PERCORSO N2

ACQUASPARTA - COLPETRAZZO - PIZZO TORRICELLA - LE TROSCIGNOLE - Fosso POZZALE - Passo ACQUACANALE - M.TE MARTANO - PALOMBARA - PIEMONTE - STAZ. MASSA MARTANA - P.TE FONNAIA - CONFIGNI - ACQUASPARTA

DUE SENZA TRE


Lunghezza: ~44.7 Km
Altitudine max: ~1090 m s.l.m.
(disl. tot. salite ~1500m)
Tempo percorrenza indicativo:  ~3h 30'
Difficoltà: Difficile (indice 7)


gps

DATA: Agosto 2007 

Bell'anello a nord di Terni, per gran parte giacente nella provincia di Perugia, che vede come base di partenza/arrivo la cittadina di Acquasparta e come protagonisti principali prima i monti Martani e poi due soggetti di interesse storico, l'antico tracciato della via Flaminia e il ponte Fonnaia di origine romana in epoca pre-Cristo. Anello che andrà a congiungersi con l'altro anello costituito dal percorso N1, permettendo un interscambio fra essi. Nel suo insieme, visto il chilometraggio non eccessivo, può essere alla portata della maggior parte dei bikers, con la salita ed il tratto in quota con pendenze non esasperate (se non brevissime porzioni di lunghezza pressochè insignificante) e con il tratto più ostico costituito dalla lunga discesa che ci farà abbandonare le quote più elevate, pendenza media del 17% per quasi 4 chilometri su fondo accidentato e friabile. Successivamente un alternarsi si sterrate e asfaltate ci consentono di tenerci lontani dalle arterie principali più trafficate e al contempo di passare per le belle campagne umbre e vie di comunicazioni di interesse storico.

