PERCORSO T1

PRECETTO-COLLEPONTE-CESELLI-S.VALENTINO-M.TE SOLENNE-F.CA IMMAGINE-S.GIROLAMO-NICCIANO-GABBIO-FERENTILLO-PRECETTO

TRE TERZI


Lunghezza: ~28.2 Km
Altitudine max: ~1020 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~990m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~2h 30'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Maggio 2009 

Varianti possibili: Percorso Ta

Un ottimo anello, giacente nella bassa Valnerina ed imperniato attorno al monte Solenne, montagna dalla sagoma maestosa piramidale FOTO, che sovrasta il paese di Ferentillo, località che costituisce la base di partenza/arrivo. Percorso che raccoglie in se tutto quanto si può ricercare in un itinerario per mountain bike, con un profilo altimetrico facilmente scindibile in tre porzioni essenziali: un lungo tratto di relax sulla sinistra orografica del Nera, un'impegnativa ascesa lungo le pendici del monte Solenne e una fase discensiva contraddistinta in particolare da due single track tutti da scoprire. Il chilometraggio è relativamente contenuto, cosicché si avranno forze residue (e non si avranno scuse!) per affrontare l'ascesa, opzionale, fino alla cima del monte, da dove si può godere di un favoloso panorama a 360°, verso i monti della Valnerina.
 

