PERCORSO Dl
Variante percorso D1
(Moggio-Greccio-La Cappelletta-I Prati)

MISTICO


Lunghezza: ~22.3 Km
Altitudine max: ~1205 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1000m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~2h 10'
Difficoltà: Medio-difficile (indice 6)


gps

DATA: Novembre 2006 

Un percorso che a cavallo del confine tra Umbria e Lazio, ci porta per due volte a godere dei bei panorami oltre i mille metri toccando località famose per la prima rappresentazione della natività nel 1223; si punta netto verso sud, passando per il santuario di San Francesco, fino a doppiare il conosciuto paese di Greccio, per poi tornare verso nord salendo decisamente in quota per scollinare in corrispondenza della Cappelletta di Greccio, concludendo con la discesa verso località Prati di Stroncone.
La difficoltà massima è costituita dalla lunga ascesa verso la Cappelletta, sul monte Lacerone, su strada che è sostanzialmente agevole, visto che è transitabile anche dalle auto (per la verità rarissime), ma che in qualche tratto richiede un certo impegno aggiuntivo a causa della sagoma del fondo un po' deformata, abbinata a graniglia e ciottolame non compattato.
Infine da segnalare che la percorribilità nei tratti di bosco, nel periodo autunnale, pur spettacolare perchè permette di godere dei tanti colori tipici del periodo, è un po' problematica, per lo spesso strato di fogliame che oltre a nascondere eventuali insidie al suolo, cela in alcuni tratti la traccia da seguire.