Punto di riferimento per la partenza.ad Acquasparta, lungo la provinciale Tiberina, al bivio in cui si ha una diramazione a sinistra che sale verso il nucleo principale della cittadina (nostra via di ritorno), mentre alla stessa altezza, sulla destra, c'è la via d'ingresso all'adiacente stazione ferroviaria.
Proseguiamo sulla Tiberina, in leggera discesa, per circa 4.5 km, quando questa compie due gomiti successivi, il primo a destra e il secondo a sinistra e in corrispondenza di quest'ultimo lasciamo la provinciale seguendo l'asfaltata che si stacca a destra, con indicazione Mezzanelli, mantenendola per soli 200 metri, perchè lasceremo anche questa piegando a sinistra a favore di un'altra asfaltata che ci fa in pratica invertire la direzione prendendo a salire. Manteniamo la via principale, superando dopo un po' una piccola frazione, dove manteniamo la sinistra, per poi, dopo poche centinaia di metri, in corrispondenza di un'edicola, inserirci sulla SP 316, da seguire verso sinistra per Colpetrazzo (dist. ~6.5 Km - alt. ~320 m.), che raggiungiamo in breve. Giunti all'imbocco del paese, seguiamo la prima sterrata che troviamo sulla destra, al km 7, che prende a salire. Seguiamo quindi la sterrata che sale più o meno costante, ignorando le minori che si diramano lateralmente, come quella al km 7.6 verso sinistra; incrociamo dopo quasi 200 metri, un'altra carrareccia da ignorare mantenendo la direzione, così come al km 8.1, in corrispondenza del primo di una serie di tornanti, dove va ignorata un'altra sterrata che si origina verso destra. Inizia quindi l'ascesa vera e propria verso Pizzo Torricella, con una salita mediamente impegnativa, facile come consistenza del terreno e come orientamento, trattandosi di un'unica carrareccia, con una sola diramazione al km 8.9 verso sinistra, che scarteremo, proseguendo a salire all'ombra del bosco. La salita più intensa può dirsi conclusa poco dopo aver superato località Porchereccie (dist. ~10.3 Km - alt. ~600 m.), recentemente attrezzata a zona pic-nic, (anche se un po' fuori mano) con la via che presenterà un breve tratto pianeggiante e, dopo la Troscia del Trabocco,  una breve discesa finale che ci farà inserire, nell'ampio stradone bianco che sale dalla zona di Massa Martana. Seguiamo ora questo che sale imperterrito con pendenza costante e direzione univoca (nord) per oltre un chilometro (davanti a noi in lontananza possiamo scorgere la cima del Monte Martano, una nostra prossima tappa), per poi invertire la rotta con un tornante, proseguendo ancora a salire per almeno un chilometro e mezzo, dove, in località Troscignole, si ha un po' di respiro con alcune centinaia di metri discensivi, fino al successivo ampio gomito sinistrorso, appena prima del quale si ricongiunge da destra la carrareccia proveniente da Casetta dello Scoppio e si ha quindi il breve tratto in comune con il percorso N1. Segue meno di un chilometro di leggera ascesa finchè lo stradone piega verso destra e qui lo lasciamo (dist. ~16.9 Km - alt. ~865 m.) a favore di una carrareccia che si origina sulla sinistra, subito sbarrata da un cancello di una recinzione per bestiame, che ci chiuderemo alle spalle, per poi proseguire sulla via che passa in mezzo agli stazzi. Manteniamo la via principale che s'incunea in uno stretto valloncello a ridosso di un fosso, ignorando, quando questa compie un gomito sinistrorso, la carrareccia che si origina a destra, giungendo dopo meno di 500 m all'altezza di una pozza d'acqua artificiale. Qui una traccia di sentiero la aggira continuando dalla parte opposta, per poi, all'altezza della soprastante vicina selletta, sdoppiarsi in più tracce; una di queste prosegue sul versante destro della valle che ci si trova di fronte, tagliando a mezza costa il monte (che invece andremo a percorrere sul crinale seguendo il percorso originario) e rappresenterebbe la normale prosecuzione del percorso per il Fosso di Pozzale, se non fosse che questa via è decisamente impervia, con fastidiosi cespugli di rovi e ginepri che occludono il passaggio. Poi si perderebbe l'ottimo panorama che invece si può godere dal crinale del monte oltre i 1000 metri, che invece andremo a percorrere di seguito.
All'altezza della pozza d'acqua pieghiamo a destra, seguendo una debole traccia che sale ripida, lungo l'insenatura formata dall'impluvio, che con fatica andiamo a risalire seguendone l'andamento, continuando a piegare sempre più a destra fino a farci compiere un ampio arco di 180° che si conclude con l'arrivo sul punto più basso di una sella, dove, senza superare la recinzione in filo spinato che ci troviamo di fronte, compiamo un'inversione di direzione verso sinistra, seguendo una debole traccia sull'erba, che appena sottocosta, avanzando, ci farà guadagnare il crinale oltre i 1000 metri, che seguito longitudinalmente ci permetterà di godere di uno stupendo panorama, con il monte Forzano che svetta appena più alto sulla destra. Continuando a seguire il crinale, vedremo che questo si sdoppia, ricongiungendosi però nell'attraversamento del fosso di Pozzale; trattandosi di uno