Partenza da Precetto, che praticamente rappresenta una propaggine di Ferentillo che si estende sulla sinistra orografica del fiume Nera e della statale Valnerina; il riferimento per la partenza è dato nel piccolo parcheggio del borgo, dove c'è anche una fontana, al di là del ponte che scavalca il Fosso del Castellone, punto di passaggio del percorso Cb (al km 15.0).
Partiti da qui, andremo subito a oltrepassare il ponte sul fosso e dall'altra parte ci immettiamo sulla strada che scende da Monterivoso, prendendola verso sinistra, in discesa, come a voler andare verso Ferentillo, ma fatti nemmeno 200 metri, senza arrivare sulla statale, prendiamo a destra, seguendo un'asfaltata minore, che costeggia il Nera, che lasciato sulla sinistra il ponte in acciaio sul Nera, diviene ora sterrata. Questa si sviluppa costantemente sulla sinistra orografica del fiume, guidandoci senza grossi problemi di orientamento per un primo lungo tratto di tutto relax, anche se qualche breve rampa contribuirà a vivacizzare appena il profilo altimetrico, come tra il km 1.6 e 2.3, dove, tra l'altro, ci sarà da prestare solo un minimo di attenzione lungo una delle prime salitelle a non infilare una diramazione verso sinistra, solitamente chiusa da un cancello, perchè porta ad un terreno privato, ma che se lo si trova aperto può indurre in errore. Seguirà una nuova lunga porzione piatta, lungo la quale potremo pure contemplare in lontananza sull'altro versante della valle, l'abbazia di San Pietro in Valle, mentre dopo aver ripreso a salire un po' troveremo sul margine destro della via un fontanile, dove poterci rifornire d'acqua (dist. ~4.3 Km - alt. ~270 m.), per poi, poco più avanti, scartata la diramazione di destra, per il borgo abbandonato di Umbriano (che però meriterebbe un visita!), torneremo temporaneamente su asfalto, con la via che dopo un centinaio di metri si inserisce su altra asfaltata, da seguire verso sinistra in discesa, oramai in località Colleponte. Questa ci porta a superare uno slargo dopo il quale ci immettiamo sull'asfaltata che seguiamo verso destra, da seguire per pochissimi metri, dato che imboccheremo poi quella che si stacca a sinistra, tornando su sterrato. Altro tratto di tutto relax a risalire il corso del Nera, mentre alcune centinaia di metri più avanti, una breve salitella, ci porta ad intersecare un'asfaltata, che va solo attraversata proseguendo sulla sterrata, pressoché pianeggiante ancora per un bel po'. Alla successiva lieve ascesa, se abbiamo l'impressione che ci stiano sparando addosso, niente paura: stiamo passando accanto ad un poligono di tiro, di cui costeggiamo la recinzione, subito dopo il quale vedremo, a distanza ravvicinata, inserirsi da destra due carrarecce, che ignoreremo, proseguendo lungo la nostra direttrice, su un tratto discendente, leggermente accidentato (dist. ~7.4 Km - alt. ~275 m.). Nuova porzione pianeggiante, con una leggera salitella più avanti, mentre in lontananza sulla sinistra, potremo scorgere la frazione di San Valentino, dove dovremo passare da lì a poco; scartiamo di seguito la sterrata che sale a destra e appena dopo ci inseriamo sull'asfaltata che sale verso Monte San Vito, che però noi seguiamo in discesa, mantenendo in pratica la direzione. Fatti 250 metri dell'asfaltata, in località Osteria di Ceselli, è giunto il momento di abbandonare questo lato del Nera e quindi la via che, sempre sulla sinistra orografica di questo, proseguirebbe verso Scheggino; prendiamo a sinistra attraversando il ponte che scavalca il corso d'acqua e raggiungiamo la statale Valnerina, (dist. ~9.7 Km - alt. ~275 m.), dove di fronte si origina l'asfaltata per Pontuglia e Le Cese, mentre noi seguiremo la strada verso sinistra, in direzione Ferentillo. Copriamo la breve distanza che ci separa dal bivio per San Valentino, che raggiungeremo in meno di un chilometro, salendo perciò per l'asfaltata di destra, seguendo l'indicazione per la località, che però non raggiungeremo, dato che, fatti poco più di 300 metri di ascesa, lasceremo l'asfaltata prendendo la sterrata che si stacca sulla destra, seguendo l'indicazione per la chiesa omonima. Fatti altri 200 metri troveremo un bivio, dove scartiamo il ramo di sinistra, che porterebbe anch'esso verso San Valentino, seguendo invece quello di destra, che si impenna considerevolmente. Non resta ora che seguire questa carrareccia che risalirà il versante nord-est del monte Solenne, con un ascesa nel complesso abbastanza dura, inframmezzata però, almeno per una buona prima parte, da brevi tratti che ci permetteranno di riprendere fiato, quindi sostanzialmente si può considerare meno severa di quanto potrebbe far pensare la grafica dell'altimetria; è superfluo evidenziare che man mano che si sale si avranno ottimi scorci verso il fondovalle. Come orientamento non ci sono invece difficoltà per i successivi 4 chilometri, basta mantenersi sulla via maestra, scartando le secondarie di sinistra, come al km 13.6 a cui segue un brusco tornante destrorso e qualsiasi altra diramazione palesemente