Salendo a Moggio Reatino, minuscola frazione del comune di Rieti, superando il nucleo principale del borgo per salire verso le ultime case, si incontra nel bel mezzo di uno slargo un bel fontanile di acqua fresca, preso a riferimento per la partenza dell'attuale itinerario [rif. Percorso D1 - Km. 22].
Proseguiamo a salire gli ultimi metri di asfalto, finchè superato un bivio e mantenuto il ramo di destra, si trova dopo pochi metri lo sterrato, che si impenna notevolmente, tutto sommato agevole, anche se alcuni tratti possono essere lievemente sconnessi. Manteniamo sempre la via principale che sale quasi ininterrottamente scendendo appena qualche metro in corrispondenza del superamento di una striscia prativa solcata da più tracce parallele provenienti da I Prati, per poi riprendere sostanzialmente a salire, finchè al km 1.8 lasciamo la via principale che continua a salire (appena oltre avremmo il bivio che segna l'inizio del percorso Db, che ha anch'esso come tappa il laghetto di S.Antonio) a favore di un'altra via sterrata che si origina sulla sinistra e scende per i primi metri.
Segue un tratto dapprima un po' ondulato seguito da un altro che ci porta a salire con una certa decisione di quota, attraversando una zona recentemente disboscata, il che ci permette di godere di una bella visuale verso valle. Ignoriamo una secondaria che si stacca verso destra salendo ripida (breve scorciatoia impervia), così come ignoriamo appena di seguito un'altra secondaria che si stacca verso sinistra in corrispondenza di un brusco gomito destrorso; appena dopo si ricongiunge da destra la scorciatoia. Proseguiamo a salire fino a scollinare temporaneamente (dist. ~3.0 Km - alt. ~1010 m.) al cospetto di un bell'appezzamento prativo che aggiriamo seguendo sempre la strada semipianeggiante, che poi ci porta nei pressi di un casolare di montagna, dove pieghiamo verso destra, ignorando la via di sinistra che porta verso dei ricoveri per animali, salendo un breve tratto ripido fino a guadagnare l'altura sovrastante. Da qui seguendo la traccia principale scendiamo verso il piccolo laghetto di S. Antonio (FOTO), che ci lasciamo sulla destra, lasciando la traccia principale (è la via da cui si proviene seguendo il percorso Db, da qui in comune per un tratto con il percorso attuale) e aggirando il piccolo specchio d'acqua per un quarto, fino ad incontrare un'altra sterrata che evidente e un po' sconnessa sale con decisione. Alcuni metri ad altitudine costante poi giunti in una zona di roccia grigiastra friabile (dist. ~4.3 Km - alt. ~1040 m.) lasciamo la principale che proseguirebbe a salire verso Colle Tavola, per scendere invece sulla destra: delle due vie scartiamo quella più a destra dissestata (più ampia) per seguire invece il sentiero che superate alcune gobbe, piega poi verso destra fino a scendere confluendo sull'impluvio dove troviamo una sorta di carrareccia, da prendere verso sinistra. C'è comunque la possibilità di seguirlo anche nel senso opposto, verso destra, che conduce verso località i Prati, (appena meno di 1.5 km di strada e sentiero abbastanza facile, tranne qualche metro impercorribile a metà tragitto), confluendo sulla strada principale appena dopo aver superato, sul retro, un maneggio.
Manteniamo la traccia che dopo circa 150 metri si sdoppia: a destra si prosegue per il percorso Db, mentre per l'attuale proseguiamo con la traccia di sinistra che prosegue a declinare lievemente con costanza, a tratti più ampia a tratti meno, ma sempre agevole, finchè si entra nella macchia più fitta e si inizia a scendere più marcatamente (dist. ~5.1 Km - alt. ~980 m.). Dopo alcune decine di metri il sentiero si disunisce dall'impluvio, facendoci percorrere un tratto a mezza costa sul versante destro di val Fornello, mentre poco dopo e per alcune centinaia di metri, la percorribilità si fa più difficoltosa per alcune asperità rocciose che emergono dal terreno. Aggirando in parte Colle I tre Confini, manteniamo la traccia, praticamente univoca, fino al km 6.4, dove questa si sdoppia; seguiamo la traccia più importante di destra, che appena qualche metro dopo si divide ancora: una coppia più evidenti scendono, noi ne seguiamo invece una terza che sale per qualche metro alla destra di queste, tra qualche asperità rocciosa per pochi metri, per poi spianare, proseguendo con un divertente saliscendi tra gli alberi. Dopo circa 400 metri ci inseriamo su un'altro sentiero da seguire verso sinistra, che in poche decine di metri a salire ci porta ad intercettare la via selciata che rappresenta il sentiero Francescano che salendo da Greccio porta all'altipiano dei Prati di Ruschio (dist. ~6.9 Km - alt. ~890 m.). Prendiamo a seguire la selciata in discesa, con qualche basso gradino nel tratto iniziale rettilineo, cui segue una parte un po' più tortuosa per una serie di stretti gomiti; in corrispondenza di uno di questi, destrorso, al km 7.7, abbandoniamo la selciata (che prosegue invece portando più direttamente a Greccio, ma bypassando il santuario), a favore di un sentiero che qui si origina e che dopo un primo tratto abbordabile, si fa per una breve porzione di pochi metri più scosceso e dissestato. Il sentiero prosegue a scendere nel bosco portandoci in vista del Santuario di S. Francesco, che scorgeremo appena sotto di noi sulla destra; qui incontreremo una diramazione verso sinistra, rappresentata da un altro comodo e ampio sentiero che costituisce un'interessante e consigliata opzione panoramica sulla valle reatina, che allunga un po' il percorso, ma ci porterebbe a percorrere una sorta di anello molto schiacciato, con una doppia traccia che scorre parallela, l'andata appena altimetricamente più alta del ritorno.
Scesi sulla destra appena pochi metri dopo, di fronte alla grande croce in metallo, abbiamo un'altra diramazione sulla sinistra (la via di ritorno dell'alternativa sopra descritta) dove di nuovo opteremo per la destra, giungendo oramai all'altezza del santuario di San Francesco, famoso per aver ospitato la prima rappresentazione del presepio vivente, realizzato dal Santo patrono d'Italia, nel 1223 (dist. ~8.3 Km - alt. ~650 m.). Superato il piazzale seguiamo l'asfaltata che scende, lasciandoci il saltuario alle spalle e dopo aver fatto la S che la strada descrive, ci inseriamo poco più sotto su un'altra asfaltata dove manteniamo la direzione di provenienza, puntando verso Greccio, che raggiungeremo in un paio di chilometri; da segnalare solo che a metà di questo tratto, da destra, vedremo ricongiungersi via Stroncone, ovvero il proseguimento della selciata prima abbandonata. La strada che va ad attraversare il famoso paese del reatino, passa a fianco alla piazza principale del paese (sulla sinistra) dove volendo potremo rifornirci d'acqua alla fontana (dist. ~10.8 Km - alt. ~700 m.). Superata la piazza, si scende per un viale alberato e quando questi piega leggermente verso sinistra lo lasciamo per seguire l'asfaltata minore che si origina verso destra a salire. Fatti alcuni metri la via si biforca ancora; seguiamo ancora la destra (contraddistinta da un cartello di divieto di accesso), cementata per alcuni metri, per poi iniziare con la lunga sterrata che ci porterà in quota.