sviluppo pressoché identico, stesso discorso per la pendenza (almeno 30%)  possiamo optare per una qualsiasi delle alternative, basta che giunti in fondo (dist. ~19.5 Km - alt. ~950 m.) (qui da sinistra arriva il sentiero alternativo proveniente dalla pozza artificiale precedentemente descritto), risaliamo la costa di fronte, tagliandola leggermente verso sinistra (scendendo la scoscesa costa precedente, si localizza facilmente la pozza d'acqua da dove si origina la sterrata appena sopra che dovremo imboccare) e mettendo in conto poche decine di metri spingendo la bici. Guadagnata in breve l'altitudine dove si trova una pozza recintata, possiamo risalire la nuova sterrata che risale la valle solcata dal fosso di Pozzale, con a destra il monte Capoccia Pelata, che con un abbastanza impegnativo tratto di un chilometro e mezzo circa ci porterà a sfiorare i 1100 metri di altitudine, quasi a percorre la sommità di un nuovo lungo crinale; da qui nuovo bel panorama verso la vallata di Spoleto e Foligno, con i monti Brunette, Serano e Subasio in bella vista. Lungo tratto discensivo su via sempre abbordabile, ma un po' sassosa, fino a giungere al Passo di Acqua Canale (al termine della discesa troviamo abitualmente un cancello da richiudere). Ci inseriamo qui sull'ampio stradone bianco che sale da Massa Martana (da sinistra) verso la cima del Monte Martano (verso destra); in più, sulla destra si origina la sterrata che scende al paese omonimo (Montemartano). Seguiamo quindi lo stradone verso destra in leggera ascesa, che dopo aver superato una breve porzione boschiva, esce sull'asfaltata che sale da destra da Giano dell'Umbria, che seguiremo quindi verso sinistra ancora a salire. L'asfalto lascerà presto il posto allo sterrato, con la via che si inerpica tra le poche case e le antenne che sono disseminate sulla sommità del monte. Seguendone lo sviluppo principale continuiamo a salire  (la sterrata minore di sinistra al km 25.4 è solo una scorciatoia che abbrevia di pochi metri) godendo del bel panorama verso fondo valle e scorgendo distintamente Todi, giungiamo in cima, occupata da un presidio militare, che aggiriamo verso sinistra, giungendo sul lato opposto di questo, appena di fronte ad una piattaforma per gli elicotteri (dist. ~26.2 Km - alt. ~1095 m.).
E' venuto il momento di lasciare le quote più alte di questo percorso e anche precipitevolmente, dal momento che lo faremo tramite una ripidissima, quanto complicata, via ciottolosa che scorgeremo scendere dritta in direzione sud-ovest; finchè possibile potremo semplificare i primi metri sfruttando il margine percorribile a sinistra della sede, anche se poi saremo costretti a nel percorso sui sassi della via. Il tratto più difficile è costituito dai primi due chilometri, dove non è semplicissimo governare il mezzo su un tale abbinamento di pendenza e fondo sassoso non compattato, anche se (consigliato per chi non ha molta dimestichezza con i passaggi più tecnici) al km 27.5 sulla destra può venire in aiuto una sterrata carrozzabile, che si avvicina a pochi metri dalla nostra via, tanto da permettere il passaggio su questa e riprendere il nostro tracciato 500 metri più sotto, saltandone il breve tratto più complicato, una breve porzione di poche decine di metri attorno al km 28, con fondo ancora più dissestato e sede che si assottiglia fino a divenire quasi un single track. Ancora un breve tratto, con la carrareccia che torna ad essere ampia, ma continua sempre a scendere decisa e ancora sassosa, finchè incontreremo la prima curva, verso destra. Seguiamo sempre la via principale che scende ora più tortuosa e un po' più stretta tra alti cespugli e un breve tratto boschivo dove compiamo uno stretto gomito verso sinistra, fino a giungere ad un casolare in ristrutturazione al km 29.4, dove proseguiamo mantenendo la direzione. Scartiamo la sterrata che 250 metri dopo si dirama verso destra, piegando invece a sinistra, per poi terminare la lunga discesa inserendoci in un'asfaltata che risaliamo verso sinistra, ripida (dist. ~30 Km - alt. ~465 m.). Guadagnati quasi 100 metri di altitudine, con una breve porzione anche cementata, si prende a scendere, lasciando però l'asfaltata al km 30.9, a favore di una sterrata che si origina verso sinistra, che percorsa per 600 metri avrà sbocco su una nuova asfaltata, da seguire verso sinistra a salire; questa ci farà attraversare il gruppetto di case di loc. Palombara, piegando a sinistra con la via che incassata tra le case sale ancora un po', per poi piegare a destra seguendo il ramo asfaltato che confluirà in una nuova asfaltata da seguire ora a destra a scendere, ma solo per poche decine di metri, perchè la lasceremo subito a favore dell'ampia sterrata che si origina verso sinistra. Questa appena più avanti andrà serpeggiando tra le antiche costruzioni di località Piemonte e appena superate queste la via si inserisce in un'altra sterrata da seguire verso destra in discesa. Lungo il tratto discensivo incroceremo un paio di altre ampie sterrate, dove noi ci limiteremo a mantenere la direzione, con la via principale