minore. Superato uno dei tratti più ostici, per la forte pendenza (ma sarà anche per la fatica accumulata) la via piega dolcemente verso sud, giungendo ad un fontanile (dist. ~15.4 Km - alt. ~770 m.), che nel corso di questi ultimi anni, non ho mai visto erogare acqua, dopo il quale si assottiglierà, dapprima in mulattiera e poi in sentiero ripiegando verso ovest e inoltrandosi nella boscaglia, sentiero che salirà ancora considerevolmente, ancora più arduo se fatto in condizioni di fondo viscido, che renderanno il grip difficoltoso. Il sentiero sfocerà dopo poco su una stretta carrareccia, che seguiremo invertendo la direzione, ovvero verso sinistra a salire; ignorata una minore che si stacca a sinistra a scendere dopo nemmeno 100 metri, superiamo l'ultima dura erta che culmina alla forcella da cui si dirameranno più vie, più o meno evidenti, di cui seguiremo quella più a destra. Questa, che  salirà ancora per un po', ma decisamente meno di quanto affrontato finora, dopo aver spianato, si inserirà su un'altra carrareccia (dist. ~16.8 Km - alt. ~900 m.), punto in cui occorrerà fare una prima scelta (e in cui ripasseremo riscendendo): dritti si bypassa l'ascesa al rifugio del Solenne e l'eventuale arrampicata, opzionale, fino alla vetta del monte, scendendo diretti verso la Forca dell'Immagine; proseguendo a salire per il ramo di sinistra, seguiremo invece il programma originario del percorso, salendo appunto verso il rifugio del Solenne, con pendenze che richiederanno ancora un certo impegno, ma decisamente più abbordabili di quelle conosciute finora, raggiungeremo in 1.2 km, toccando i 1020 metri di altitudine. Qui altro momento di scelte e... magari meglio tirare un po' il fiato e riposarsi qualche minuto, prima di prendere decisioni "affrettate". C'è infatti da decidere se raggiungere o meno i 1286 metri della cima del monte Solenne ed è molto probabile che la stanchezza accumulata finora faccia propendere per il no; la grafica, tra l'altro, rappresenta il percorso senza questa appendice in vetta, opzionale, per la quale ci sono da aggiungere altri 270 metri circa di dislivello e uno sviluppo chilometrico variabile a seconda di quando si zigzagherà salendo, per addolcire la ripida costa... diciamo che un paio di chilometri abbondanti potrebbero considerarsi mediamente necessari, per la salita, mentre per la discesa, sicuramente più diretta, ne possono bastare meno della metà. Per quanto riguarda l'orientamento, basta proseguire la carrareccia che, superato il rifugio, tenderà a scomparire sulla costa prativa poco sopra, quando oramai si scopre però l'inconfondibile cima del monte, che farà da meta, con un percorso lungo il pendio di libera interpretazione, sia, come detto, per addolcire la pendenza a proprio piacimento (a meno che non si voglia seguire una via direttissima, a spinta), sia anche per la mancanza di una traccia da seguire.
Comunque, se può essere di aiuto nella decisione, si può sottolineare di quanto sia spettacolare il panorama da lassù, sia verso nord, ovvero il versante in cui siamo saliti e quindi verso il valico della Forca dell'Immagine e il monte Fionchi  (FOTO) o verso lo sviluppo nord della Valnerina, (FOTO), nonchè verso il suo versante opposto; il monte Coscerno, il Civitella, Monte San Vito , contemplando l'ottimo panorama (FOTO); immagini da tenersi a mente, perchè possono dare la carica per questa ascesa aggiuntiva....
Fatta o meno la salita fino in vetta, si riparte dal rifugio per coprire ora a ritroso, quindi in discesa, il chilometro abbondante che ci riporta al sottostante bivio; qui riprendiamo ora la via che verso ovest ci porterà a scendere verso la Forca dell'Immagine, passando tra un paio di fontanili e superando un cancello subito appresso. Scendendo vale la pena buttare un occhio verso la sottostante vallata e la frazione di Le Cese (FOTO), proseguendo lungo la facile e scorrevole carrareccia, fino a giungere in vista di un paio di rimesse per il bestiame, che anticipano la Forca dell'Immagine, costruzioni che però non raggiungeremo, dato che un centinaio di metri prima, interromperemo la discesa, passando il cancello che ci permetterà di superare la recinzione che borda la strada a sinistra, seguendo il sentiero che lì si origina (dist. ~20.2 Km - alt. ~830 m.), abbastanza visibile sull'erba, dove comunque ci sono di conforto anche le tracce gialle che ci accompagneranno fino a Ferentillo. Seguendo l'esile traccia, dopo alcune decine di metri incapperemo in un brevissimo passaggio tecnico su fondo roccioso, punto che segnerà l'inizio dell'evidente single track che ci accompagnerà ora per il successivo lungo tratto. Questo si può considerare tutto sommato agevole, anche se alcune porzioni richiederanno quel minimo di tecnica per essere passate in sella; in particolare la primissima parte si contraddistingue per una leggera predominanza di passaggi su fondo sconnesso e/o tra cespugli di ginestre leggermente invasivi, dove però si riesce a passare in sella di forza. Già dopo circa 300 metri di discesa, i già radi