ripartivano solo quando ero passato, benchè ci sarebbe stato ben oltre un metro di margine tra me e loro. Sarei solo curioso di sapere se tale educazione è spagnola o nordica, visto che stavo su un’isola si spagnola, ma per l’80-90% popolata in questo periodo da turisti, in larga parte tedeschi, inglesi o scandinavi… 05/08/2017 Prima volta che ho messo il naso oltre quota 3000 in sella ad una bici, 3002 per la precisione, al Colle del Sommelier. Indeciso fino all’ultimo se poteva darmi soddisfazione, visto che non amo molto i percorsi che prevedono andata e ritorno sulla stessa via, prediligendo quelli ad anello e abbastanza titubante sulla bellezza tecnica del percorso, immaginandomi la piena totalità sulla stessa via sterrata. Più che altro mi attirava l’idea di raggiungere quota 3000 interamente sui pedali con zero portage. Ma è andata meglio del previsto e sono più che contento di averlo fatto. La via di andata e ritorno sono le stesse e quindi anche i paesaggi, ma scendendo si possono imboccare diversi single-track che danno buona soddisfazione, il che, unito ai panorami e scorci magnifici (l'area intorno al rifugio Scarfiotti è un incanto!), lo rendono sicuramente valido! 19/08/2017 Ritorno sul monte Solenen, a distanza di qualche anno, per il desiderio di rifare il bel sentiero che scende fino a Ferentillo per il versante est. A parte una giornata climaticamente tosta, con temperature e umidità decisamente elevate (come un po' sempre in questa estate balorda...), abbinato all'alto chilometraggio, partendo da casa (75km) ne hanno fatto uno dei giri più tosti dell'anno, anche in base a ciò che diceva il dispositivo gps, che segnalava oltre 2600 calorie consumate. Per di più non mi sono goduta la discesa come speravo, dato che arida com'era presentava un fondo molto sfaldato e sdrucciolevole, non permettendo di sfruttarla appieno, dovendo adottare una certa cautela e prudenza, che pareva di camminare sulle uova. 26/08/2017 Ritorno sul Subasio, con amici, ripercorrendo il tour fatto con Stex, di cui avevo un ottimo ricordo. Anche in questo caso però quest'estate particolarmente siccitosa e arida, che ha bruciato quasi tutto a livello vegetativo, spegnendo tanti bei colori che usualmente abbelliscono i vari panorami, hanno abbastanza ridimensionato il divertimento, sia sportivo, con i vari fondi poco compatti per quanto erano secchi, che paesaggistico, con prati e campi gialli di erba secca. Speriamo sia stata un'estate anomala e unica... 16/09/2017 Scovato su internet la traccia gps di una recente manifestazione in Val Pellice (la Comba oscura), ho voluto sperimentare due delle tre discese proposte (la prima era l'unica che già conoscevo); wow! Tra le più belle mai fatte nel comprensorio e dintorni, soprattutto quella che parte dal Bric del Becco, tanto che ci tornerò, anche per "archiviarle" in un video.