che al chilometro 32.5 pare piegare a destra, sdoppiandosi in un'altra diramazione a sinistra che noi seguiremo e manterremo per un lungo tratto. Ignorando pertanto sia la via che si origina a sinistra al km 33.4, che quella che confluisce da destra 400 metri più avanti, lasceremo la sterrata che prosegue a scendere al km 34, a favore di un'altra sterrata che va seguita fino a giungere all'altezza di un divieto di accesso (dist. ~34.3 Km - alt. ~370 m.); qui voltiamo a destra seguendo una stradina sterrata che entra nel bosco e che manteniamo fino a giungere alla diramazione tra tre diverse vie, seguendo la più a destra delle tre. Mantenuta per 500 metri e usciti dal tratto boschivo, ci inseriamo su un'altra sterrata dove conserviamo la direzione di provenienza, quindi seguita verso destra, così come faremo quando sfoceremo su una prima asfaltata e lo stesso su una successiva nemmeno 200 metri dopo, che a sinistra tornerebbe altrimenti verso Colpetrazzo. Appena 400 veloci metri in discesa di questa asfaltata e ci inseriamo sulla SS316 da percorrere verso sinistra per appena qualche metro (a destra, a meno di un chilometro,  c'è Santa Maria in Pantano e di fronte un fontanile dove potersi rifornire d'acqua in caso di bisogno), dal momento che saliremo verso destra e tramite una sterrata, seguendo le indicazioni per l'antica via Flaminia, inserendoci su questa dopo 300 metri (100 metri prima ignoriamo il tratturo che si dirama a sinistra), ovvero di fronte ad una vecchia costruzione, dove incrociamo appunto l'antica storica via che seguiamo verso sinistra (dist. ~30 Km - alt. ~465 m.). La via Flaminia degrada leggermente, incrociando dopo 800 metri un'asfaltata (che verso destra sale a Villa S. Faustino); mantenuta altri 700 metri la via diviene asfaltata e scendendo a sinistra in pochi metri ci riporta sulla SS316. Proseguiamo su questa, facendone anche il sottopasso che ci fa superare la ferrovia Centrale Umbra, appena dopo il quale prendiamo a sinistra per Massa Martana Scalo, via che manteniamo per circa 100 metri, lasciandola in corrispondenza di un parcheggio di un ristorante sulla destra, dove ci inseriamo e al termine del quale si origina una sterrata che scende piegando a sinistra. Superata la E45 (passandoci sotto) si sdoppia e ne seguiamo il ramo di sinistra, mentre all'immediata successiva biforcazione, optiamo per la destra che ci porta a guadare il torrente Naia (dist. ~39 Km - alt. ~235 m.). Proseguendo attraversiamo un'asfaltata, mentre successivamente, dove la sterrata si sdoppia, seguiamo il ramo di sinistra, che dopo nemmeno 200 metri ulteriori ci porta all'altezza di una radura, un punto di interesse storico, Ponte Fonnaia, un'imponente costruzione in blocchi di travertino, ad una sola arcata a tutto sesto, che meriterebbe una pausa per una visita (sotto di noi, accessibile tramite le scalette che scendono sulla sinistra) (FOTO).
Scartando la via di destra, proseguiamo sull'antico tracciato della Flaminia, che prende a salire in maniera un po' più marcata, finchè alla successiva biforcazione, dopo circa 500 metri, optiamo per la via di destra; superiamo una casa, giungendo dopo un po' ad un incrocio tra cinque diverse strade, inclusa quella di provenienza, dove proseguiamo dritti, lasciandocene perciò 2 a sinistra e una a destra. Incrociamo dopo poco più di un chilometro un'altra sterrata (presa a sinistra può rappresentare una piccola abbreviazione alternativa al percorso originario) e appena dopo ci troviamo su asfalto, oramai alle porte di Configni. Alle prime case, lasciamo la via che attraversa il paese a favore di una sterrata che scende sulla sinistra, si divide poco più sotto e presa a sinistra e superato un antico fontanile si inserisce nella sterrata incrociata poco prima, da seguire ora verso destra in discesa. Seguiamo ora questa via che divenuta asfaltata alle prime case della periferia di Acquasparta ha sbocco sul piazzale-parcheggio della zona della sorgente dell'Amerino, che attraversiamo per portarci sul lato opposto, dove pieghiamo verso sinistra per poter imboccare la stretta via asfaltata, sbarrata nei primi metri da una catena che aggiriamo, cosa che ripetiamo poco più sopra, via che, al termine della salitella, ci porta a percorrere un piccolo viale alberato, costeggiando i giardini pubblici e alla fine di questi piegare a destra, scendendo fino all'imbocco del corso della cittadina. Alla destra del corso scende la via asfaltata principale, mentre sulla sinistra scende un'altra via asfaltata che seguiremo e che costituisce ora la via più breve per tornare al punto di partenza. Concludiamo infatti il percorso inserendoci sulla via asfaltata principale che seguiremo verso sinistra, per confluire in pochi metri sulla provinciale, di fronte alla stazione, da dove siamo partiti.

Nota: In blu sono segnalati i tratti alternativi e/o opzionali non descritti però dalla grafica (pianta e altimetria).



 

 
Il profilo altimetrico scaturisce da un rilevamento con GPS, pertanto si discosta leggermente dalla reale progressione chilometrica 

www.mbike.it