passaggi tecnici, si faranno talmente scarsi che si potrà parlare di traccia scorrevole e abbastanza facile, salvo, appunto ancora rari passaggi rocciosi, come al km 20.9 o 300 metri più avanti, che però i più audaci e preparati, potranno anche tentare in sella. Il sentiero ci appiederà però inevitabilmente poco dopo il km 21.5, quando questo si impennerà considerevolmente, contorcendosi perdipiù su se stesso, ma il tutto concentrato in 30/40 metri, che quindi possono considerarsi un prezzo che vale la pena pagare nel contesto del divertimento che offre nel suo complesso. Dopo questa breve parentesi a spinta la traccia riprende a scendere più ripida per alcune decine di metri che ci portano all'eremo di San Girolamo (FOTO), che aggireremo sulla destra, piegando a 90° verso est, seguendo la traccia che riparte nel bosco, ma che ben presto lascerà il posto ad una mulattiera che si trasformerà poi in una carrareccia che appena più avanti compirà una S mediamente impegnativa, perchè in forte pendenza su fondo ciottoloso non compattato, quindi molto friabile e instabile, almeno per un primo tratto; poi proseguirà ad essere scoscesa, ma almeno il fondo tornerà ad essere più compatto. Non resta ora che seguire la carrareccia che ci accompagnerà per oltre un chilometro, prevalentemente a scendere, anche con una successiva porzione friabile come quella appena affrontata, ma anche con un paio di brevi rampe a salire, la seconda delle quali su fondo cementato, che ci segnalerà l'approssimarsi del termine di questa via, dopo che da sinistra è confluita un'altra sterrata, su un gomito dell'asfaltata che sale verso Lorino (a sinistra, da scartare, dove invece prosegue il percorso Ta, con possibilità di arrivare ugualmente a Gabbio, su altro sentiero) (dist. ~23.6 Km - alt. ~550 m.). Seguiamo quindi questa via verso destra, superando velocemente la porzione di asfalto in discesa, con traffico nullo, che ci portano alla frazione di Nicciano, dove, poco dopo aver superata la chiesa locale, lasciata sfilare a sinistra, coperti 800 metri dell'asfaltata, seguiremo la sterrata che si stacca sulla sinistra, contraddistinta dai segni gialli che ci hanno accompagnato finora. Fatti 400 metri, questa nuova via si sdoppia e qui ci manteniamo sul ramo più basso di destra, mentre 150 metri dopo, giunti nei pressi del piccolo cimitero, scartata una minore di sinistra, della successiva coppia di vie più consistenti, prendiamo quella di sinistra, seguendo le indicazioni della cartellonistica trekking, per Ferentillo. Questa via si trasformerà presto in un'esile sentiero, che dopo esserci lasciato alle spalle un uliveto, prosegue attraversando un lembo di boscaglia, dopodichè ci sarà da superare alcune decine di metri su fondo disagevole, soprattutto nei primi metri, mentre poi resterà un fondo più o meno sassoso, alternato anche ad una breve porzione priva di insidie, superando poi una calcinara e un bel tratto di bosco. Il sentiero terminerà su un gomito della sterrata che sale da Ferentillo verso Gabbio (dist. ~25.8 Km - alt. ~390 m.), direzione per cui propenderemo, salendo quindi per il ramo di sinistra (a meno che non si voglia abbreviare direttamente per Ferentillo, a destra). Poche decine di metri e giungeremo all'altezza della frazione di Gabbio, in via di recupero, con una fontana sulla sinistra e subito di seguito la via di accesso al borgo, sempre a sinistra, a salire, che però noi ignoreremo, proseguendo dritti e iniziando quindi a scendere, ma solo per un centinaio di metri, dovendo abbandonare la sterrata a favore di un sentiero che si stacca sulla destra ripido e che dopo pochi metri ci presenta un repentino cambio di direzione verso sinistra. Questo corre a margine di un uliveto, con Gabbio oramai alle spalle (FOTO), sfociando, all'altezza della Cappella di San Rocco, sulla stessa sterrata che sale da Ferentillo, da seguire ora verso questa località, quindi in discesa, verso sinistra. Manteniamo la via a scendere, che diverrà prima cementata e, raggiunto l'abitato, asfaltata, intersecando l'asfaltata principale che attraversa longitudinalmente Ferentillo, che però oltrepassiamo, passando quindi davanti alla chiesa di Santa Maria e scendendo sull'asfaltata minore sottostante, che seguiremo verso sinistra, per una decina di metri, per poi scendere tra due case, passando subito di seguito davanti all'ostello, da aggirare verso destra, finchè, al cospetto della statale Valnerina, poco sotto, ci teniamo sulla destra, sfruttando uno stretto passaggio, meglio se fatto a piedi, che ci permetterà di accedere ad un brevissimo sentiero che scende sulla statale. Seguiamo a questo punto questa verso sinistra per nemmeno 300 metri, raggiungendo il bivio di destra che ci permetterà di lasciare l'arteria principale e tornare alla frazione di Precetto, risalendo la via per poco più di 200 metri, raggiungendo il ponte sulla destra che ci separa dal parcheggio, base di partenza.


Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
 

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