Ci aspettano quindi 5 chilometri di dura salita, lungo il versante est del monte Macchia di Mezzo, con pendenza media del 10% (ovvio che significhi che alcuni tratti saranno più pendenti) su fondo sostanzialmente buono, considerando che è destinata ad essere percorsa anche dai mezzi a quattro ruote (io sinceramente con la mia auto non ci andrei); forse un paio di porzioni sono al limite dello sconnesso, perchè con fondo sassoso e irregolare, ma si è preferito lasciare rappresentato tutto uniforme, in questo caso agevole, dato il grado mutevole già da un mese all'altro delle condizioni, per interventi meteorologici violenti o dell'uomo. Anche l'orientamento non è un problema; basta seguire l'ampia via principale e ignorare qualsiasi diramazione secondaria, inclusa una nella parte finale che irta, sulla destra, ha nella sua origine anche un cartello che indica la Cappelletta, non adatta ad essere percorsa in bici (quantomeno in sella). Si giungerà in un punto della sterrata dove questa pare scollinare (dist. ~15.9 Km - alt. ~1170 m.), prendendo a scendere, mentre noi qui la abbandoniamo riprendendo subito a salire sulla destra, seguendo la debole traccia segnata sulla striscia erbosa, che vedremo, a mezza costa, piegare sulla sinistra e dopo poche decine di metri, scollinare infilandosi nel bosco, con qualche metro sconnesso. Se invece si prosegue (altamente consigliato!) la costa prativa per la sua interezza, guadagnando la cima dell'altura caratterizzata da una serie di rocce affioranti, distante pochi metri, si potrà godere di uno dei più bei panorami che si possono avere su gran parte della piana reatina e i monti che la cingono a est (FOTO).
Seguendo la via che scende nel bosco piegando a sinistra (occhio in caso di traccia nascosta dal fogliame a non infilarsi nel valloncello, ma percorrere longitudinalmente l'altura che lo delimita a destra)  andando ad attraversare una piccola radura con la strada che ha ripreso a salire, divenendo presto ben marcata, ma più ripida e sconnessa. Superati gli ultimi metri più dissestati e impervi (presumibilmente a piedi) siamo finalmente giunti ai piedi della Cappelletta di Greccio (dist. ~16.4 Km - alt. ~1205 m.), luogo in cui saliva San Francesco per ritirarsi in solitudine, dalla quale ci separa solo qualche gradino sulla sinistra (FOTO).
Proseguendo nella direzione di provenienza seguiamo il sentiero, lasciandoci i gradini sulla sinistra, che prenderà a scendere, ancora un po' sconnesso a causa di qualche scalino naturale fino a terminare la prima discesa al cospetto di un grosso albero con il tronco cavo, che superiamo mantenendo ancora la direzione, riprendendo subito a salire un complicato breve tratto che piega leggermente a destra, fino a giungere all'altezza di un cartello con indicazioni in legno (Moggio Greccio). Lasciamo una radura sulla sinistra e seguendo sempre il sentiero prendiamo a scendere, superando le ultime asperità sul terreno che potranno anche richiedere qualche passaggio a piedi. Sostanzialmente poi il percorso sarà molto più comodo; anche l'orientamento non rappresenterà un eccessivo problema, salvo che la traccia non resti celata sotto il fogliame autunnale; il sentiero è comunque tracciato con classiche segnalazioni per trekking non visibili nel nostro senso di percorrenza, perché curiosamente vede queste solo rivolte nel senso opposto, ovvero per chi deve raggiungere la Cappelletta provenendo da i Prati, nostra prossima meta; un biglietto di sola andata... Un minimo di attenzione per non perdere la corretta via, va prestata attorno al km 17.2, quando giunti su una selletta, vedremo diramarsi due diversi valloncelli, con quello di sinistra che pare più ampio e agevole da percorrere, mentre a ben guardare si noterà che il sentiero, da seguire,  piega verso quello di destra, che andremo a percorrere non lungo l'impluvio, ma a mezza cosa del fianco sinistro. Superiamo una radura dopo alcune centinaia di metri, sempre con l'alternanza di brevissimi tratti sconnessi, mentre più avanti ci troveremo a discendere un lungo e divertente, nonchè filante, canalone, che andrà chiudendosi nella parte finale, con la sterrata che torna a farsi per una breve porzione sassosa ed evidente, uscendo temporaneamente dal bosco nel compiere una svolta verso destra (dist. ~18.6 Km - alt. ~1020 m.). Dopo alcune centinaia di metri giungiamo ad una recinzione che supereremo attraverso il cancello in filo spinato (se chiuso), mentre subito di seguito la via si sdoppia in due diverse sterrate; seguiamo quella di sinistra, se non altro perchè ci permette di prolungare un po' di più la percorrenza in questo bel bosco, tramite una facilissima e piacevole via, anche se entrambe le alternative confluiscono sulla via che scende da i piani di Ruschio verso i Prati di Stroncone. Giunti ad una radura ci inseriamo su un'altra sterrata che seguiamo verso destra, che con poche centinaia di metri ci porterà, appena fuori dal bosco, ad inserirci sulla sterrata che presa verso sinistra ci farà scendere verso i Prati, attraversando la lunga e balla striscia prativa che contraddistingue la località (a destra si risalirebbe all'origine della selciata fatta parzialmente nella prima parte). Superato un maneggio, segue un ultimo tratto che scende appena più marcato, imbrecciato, per poi proseguire su asfalto sempre a scendere, oramai nel pieno della località montana. Al successivo bivio (dist. ~21.7 Km - alt. ~905 m.), di fianco all'area giochi attrezzata, prendiamo il ramo di destra e se vogliamo ricollegarci al percorso principale della zona (D1) dopo altri 150 metri seguendo l'asfaltata minore di destra che prende man mano sempre più a salire, concludiamo il percorso al successivo bivio [rif. Percorso D1 - Km. 19].

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

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